VIII - Attrazione

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La professoressa passa tra i banchi consegnando ad ognuno di noi una piccola cartellina azzurra, sicuramente contenente le schede della verifica di fine semestre. Il suono delle unghie sbattute ripetutamente sui banchi e delle matite morse mi fa capire che ho ragione. Mi fa percepire la paura di fallire il test che quasi tutta la classe possiede.
«Bene.» Inizia un discorso la prof. «Questo compito è uno dei più importanti, ragazzi. Voglio vedere molta concentrazione ed altrettanto impegno, sono stata chiara? Adesso aprite le vostre cartelle ed iniziate, in assoluto silenzio.»
Facciamo come dice, tirando fuori da ogni cartellina tre lunghi fogli scritti sia nella parte davanti, che in quella dietro. Megan mi lancia uno sguardo preoccupato. Non sa quanto mi dispiace non poterla aiutare.
Peter mi tocca piano la spalla con il gomito, ottendo uno sguardo da me. Il suo mi chiede di aiutarlo. Annuisco e allontano il braccio dal primo foglio, permettendogli di vedere ogni risposta. Ovviamente, sono a conoscenza di tutte, ma per evitare di farlo insospettire fingo di pensarci un attimo. Circa dieci o quindici secondi per ogni domanda. Come sempre, non consegnerò per prima, aspetto ogni volta la consegna di qualcun altro prima di fare la mia. È un buon metodo per non dare nell'occhio ma risultare comunque veloce.
Dopo circa mezz'ora ho quasi finito il terzo foglio. Lancio uno sguardo a Megan che scuote la testa seria. Effettivamente capisco anche da sola che sia ancora troppo presto per consegnare. Guardo Kermes -che a sua volta mi stava già guardando- mimare un "ho finito" con le labbra. Annuisco facendogli capire che sono allo stesso punto. Sfuffa e alza lo sguardo cercando qualcosa da fare... credo che farò esattamente lo stesso. Potrei parlargli, anche se a qualche metro di distanza so che mi sentirebbe nonostante sussurrassi. Il problema è Peter, ci sentirebbe anche lui e per fortuna Kermes lo sa bene.
Quest'ultimo si alza, posando sulla cattedra il suo compito e quello del suo amico. Lo guardo sorridendo e lui ricambia strizzando l'occhio. Ora posso consegnare, ma prima, devo aiutare Megan.
Inserisco l'ultima risposta alla domanda e guardo Peter. «L'ultima è la C. Ora dammi i tuoi fogli.» Quasi ordino.
Mi guarda perplesso. «Che cosa?»
«Dammi la verifica.» Ripeto.
Nonostante non capisca, fa come gli ho detto, porgendomi i fogli dopo averli sistemati uno ad uno.
Mi alzo e prendo entrambe le nostre verifiche, passando davanti al banco di Megan e lanciandole quella di Peter. Mi ringrazia sorridendo, mentre finalmente inizia a scrivere. Consegno la mia verifica e torno a sedermi.
«Perché l'hai fatto?» Domanda Peter avvicinando il viso a me.
«Che c'è? Puoi copiare solo tu?»
Alza gli occhi al cielo ridendo. «Ok. Sei in gamba, dolce psico... più del previsto.»
Mostro un espressione compiaciuta mentre Meg si volta verso di me e restituisce i fogli a Peter. Credo che la mia missione sia compiuta.
Dopo pochi minuti la maggior parte degli alunni ha concluso e consegnato la loro verifica, ciò sta a significare che abbiamo del tempo libero mentre la professoressa correggera quest'ultime.
«Leggete qualcosa, parlate sottovoce o fate quel che volete, ma non devo sentir volare una mosca. E niente cellulari.» Ci raccomanda la prof. Ovviamente nessuno presta attenzione alle sue parole, Peter compreso che sfila il telefono dalla tasca. Alzo gli occhi al cielo ed afferro uno dei libri di lettura riposti sotto i nostri banchi. Una tradizione della nostra scuola è proprio questa: sotto ogni banco presente nell'istituto si nasconde almeno un libro, per situazioni del genere.
Mi stendo sulla sedia ed apro la prima pagina del libro. Non ho nemmeno guardato la copertina. La trama sembra interessante; racconta di una ragazza innamorata del suo migliore amico. Mi sarebbe piaciuto avere un migliore amico, ma purtroppo non ne ho mai trovato uno. Credo che l'amicizia tra maschio e femmina non esista. Ci sarà sempre uno che sarà il punto debole dell'altro. Alcune volte però, mi piace pensare di avere quest'idea in testa solo perché non ho mai potuto smentirla.
La mia lettura viene interrota da Megan, che mi lancia velocemente un piccolo bigliettino cercando di non dare nell'occhio. Lo apro.
"Guarda Kermes" Cita quest'ultimo. Faccio come scritto, voltandomi verso di lui. "Vieni in bagno" mima con le labbra. Inizio a tremare, senza alcun motivo logico. Sento solo una forte agitazione, non so che mi succede.
Lui alza la mano per ottenere l'attenzione della professoressa, che guardandolo gli concede il permesso di uscire. Mi passa accanto e mi sfiora la spalla con la mano, lanciandomi una veloce occhiata.
Il suo compagno di banco ha lo sguardo fisso su di me già da qualche secondo, non promette bene.
Replico il suo gesto alzando anch'io la mano, ricevendo il permesso.
Faccio per alzarmi ma una volta in piedi Peter mi afferra il braccio, facendomi abbassare nuovamente. «Devi seguirlo come un cagnolino?» Sussurra.
Deglutisco e non rispondo, liberandomi dalla sua presa per poi uscire dall'aula.
Arrivo davanti alle porte dei bagni collocati l'uno di fronte all'altro per distanziare i due sessi, cercando Kerm.
«Ehi.» Dice dietro di me.
Mi volto, vedendolo poggiato allo stipite della porta del bagno dei ragazzi con della carta scottecs tra le mani.
«Ehi» Dico a mia volta, avvicinandomi piano a lui.
«Domanda scontata che probabilmente sentirai non solo una volta stamattina... che cosa stai facendo, Ada?» Il suo tono è basso e quasi senza emozioni, riesce ad essere attraente a prescindere dal discorso.
«Che vuoi dire?»
«Con Peter. Vi ho visti in cortile stamattina, stavate per baciarvi. Ero con Megan, se non te ne fossi accorta.»
Con Megan? Dio, non l'ho nemmeno vista.
«Non vi ho visti. Dov'eravate?»
«Non sviare in discorso. Che stai facendo?» Ripete, gettando la carta nel cestino.
«Mio fratello mi ha chiesto di provarci con lui.» Confesso. Non mi pesa affatto dirlo.
Sgrana gli occhi. «Che cosa?» Sbraita incredulo.
Mi guardo intorno sperando non abbia sentito nessuno e mi avvicino alla soglia del bagno.
«Non urlare. Devo cercare di farlo fidare di me.»
«Non so se questa frase sia grammaticalmente scorretta o se solamente suoni male, ma in questo momento metterò da parte la mia ossessione per il vocabolario e ti prenderò per le orecchie. Stai facendo un'enorme cavolata.»
«Lo so, ma l'ho fatto anche per te.»
«Per me? Che vorresti dire?»
«Kerm, ti voglio con me in questa storia, credo che tu possa aiutarmi.»
«Ed io ci sarò. Ma non c'è bisogno di provarci con lui.»
«Non è così facile. Ho fatto un patto con mio fratello. Ho accettato di provarci con lui ed in cambio Aurel non ti perseguiterà per il resto della vita e non ti studierà come sta facendo con Peter.»
Rimane fermo a guardarmi per qualche secondo. «È una cosa stupida, lo sai vero?»
«Fidati, non lo è. Conosco mio fratello e come anni fa è venuto a conoscenza della mia amicizia con Megan, sarebbe venuto a conoscenza anche di te. Ho preferito dirglielo e quell'occasione mi sembrava buona.»
«Più ne parli, più penso che sia stupido.»
Dio, non può capire. Non conosce affatto Aurel.
«Lascia stare Kerm, è inutile. Ormai quel che è fatto è fatto.»
«Si ma puoi smettere.»
Non capisco questa sua voglia di volere che io smetta di provarci con Peter, davvero.
«Perché vuoi che la smetta?»
«Perché è una grande cavolata, Ada. Non sai cosa vuole, potrebbe essere pericoloso. Potrebbe ucciderti.»
«Anche tu potresti farlo.»
Aspetta qualche secondo prima di rispondere. «Ma che cazzo? Come puoi pensarlo? Sai che non lo farei.»
«Nessuno me ne da la conferma, però. Io ti conosco a malapena e tu sai qualsiasi cosa della mia vita. Mi hai praticamente studiata, chi può smentire il fatto che tu non stia aspettando il giusto momento per farmi fuori?»
Sembra riflettere un attimo sulla mia risposta e la sua espressione è un mix di delusione e stupore. Guarda a terra e si avvicina a me, afferrandomi le mani. «Pensi davvero che io possa ucciderti?» Mi domanda serio, guardandomi negli occhi.
«Non lo so. Non potrei metterci le mani sul fuoco.»
Istintivamente mi afferra il mento e mi costringe a guardarlo, avvicinando il mio volto al suo. «E dentro cosa senti?» Domanda a qualche centimetro dalle mie labbra.
Cosa sento? Sento di potermi fidare di lui, che non mi farà del male. Sento qualcosa. Sento che è uguale a me più di quanto io creda.
«Che non mi sfiorerai nemmeno.» Rispondo sincera, mentre lui sorride leggermente accanto al mio viso. «Eppure ti sto sfiorando. Anzi, siamo così vicini che se avessimo ancora del battito cardiaco in corpo lo sentiremmo a vicenda.»
Deglutisco e guardo le sue labbra. Questo ragazzo mi affascina, sarebbe inutile e squallido dire il contrario.
Improvvisamente, due familiari ossa appuntite prendono possesso della sua bocca, comparendo all'improvviso. Lo spuntare dei canini quando nella vicinanza c'è un umano non è nulla di sorprendente, ma quando si tratta di un altro vampiro, vuole dire c'è della vera attrazione. Sia fisica, che mentale.
«Kerm...» Sussurro, mentre mi si avvicina ancora.
Annuisce, aspettando che io parli.
«Ti sono spuntati i canini.» Lo avverto trattenendo un sorriso imbarazzato, mentre lui si stacca da me.
Sospira ridendo e guardandosi attorno. «Ok, mistero svelato piccola succhiasangue.»
Rido divertita quando vedo lui fare lo stesso.
«Ti sono davvero spuntati i canini per me?» Rido ancora, quasi incredula.
«C'è qualcosa di strano? Sei bella, intelligente, attraente, mi sai prendere, hai un bel carattere...»
«Non so, non mi era mai successo prima.»
«Bene. Ora avrai qualcosa di nuovo raccontare a Megan!» Sorride dolcemente, entrando nel bagno.
«Torna in classe, io ti raggiungo appena saranno tornati al loro posto.» Dice ancora, sorridendo.
Annuisco ricambiando il sorriso e faccio come dice, rientrando in aula.

Flame And Secrets [Vampiri]Where stories live. Discover now