XIX- Teatrale

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Apro gli occhi quando la visione giunge al termine. Questa volta non vedevo l'ora che finisse, il dolore al petto causato dal dispiacere era più forte di quello alla testa. Mio fratello è accanto a me e mi guarda negli occhi, probabilmente capendo ciò che ho appena visto, cercando di farmi calmare. Io sono immobile, incredula e meravigliata da ciò che è appena successo. Non sono mai stata in grado di vedere nel mio passato, solo nel mio futuro.
«Ada!» Continua a chiamarmi mio fratello, mentre mi fa sedere a bordo piscina, evitando così di farmi cadere in acqua nel caso di sbandamento. Si blocca quando sente la voce di Megan chiamare il suo nome e la guarda per qualche secondo, squadrando Daniel di fianco a lei e Kermes poco dietro quest'ultimo. Tutti ci guardano preoccupati, Megan specialmente.
«Che ci fai qui? Che è successo?» Domanda lei, correndo verso di me.
«Non toccarla, Meg. Aspetta. Ha avuto una visione.» La ferma alzandosi. Per la prima volta sento il nome della mia migliore amica uscire dalla sua bocca e questo riesce quasi a distrarmi. Guardo Kermes in procinto di avvicinarsi a me e rivedo nei suoi occhi quelli dell'uomo che ha ucciso mia madre. Mi vengono i brividi. «Ada...» Mi chiama quest'ultimo continuando piano ad avvicinarsi, ma io non rispondo. Ripete il mio nome finché non lo guardo. Si trova a pochi centimetri da me, ma al contrario di ciò che dovrebbe essere, non ho paura di lui, la visione non ha creato odio nei suoi confronti. L'uomo che ho visto aveva i suoi occhi, ma non era lui. L'immagine di mia madre, però, non riesco a togliermela dalla testa. Mi porto le mani in viso cercando di allontanare i pensieri, focalizzandomi su quello che è successo stanotte. Doppiamente, non provo odio verso di lui. Al contrario, sua presenza mi fa sentire bene. Mi fa sentire al sicuro.
Nonostante Aurel sia ancora qui impegnato a parlare con Meg, Kerm lo ingora totalmente e si siede accanto a me. Lo guardo ma non parlo. Lui, invece, cerca di capire come mi sento e cos'è successo, ma sono troppo impegnata ad ascoltare la conversazione tra mio fratello e la mia migliore amica che cerca di convincere quest'ultimo del fatto che il ragazzo accanto a me non sia un pericolo, anzi, tutto il contrario.
«Ada, parlami.» Quasi ringhia lui.
«Dio, ma che cazzo le hai letto?!» Grida a mio fratello, avvicinandosi velocemente a lui. Merda.
Mi alzo di scatto come se nulla fosse successo, come avessi totalmente ripreso le forze per pura magia e gli corro dietro, cercando di fermarlo dal picchiare Aurel, o peggio, di usare i suoi poteri contro di lui. «Kermes fermo!» Urlo. Lui si blocca e mi guarda. Nei suoi occhi c'è la rabbia, ma non prendono il colore del fuoco, né tantomeno i suoi canini decidono di spuntare. Non capisco se sia talmente tanto bravo a controllarsi o se non sia così arrabbiato come fa credere. Nel suo sguardo però, leggo preoccupazione sincera.
Senza pensarci due volte viene verso di me e mi prende tra le braccia. Lo stringo forte tanto quanto lo fa lui e mi sento così dannatamente bene. Forse come non mi sono mai sentita prima. Sento gli occhi di tutti addosso a noi, Aurel compreso, che questa volta però sembra non volerci dividere, nonostante lo sguardo notevolmente infastidito. Forse Megan è riuscita a convincerlo.
Sciogliamo piano l'abbraccio e lui mi afferra la mano, guardandomi negli occhi.
«È tutto ok?» Domanda Daniel, avvicinandosi a me.
Annuisco. «Si, ho solo avuto una visione.»
«Che tipo di visione?» Chiede Kermes, non lasciando la mia mano. Rabbrividisco quando ripenso a quell'orribile scena e sento un forte dolore allo stomaco. Il dolore del provare dolore.
«Ho visto mia madre.» Sibilo, guardando Aurel.
«Hai visto quello che ti ho detto?»
Annuisco ancora. «Si, ma non c'entra niente con lui.»
«Non c'entra niente? E come lo spieghi? Sentiamo.»
«Io non lo so. Non avevo nemmeno mai avuto una visione sul passato, non ci capisco niente, Aurel.»
Si guarda intorno e serra le labbra, irritato.
«Cristo!» Sbraita.
«Prova a porti qualche domanda su quello che fa per me.» Lo prego.
«Non ho bisogno delle domande se ho già le risposte.»
«Non esiste risposta senza domanda.»
Per la prima volta sembro essere riuscita a togliergli la solita risposta pronta dalla bocca.
«Ok. Mi porrò queste domande, come vuoi. Ma lo farò a casa, l'odore insopportabile di quell'umano fa male alle mie narici. Riccioli rossi è stato un piacere, per modo di dire. Umano del cazzo, ci vediamo.» Li saluta con scortesia, irruentenente, dissolvendosi come suo solito. Fino al suo arrivo tutto sembrava quasi un film, ora invece sembra essersi trasformato in una drammatica opera teatrale.

Flame And Secrets [Vampiri]Where stories live. Discover now