32. La distanza tra noi due

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L'allestimento del pub era fantastico: divanetti affiancati da piccoli tavoli, scritte neon di grandi pensatori sui muri, luci colorate per divertirsi e diversi banconi per poter ordinare i drink. La quantità di persone nel locare era alta. A Jimin non piaceva né andare alle feste né andare nei locali; quella serata però sarebbe stata l'ultima passata anche con oltre suo hyung e non l'avrebbe mai persa.

Adorava molto però guardarsi intorno e rimanere affascinato da tutte quelle luci a neon che portavano felicità in un locale. Quel pub era diverso dai soliti, le scritte neon presenti suoi muri gli donavano un tocco di chic, attirando l'attenzione di molti.

Dopo essersi allontanato dal proprio tavolino per lasciare il suo migliore amico tempo e spazio per parlare a Yoongi, decise di andarsi a prendere un drink, prima che Namjoon o ancora peggio Taehyung lo vedessero. Un Long Island, sempre stessa scelta. Nel berlo pensò a quanto forte fosse, altrimenti non si sarebbe mai sentito così poco lucido; un secondo pensiero che sfiorò la sua mente fu Jungkook.

Non sapeva dove fosse, se stesse lavorando oppure se avesse accanto a sé quell'odiosa assistenze; gli stava sempre vicino e puntualmente accadeva quanto dovevano fare una videochiamata. Stranamente li interrompeva sempre sul nascere di una frase importante, sembrava farlo apposta. Sperava veramente che venisse licenziata, con la speranza che il minore non accettasse le sue attenzioni.

Scosse la testa al solo pensiero, continuando a bere il suo alcolico. Girò la testa per vedere come stesse Taehyung e vedendolo ancora parlare al telefono con un'espressione felice sul volto, un sorriso spontaneo apparve sul proprio. Ormai aveva terminato di bere quando sentì una voce.

«Come stai Jimin?» domandò Mark con un sorriso, sedendosi accanto al biondo. «È da un pò che non parliamo.. volevo scusarmi. Quella sera non dovevo baciarti, non senza il tuo permesso. Ti chiedo ancora scusa, non pensavo che fossi ancora legato a lui.. perdonami.»

Lo guardò pensando a cosa fosse successo quella serata; l'errore non era stato fatto solo da Mark, ma anche da lui stesso. Gli aveva dato troppe attenzioni, facendogli capire l'opposto di ciò che provava; l'aveva illuso e mai se lo sarebbe perdonato.

«Neanche io lo pensavo, ma a quanto pare la corda che pensavo fosse spezzata è più resistente del previsto.» ammise, giocando con il bicchiere vuoto sul bancone. «Accetto le tue scuse e vorrei essere ancora amici, però è meglio prendersi del tempo. Va bene?»

«Certo, grazie Jimin.» e sorrise, contento di non aver perso una persona come lui. «Posso offrirti qualcosa da bere?»

Il biondo girò la testa ridendo e indicando il suo bicchiere, ormai vuoto da svariati minuti. Mark si diede dello stupido mentalmente, ma proprio a causa della sua espressione Jimin accettò una seconda bevuta, a patto che anche lui ne bevesse uno. Con il passare dei minuti i due continuarono a ridere e scherzare come amici senza pensare al trascorso.

Ciò che di importante c'era era vedere un sorriso sul volto di Jimin e di questo Mark ne era molto contento. Quando quest'ultimo decise di andare in pista, il biondo pensò ancora a ciò che successe la sera precedente. Non si era mai sentito così calmo e rilassato come il giorno prima; la voce del castano l'aveva incantato.

Messaggio a: Jungkookie
Mi è piaciuta tanto la canzone,
davvero. Quando canti sembri un
angelo, è molto dolce la tua voce.
Mi sono rilassato, grazie.
[00:44] (13:44)

Messaggio da: Jungkookie
A me è piaciuto cantartela Jiminie.
E saperti rilassato.
(13:45) [00:45]

E lo era, Jimin la sera precedente si era rilassato così tanto che riuscì a dormire profondamente. La sua mente aveva smesso di pensare e aveva concesso un momento di tregua a ogni suo pensiero, ansia o stato d'animo; si era concesso un meritato riposo.

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