Capitolo 19

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Pov Alberto
La mattina seguente mi sveglio molto prima del solito. Il sole non è ancora sorto e questo mi fa capire che sono appena le 5 del mattino.
Mi metto seduto e dopo essermi strofinato gli occhi, guardo Luca che sta ancora dormendo tranquillo accanto a me, con le ginocchia strette al petto. Con la mano sposto una ciocca di capelli dal suo viso per poi accarezzargli una guancia, e non riesco a fare a meno di sorridergli.
Osservo poi il mare di fronte a me e resto ad ascoltare in silenzio il suono delle onde, nel frattempo si sente anche il cinguettio degli uccellini e, dopo qualche minuto, riesco a vedere anche il sole che inizia a sorgere dietro le montagne. Mi volto di nuovo verso Luca e gli do un bacio sulla guancia, per poi sorridergli. "A dopo amore." Sussurro.
Scendo dal rifugio e, cercando di non fare rumore, apro la porta di legno per poi andare nella spiaggia, tuffandomi in mare. Spesso l'anno scorso mi svegliavo presto per andare a fare delle nuotate nei dintorni dell'isola, per poi tornare verso le 7 e mezza per aiutare Massimo con il lavoro.
Vado prima sulla torre per sistemarla un po' e qualche ora dopo torno in mare per darmi una rinfrescata. Vorrei che Luca fosse qui con me, ma stava dormendo così tranquillamente che mi dispiaceva svegliarlo. Che poi conoscendolo, non si sarebbe mai alzato così presto.
Mentre nuoto, trovo molti oggetti appartenenti agli umani e ripenso alla collezione che facevo l'anno scorso; avevo davvero tante cose, che però decisi di restituire ad alcuni pescatori di Portorosso, ricordandomi che appartenevano a loro.  Per curiosità decido di dare un'occhiata, e tutto ciò che trovo sono arpioni rotti, reti da pesca e un capello che mi ricorda molto quello dell'amico di papà, Tommaso. Cosi lo prendo con l'intenzione di portarglielo oggi pomeriggio, ma mi fermo appena vedo un oggetto in particolare che attira la mia attenzione. Tra la sabbia, nel punto in cui c'era il capello, riesco a vedere qualcosa che luccica. Avvicinandomi sempre di più capisco che si tratta di una semplice collana bianca con un ciondolo. Per curiosità la prendo e sposto la sabbia sopra il ciondolo per vedere se c'è scritto qualcosa, e rimango spiazzato nel leggere il nome a cui appartiene. Strofino gli occhi, forse ho solo letto male, ma invece, ho letto più che bene.
"Alice Scorfano" Rileggo il nome ad alta voce, che trema leggermente appena leggo 'Scorfano' .
Lascio cadere di fretta la collana. "N-Non può essere-.." Mi blocco, trattenendo il respiro per qualche istante.
Dopo un po' di tempo afferro la collana che avevo lasciato cadere, e ancora sconvolto nuoto fino a Portorosso, nel mentre la mia testa inizia a riempirsi di mille domande e ricordi che pensavo di aver cancellato dalla mia mente.
'Devo parlarne con Luca, Giulia e Emma.'

Appena arrivo a casa però non li trovo. Entro in cameretta e trovo solo Emma che sta ancora dormendo, così esco silenziosamente dalla stanza, ma mi blocco appena la sento chiamarmi.
Mi giro verso di lei. "Buongiorno, pensavo stessi ancora dormendo" Mi siedo ai piedi del suo letto. "Sei sveglia da molto?"
"No da dieci minuti" Risponde, con la voce impastata dal sonno.
"Io mi sono svegliato più presto del solito. Sono andato sulla torre e ho fatto una nuotata" Dico e lei mi guarda con gli occhi semi-aperti, ha la faccia ancora addormentata. Accenno una risata, mi fa ridere la sua espressione.
"Vado a fare colazione, tu alzati perché sono quasi le dieci"
"Si ora mi alzo." Dice sbadigliando, mentre io vado in cucina.

Appena mi siedo sento il telefono squillare, mi alzo e rispondo. "Pronto?"
"Hey Alberto." Sorrido appena sento la sua voce. "Ciao papá!"
"Come state tu e i ragazzi?"
"Tutto bene." Sorrido, ma poi ripenso alla mamma di Emma, al motivo per cui non sono qui.
"Ehm, come sta Elisa?" Alzo lo sguardo e vedo entrare Emma in cucina, ha la faccia ancora assonnata ma allo stesso tempo preoccupata.
"Sta bene, le hanno fatto delle visite ma va tutto bene." Dice felice e io tiro un sospiro di sollievo. "Menomale.."
Emma capisce e fa lo stesso, per poi sorridere. La guardo anche io sorridendo.
"Torneremo lì stasera."
"Va bene, allora ci vediamo dopo" Chiudo la chiamata e poso il telefono.
"Sta bene quindi?" Emma si avvicina a me. "Si sta bene, ha detto che torneranno stasera."
"Menomale davvero" Mentre lo dice si mette una mano al petto e sospira.
"Te l'ho detto che sarebbe andato tutto bene" Le sorrido e lei ricambia, si vede che adesso è molto più tranquilla e questa cosa mi fa stare meglio. Dopodiché preparo la colazione per entrambi e porto le tazze sul tavolo.
"Comunque, sai dove sono Luca e Giulia?" Le domando sedendomi, lei fa lo stesso e
per un po' ci pensa su. "No, prima ho sentito Luca entrare in casa dalla finestra, non so dove sia andato ma probabilmente ti starà cercando."
"Allora andrò da lui più tardi, sarà sicuramente sulla torre. Giulia invece dov'è?"
Emma alza le spalle. "Non lo so e non mi importa" Risponde poi con indifferenza.
"Ma è successo qualcosa tra voi due?"
"N-no, però-" Fa una pausa. "Non voglio più parlarle, tutto qui."
"Così, senza un motivo?" Chiedo abbastanza stranito. Lei annuisce cercando di sembrare convinta, ma non lo è ovviamente. Un motivo deve esserci per forza e sono anche sicuro di sapere quale sia. Così decido di essere diretto. "Sei gelosa perché ieri è uscita con Guido?"
Emma alza di scatto lo sguardo verso di me, guardandomi in modo perplesso.
"Ma che dici, io sono felice per lei."
"Mhmh, si certo" Mi alzo dalla sedia e poso la tazza nel lavandino. "Emma ti ricordo che siamo migliori amici, lo sai che puoi parlarmi di tutto"

ᴛᴜᴛᴛᴏ ᴘᴇʀ ᴍᴇ || LUBERTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora