The End Of The F***ing World

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N.d.A. signorx... È con tantissima emozione che vi pubblico (finalmente oserei dire) l'ultimo capitolo di quello che è stato uno dei viaggi di scrittura più emozionanti della mia vita.

Questo capitolo riprende esattamente da dove si interrompeva il precedente e, visto che è passato un po' di tempo, vi consiglio caldamente di darvi una rilettura almeno della parte finale del capitolo precedente.

Detto questo, lascio parlare Michele.

«Davvero credi di poter sparare una bomba del genere e poi fare come se niente fosse?»

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«Davvero credi di poter sparare una bomba del genere e poi fare come se niente fosse?»

Michele allargò le braccia, bloccando l'incedere fin troppo tranquillo di Simone, che tranquillo certo non avrebbe dovuto essere.

«Senti,» Simone frenò, le spalle tese «che ti devo dire? Hai capito.»

«Tu e la comunicazione viaggiate su due strade parallele in rotta di collisione nel duemilamai, questo ho capito» Michele rilasciò un verso frustrato, poi prese aria, cercando dentro di sé un briciolo di calma e raziocinio.

«Non mi sono svegliato gay dall'oggi al domani» la voce di Simone tagliò l'aria, un velo di irritazione a coprirgli lo sguardo «Però neanche stavo fingendo. Con Yvonne. Non lo so, pensavo di aggiustarmi mettendomi con lei.»

«Aggiustarti» ripetè Michele, incredulo. Simone abbassò gli occhi. Dietro la facciata di indifferenza, trovò qualcosa di molto simile alla vergogna e alla paura. Non fece in tempo a elaborare due parole in croce, che Simone lo superò con un passo lungo.

«Lascia stare» soffiò.

Michele lo afferrò per l'avambraccio, bloccandolo.

«No, ehi» sospirò e una mano volò tra la massa corvina scombinata «Scusa, non ti sto giudicando né niente. È solo... mi hai preso alla sprovvista. Però non vergognarti, non con me. Ok?»

Simone socchiuse le labbra e le pupille di Michele saettarono immediatamente lì, il cuore in fibrillazione al ricordo così recente di quelle labbra sulle sue. Allentò la presa sul suo braccio per lasciar scivolare una carezza e fece per avvicinarsi.

Il passaggio rapido di un motorino, però, lo riportò bruscamente alla realtà e Simone indietreggiò, staccandosi da lui.

«Ok, ok» Michele alzò le mani «Ho capito. Riassunto breve: sei gay, ma ti stai anche pisciando sotto dall'ansia perché sei nel tuo bell'armadio e per ora vuoi rimanerci. E penso di piacerti, no?» cercò conferma nella sua espressione «Insomma, mi hai tipo limonato duro contro un muro neanche due minuti fa, quindi-»

«Sì sì, finiscila» il rossore totalmente inatteso che gli colorò gli zigomi fece sorridere Michele, una sensazione molto simile all'euforia a scorrergli addosso.

«Tranquillo, niente ti vieta di rifarlo» ridusse drasticamente la distanza tra di loro «Quando vuoi, dove vuoi e come vuoi.»

«Finiscila» Simone lo spintonò con un mezzo sorriso mal trattenuto e Michele scoppiò a ridere.

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