Odiare

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N.d.A. Informazioni:
Se subite o siete spettatori di abusi, maltrattamenti e bullismo di ogni tipo chiamate
- il numero della polizia 112
- il telefono azzurro 19696

 Informazioni:Se subite o siete spettatori di abusi, maltrattamenti e bullismo di ogni tipo chiamate- il numero della polizia 112- il telefono azzurro 19696

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«Ok, abbiamo raggiunto l'aula e siamo ancora vivi. Personalmente, non ci avrei scommesso» sospirò Michele nell'abbandonare lo zaino sul banco, Simone a fare lo stesso.

«Occhi aperti, raga» ammonì Massimo, indicandoli come a sottolineare la cosa prima di andare a occupare il posto accanto ad Annetta.

«Non sia mai che sfondino le finestre armati di mitra» considerò Michele, alzando le sopracciglia alla volta del suo compagno di banco. La prima ora di quel lunedì era occupata dal tirannosauro di Italiano, il che significava cazzeggio assicurato. Il vociare animava l'aria, mentre Simone guardava le offerte delle scarpe al cellulare e Michele ondeggiava indietro con la sedia.

«Ora, io non dico che la Terra sia piatta, ma se fosse piatta, cosa cavolo sarebbe il confine che separa dal vuoto cosmico?» assottigliò gli occhi, fissando il soffitto.

«Dove l'hai letta, questa?» sbuffò Simone.

«C'era un video su youtube abbastanza coinvolgente. Questo tipo spiegava cose con la musica di Odissea nello spazio di sottofondo e, giuro, mi sono incantato a fissarlo. Tipo ipnosi.»

«Per i terrapiattisti» Amelia poggiò il gomito sul banco, girandosi «c'è una specie di barriera di ghiaccio come confine. E lì c'è l'esercito, ad ammazzare chi è troppo curioso, per celare la verità.»

«E tu ci credi?» fece Michele.

«Se credo in una Barriera protetta dai Guardiani della Notte in versione 1984? Sai com'è, ho ancora qualche neurone funzionante.»

«Un premio alla creatività» annuì tra sé Michele.

«Fate silenzio!» sbraitò la prof e qualcuno, in classe, ridacchiò «Laggiù! Zitti o vi metto il rapporto!»

Michele sbuffò, ondeggiando ancora all'indietro e sperando che la vecchia megera riprendesse presto a leggere quel suo dannato libro ad alta voce.

«Russo!» Ahia. La prof lo folgorava da dietro le sue orripilanti lenti leopardate «È modo di comportarsi, questo?! Tua madre non ti ha insegnato l'educazione?!»

Per un attimo, fu come essere catapultato altrove, circondato da un silenzio stridente, la realtà che assumeva connotati irreali.

Poi le gambe della sedia colpirono il pavimento, secche, riportandolo composto.

«Che ha detto?!» sibilò, l'avambraccio sul banco e la mano stretta a pugno.

«Che ha cresciuto un grandissimo maleducato! E ora apri il libro e segui!» ribatté lei, paonazza.

Michele non sentiva e non vedeva, c'era solo rabbia a bruciare nel petto e dominarlo.

Scattò in piedi di botto, i volti degli altri orientati d'improvviso verso di lui come macchie pallide sospese nel vuoto.

Rebel RebelWhere stories live. Discover now