«Che cretini» commentò Gaia. «Poveracci. È tutto ok?»

No, non lo era per niente. Corinna era arrabbiata, lo sentivo.

«Sì, certo» si affrettò a rispondere, poi mi guardò. «Non levi la collana, Melania?»

«No, credo proprio che la terrò» risposi.

La serata si era già rivelata più impegnativa del previsto.

La serata si era già rivelata più impegnativa del previsto

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Corinna non fu l'unica vittima, ovviamente. Anzi, pareva che buttare in piscina persone evidentemente non consenzienti fosse l'occupazione principale della serata. Sara propose più volte di andarcene. Io, però, non volevo tornare a casa; non avrei avuto altre serate come quella con le mie amiche. Così le convinsi a rimanere.

Chiacchierammo con altri nostri compagni di classe, poi ci mettemmo persino a ballare, lì nel nostro angolino. Sì, avevo mezzo sedere fuori dal costume. Non me ne fregava più niente. Ero un genio. Un Vendicatore. Avevo affrontato situazioni che il più temerario, lì in mezzo, non avrebbe avuto neanche il coraggio di immaginare; sarei sopravvissuta pure a un bikini della taglia sbagliata.

Era quasi mezzanotte quando Edera, esausta, propose di fare una pausa per riposarci. Avevamo guadagnato una postazione niente male, sedute all'angolo sul bordo della piscina, con le gambe a mollo. Corinna, che era stata costretta a togliersi i vestiti bagnati, si era immersa di nuovo in acqua e non era più uscita. Edera e Sara sedevano al mio fianco, mentre Gaia si era allontanata un attimo per evitare di incrociare Rocchi. Il famigerato Rocchi.

«Ah, eccoti» le disse Edera, quando finalmente tornò.

«Che fatica» rispose Gaia, poi si tuffò a bomba, infradiciandoci.

«Ti fai troppi problemi» le disse Edera. «Che te ne frega di quel cretino?»

«Boh» rispose lei. «Mi piace dal primo anno. Da quando a Melania piace quello lì».

Mi voltai nella direzione in cui Gaia aveva indicato 'quello lì'. Piras era insieme al fratello di Roberta e ad altri ragazzi della sua classe.

«Quello lì ti sta guardando» aggiunse Corinna.

Ma no, lui... mi stava guardando davvero?

«Cavolo» disse Sara. «Sta venendo qui».

Era vero. Si stava avvicinando con due bicchieri in mano, il costume troppo largo e a vita decisamente troppo bassa e i rasta sciolti sulle spalle.

«Mei» mi chiamò e le mie amiche si immersero in acqua e si dileguarono all'istante.

«Ciao» dissi, circospetta.

Se, come temevo, c'era Roberta di mezzo, avrei dovuto aspettarmi qualsiasi tipo di bassezza. Lui si mise a sedere accanto a me e mi porse un bicchiere.

«Vuoi?» chiese.

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