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-Polizia, vi ordino di fermare la vettura immediatamente!-.
Con il pugno sinistro stretto sul volante e il destro che armeggiava in continuazione con la leva del cambio, Rose condusse la sua auto all'interno della foresta mettendo per la prima volta a dura prova le sue abilità di guida.
Riflesse negli specchi retrovisori, le due volanti della polizia seguivano la scia di polvere e sassolini che venivano innalzati dal rapido passaggio degli pneumatici.
-Cristo, ci stanno raggiungendo!- gridò frustrata la donna. I grandi dossi e le buche presenti su quella strada priva di asfalto facevano sobbalzare gli ammortizzatori in continuazione, mentre il mezzo procedeva a velocità sostenuta allontanandosi sempre più dalla città.
L'asfalto e le mura furono sostituite da una vegetazione fitta e rigogliosa dalle diverse tonalità di verde.
-Non rallentare, ti prego!- esclamò Selin che mentre si aggrappava con una mano alla portiera riusciva a stento a voltarsi indietro, per assicurarsi che la piccola Felia stesse bene.
Nell'attimo in cui lo fece, si accorse che Jeff aveva posizionato un braccio davanti al torace della piccola per impedirle di venire sbalzata in avanti; e ciò che apparve nella sua mente fu la consapevolezza, finalmente ben chiara e delineata, che non avesse alcuna intenzione di abbandonare quel ragazzo al suo destino.
Era un mostro, oh sì che lo era; ma allo stesso tempo, come stava dimostrando proprio in quel momento, c'era anche qualcosa di profondamente umano dentro di lui.
-Non riesco a seminari!-.
Il grido disperato di Rose strappò via la ragazza dai suoi pensieri. Volgendo lo sguardo in avanti, oltre al vetro sporco del cruscotto, tutto ciò che poteva scorgere era una via stretta e accidentata che si addentrava sempre più nella boscaglia, affiancata dai tronchi degli alberi che assumevano forme e dimensioni assolutamente casuali, soffocati da una miriade di rocce e cespugli spinosi.
-Che cosa facciamo?- disse ancora la donna al volante, che a causa della tensione aveva la fronte zuppa di sudore.
Selin tentò di riordinare i pensieri. -Sai dove conduce questa strada?- chiese, annaspando.
L'altra scosse brevemente la testa, mentre l'auto superava un grande dosso, strusciando a terra la calandra e incidendo profondi graffi sulla verniciatura. -No, certo che no!- sbottò. -Ti pare una strada che si percorre normalmente?-.
-Devi seminarli- commentò Jeff con un'assurda tranquillità, dai sedili posteriori.
-Oh, ma davvero? Non ci avevo pensato!- ironizzò aspramente la donna. -Siamo fottuti, cazzo!-.
Il terrificante suono di uno schianto causò un brivido di terrore e adrenalina in Selin, che lanciando un'occhiata allo specchio retrovisore si accorse che una delle volanti aveva perso il controllo, andando a sbattere con una violenza terrificante contro agli alberi sul bordo della strada. La seconda vettura, che la stava seguendo pochi metri più indietro, finì per precipitare contro all'altra creando una sorta di incidente a catena che innalzò un enorme cumulo di polvere e fumo.
Entrambe le auto della polizia erano fuori uso.
Lasciando per qualche attimo la sua presa su Felia per potersi voltare indietro, Jeff osservò a sua volta dal lunotto posteriore la catasta delle due auto che adesso ingombravano la strada, con le luci lampeggianti ancora accese. Valutò rapidamente che a causa della violenza dello schianto era probabile che gli agenti di polizia fossero gravemente feriti se non morti, ma forse per la prima volta questo pensiero non gli diede alcun tipo di soddisfazione.
-Porca puttana, ce l'ho fatta!- gridò Rose, assumendo l'espressione più gioiosa e sollevata che Selin avesse mai visto comparire sul suo viso. -Sono la pilota più fica del mondo!-.
La corsa dell'auto proseguì avanzando tra le fronde degli alberi a una velocità decisamente inferiore, mentre tutti i passeggeri recuperavano la calma.
Rose era decisa ad allontanarsi dal luogo dell'incidente il più possibile per poi trovare un posto sicuro ove fermarsi e discutere con calma il da farsi.
Aveva bisogno di schiarirsi le idee, capire come avrebbe dovuto affrontare il fatto che adesso era coinvolta anche lei in quella disgraziata follia.
Circa un centinaio di metri più avanti la strada che stavano percorrendo si interrompeva bruscamente: sul fondo della via sterrata vi era uno spiazzo roccioso in cui nessun albero era riuscito ad affondare le radici, il quale terminava con un dirupo a piombo su un laghetto oltre il quale, in lontananza, erano visibili alcune abitazioni e una zona industriale.
L'auto di Rose arrestò la sua corsa sulle rocce tenendosi a debita distanza dallo strapiombo alto circa trentacinque metri, e finalmente la donna riuscì a riprendere fiato: con entrambi i pugni stretti sulla gomma del volante abbassò la testa ed affogò i polmoni in una enorme boccata d'aria. A causa dell'agitazione ancora tremava come una bambina e il suo cuore continuava a pompare sangue all'impazzata.
-Che... Che cazzo facciamo adesso?- borbottò annaspando, proprio mentre Jeff con una disarmante disinvoltura spalancava la portiera e scivolava fuori dalla vettura.
La donna si voltò indietro con il volto sfigurato da un ghigno di rabbia e disperazione. -Tu, dove credi di andare?- gridò, mentre a sua volta si precipitava fuori dell'abitacolo poggiando le suole su qualche ciuffo d'erba ingiallita. Anche Selin scese dall'auto subito dopo, intuendo che la situazione non poteva far altro che peggiorare; a bordo rimase solo la bambina, muta come un pesce.
-Sono nella merda adesso, ed è solo per causa tua!- continuò la donna mentre puntava il dito indice sulla figura immobile di Jeff. Il ragazzo la osservava con entrambe le mani affondate nelle tasche ed un'espressione sul volto assolutamente indecifrabile; sembrava tutt'altro che spaventato dall'atteggiamento dell'altra, anche se probabilmente ne era infastidito.
Avvicinandosi alla donna, Selin tentò di aiutarla a calmarsi. -Le cose non dovevano andare in questo modo, la colpa è solo mia, Rose- le disse. -Non volevo coinvolgerti, ma sono sicura che ne usciremo tutti quanti-.
-E come?- ribatté lei, agitando le mani a mezz'aria mentre parlava. -Gli sbirri hanno visto la mia auto. Ne conoscono il modello, il colore e sicuramente anche il numero di targa- ribatté, iniziando a camminare avanti e indietro nervosamente. -E ovviamente l'auto è intestata a me, quindi adesso saranno anche sulle mie tracce-.
La castana emise un sospiro passandosi una mano sulla fronte; si guardò brevemente intorno, valutando in che modo avrebbero potuto nascondere l'auto, ma l'unica opzione che le si palesò fu quella di gettarla giù dal dirupo e lasciarla affondare nel lago.
Assolutamente da escludere che Rose avrebbe acconsentito a una cosa del genere.
-Senti, fermiamoci un attimo e cerchiamo di ragionare lucidamente, ok?- le suggerì, con il tono più accomodante che riuscì a fare.
Ma la rabbia della donna continuava a salire, accompagnata dalla consapevolezza che da quel momento in poi la sua vita non sarebbe stata mai più la stessa.
-Ti ho aiutata in ogni modo possibile, Selin- ghignò, stringendo i pugni così forte da conficcarsi le unghie laccate nei palmi delle mani. -E tu mi hai ringraziata trasformandomi in una ricercata, ti sembra giusto?-.
La castana deglutí a vuoto, travolta da una terribile sensazione di colpa. -Non avevo idea che sarebbe accaduto questo, quando siamo arrivate non c'era nessuno, l'hai visto anche tu!-.
-Si, e poi ho visto arrivare uno sbirro e mi sono allontanata- aggiunse l'altra  -Per poi tornare indietro a riprendere te e Felia. Ecco qual'e stato il mio errore, dovevo prendere la bambina e lasciarti lì dov'eri-.
Selin spostò brevemente lo sguardo verso la macchia mente la piccola apriva la portiera con fatica, per poi scivolare giù dal sedile con il suo coniglietto di peluche ancora stretto tra le mani.
-Deve pur esserci un modo per uscirne- commentò, anche se un fitto velo di disperazione si stava impadronendo dei suoi pensieri. Non stava mentendo, era realmente dispiaciuta per aver causato quel guaio e non voleva che Rose si dovesse trovare ad affrontare dei problemi con la legge per causa sua.
Ancor più adirata di prima la donna le rivolse uno sguardo glaciale.
-Ma certo, racconterò ai poliziotti che non sapevo che ci fossero due ricercati e una bambina scomparsa nella mia auto, mi crederanno sicuramente!- ironizzo aspramente. -Senza contare che non ho i soldi necessari a pagarmi un avvocato, perché se così fosse di certo non vivrei nel merdoso hotel di Dan-.
A quel punto Jeff, che per tutto il tempo era rimasto immobile e in totale silenzio ad osservare le altre due mentre battibeccavano, fece un piccolo passo in avanti e rivolse il suo sguardo a Rose. -Tu non hai ancora infranto alcuna legge- le comunicò. -Se vuoi uscirne indenne, vai alla polizia e dì che ti ho costretta a guidare puntandoti un coltello alla gola-.
La donna tacque, ricambiando il suo sguardo.
-Ti trovavi per caso ferma davanti alla casa abbandonata e solo saltato nei sedili della tua auto senza che tu potessi fermarmi. Avete finito di litigare, adesso?-.
Selin annuì con un breve cenno del capo, emettendo l'ennesimo pesante sospiro mentre la piccola Felia, saltellando, la raggiungeva per aggrapparsi con tenerezza alle sue gambe.
-Ok ma... Mi crederanno? Sembra una spiegazione assurda- commentò Rose, appoggiandosi con la schiena contro alla vettura e intrecciando le braccia sul petto.
Jeff sollevò le spalle. -Boh. In ogni caso questa storia non è poi tanto diversa dalla realtà-.
Mentre pronunciava quelle parole Selin se ne stava ferma a guardarlo, e ripensava al momento in cui lui le aveva confessato che la sua più grande paura era quella di perdere del tutto il controllo della sua mente. A pensarci adesso le sembrava ridicolo, perché Jeff in quel momento sembrava una persona assolutamente equilibrata e razionale, non certo un individuo mentalmente insano. Il modo in cui la sua personalità continuava a cambiare senza preavviso la destabilizzava fortemente, ma più trascorreva del tempo in sua presenza e più era certa che quello strano ragazzo fosse domato da due personalità distinte che erano tuttavia facce della stessa medaglia.
Lui era violento ed imprevedibile, ma talvolta anche onesto e razionale.
-Quindi cosa facciamo?- domandò ancora Rose, che a causa del nervosismo aveva iniziato a rosicchiarsi le unghie.
Lo sguardo di Selin si posò in quello di Jeff, che trovò nuovamente freddo e inespressivo.
-Me ne vado, voi fate quello che vi pare- borbottò il ragazzo, mentre già voltava le spalle alle altre due con l'intento di addentrarsi nella boscaglia nella quale avrebbe potuto trovare riparo.
Rose fece un'espressione di disgusto mentre scuoteva il capo. -E comunque mi devi ancora dei soldi, tizio strambo!- gli gridò.
In quell'esatto momento il suono stridulo di una sirena si espanse con violenza nell'ambiente, facendo fermare immediatamente i passi di Jeff: i guai non erano ancora finiti.
Una terza volante della polizia stava percorrendo la strada sterrata innalzando una enorme nuvola di polvere mentre tre poliziotti armati si stavano avvicinando al gruppetto attraverso il bosco, con le pistole spianate.
Si erano avvicinati a piedi utilizzando la vegetazione per celare la loro presenza.
La voce di un altoparlante si espanse nell'aria, disturbata dal suono di una stridula interferenza di sottofondo.
-Polizia, mani in alto! Nessuno si muova!-.

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