I'M TRYING TO BE BRAVE, STOP ASKING ME TO LEAVE.

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CAPITOLO 28.
Niccolo's pov.

L'acqua scorre ma siamo ancora nudi. L'aria fredda di Febbraio lambisce placida la mia pelle ed aumenta il mio desiderio di contatto con Valerio, caldo.
Nessuno dei due abbandona la stretta che ha sull'altro, come se volessimo rimanere bloccati in questo stato di trance per sempre. Non parliamo e non osiamo muoverci per timore che uno dei due si possa inevitabilmente dissolvere nell'aria come polvere.
Con le dita stringo la sua schiena ed allo specchio osservo come si curvi al mio tocco. Le sue mani mi avvolgono il ventre morbido e lo sfiorano delicato quanto un fiore rasente al pelo dell'acqua.
Inalo il profumo d'albicocca dei suoi boccoli di rame ed incastro il mio mento sulla sua clavicola sporgente. Il suo corpo si confonde sempre al mio, proprio come era stato parecchio tempo prima e soltanto a lui risponde e reagisce.
Deglutisce contraendo e rilassando il pomo d'Adamo ed io lo seguo quasi a comando. Non resisto, così allungo i miei polpastrelli tra i suoi capelli e lo osservo dallo specchio mentre socchiude gli occhi.
Non si oppone come farebbe con chiunque altro e non lo ha mai fatto, a patto che a toccarglieli sia io ed io unicamente. Godo di parecchi privilegi quando si tratta di lui, ma amo impormi di non dover esagerare e tracciare il confine tra i miei ed i suoi spazi.

Riesco persino a scorgere i suoi muscoli ed i tendini che reagiscono all'impulso dei suoi movimenti e mi mandano in estasi. Rimarrei a guardare il suo corpo per ore, addirittura giorni interi, con la consapevolezza che mai e poi mai potrei stancarmi.
Il busto è adesso più solido, largo e definito. La mascella è serrata ma non perché qualcosa lo infastidisce ed il suo sedere e le cosce sono sufficientemente sodi da renderlo simile ad una statua degna del miglior scultore classico.
Ogni tratto di lui pare essere stato studiato con un'accuratezza morbosa e tale che niente potesse sembrare fuori posto. Avverto i suoi occhi ferirmi le guance e proseguire disinteressati dalla schiena ai miei glutei che poi, quasi con titubanza, stringe.
Non tentennare. Il mio corpo è tuo, ti appartiene.
Non so se l'ho pensato o se queste parole mi siano uscite di bocca troppo velocemente, ma pare avermi letto nel pensiero e perciò la sua stretta si fa più salda. È calda e confortante, tanto quanto una carezza materna in un momento di perdizione.
Il mio volto aderisce sul suo petto poco irsuto e lo bacio teneramente. Piega i bicipiti d'impulso ed io sollevo il mento per poterlo guardare come a chiedergli Sicuro Che Sia Tutto A posto?
Mi sorride goffo e poi si spinge verso me. Quando le nostre bocche si incontrano, cedono ad un bacio all'aroma salato del pecorino sulla pasta.

Odio il modo in cui stargli accanto mi faccia sentire così insignificante e brutto, tanto che ancora mi chiedo che cosa l'abbia spinto a volere disperatamente uno come me. Roma è piena di ragazzi più belli di me ed anche se non assicuro che possano avere un carattere migliore, qualcuno di loro, semplicemente per aspetto, sarebbe in grado di reggere con lui un piccato confronto.
Poi do spazio a ciò che sento e capisco che a lui non gliene frega niente di come io mi veda ai suoi occhi perché gli basta il suo di punto di vista. E me l'ha ripetuto centinaia di volte che sono l'essere più perfetto che lui abbia mai conosciuto in tutta la vita.
Credo che dovrei cominciare a fidarmi un po' di più delle sue parole e smetterla invece di affidare alle mie la facoltà di rendermi insopportabilmente insicuro. Me ne accorgo dal modo in cui tutto di lui mi trasmette una bramosa sete di ricongiungimento.
Da come cinge la sue braccia attorno a me, da come con la sua lingua culla la mia dentro la sua bocca e da come la sua pelle si colori di un rosso pallido laddove lo sfioro. Come a volermi dire Mi Stai Marchiando Con Il Tuo Tocco, Sono Tuo.
Ed io è così che lo voglio Valerio. Mio!
Non mi importa più del futuro e di cosa ci riserva, quanto piuttosto gradirei smetterla di pensare così tanto e mandare in stand-by la mia mente. Che poi mi basterebbe soltanto concentrarmi su noi e su ciò che stiamo cercando di ricostruire, peccato che questo processo non escluda Costa ed il passato.

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