I DO NOT KNOW WHAT FEELS TRUE.

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CAPITOLO 17.
Federico's pov.

Niccolò mi ha costretto ad andare con lui giù in giardino. Oggi nevica e non è riuscito a trattenere l'emozione, perciò lo guardo mentre con un'espressione assorta cerca di tirare su un pupazzo di neve che si ostina a voler chiamare Filiberto.
Impreca contro di me perché non vado in suo soccorso ed io ridacchio prendendolo in giro. Porta i guanti alle mani ed un cappotto pesante abbastanza da non fargli soffrire il freddo gelido di Lockwood.
Io dal canto mio continuo a credere che sarebbe stato meglio sorseggiare un tè al caldo, ma comprendo anche che gli serve un po' di leggerezza e perciò lo accontento. I fiocchi bianchi scendono lenti mentre lui si avvicina a me e mi spinge.
Lo tiro a me e ci troviamo l'uno sull'altro in un manto freddo di neve. Mi guarda, sorride e poi ci uniamo in un bacio delicato al tatto come cotone.

« Si gela. » sbuffo.
« Sta' zitto. Sei un gran brontolone. »
« Non sei neanche a metà dell'assemblamento di Filiberto. Sfigato! »
« È colpa tua. Se mi aiutassi lo avremmo tra noi. »
« Fa freddo. » ribatto.
« Hai vinto, torniamo dentro. » rotea gli occhi.
« Non osare farmi sentire in colpa. »
« Te la sei cercata. »
« Le mie mani sono così intorpidite che se le sbattessi contro qualcosa, si romperebbero come cristalli. »
« Il solito esagerato! » ride.

I miei host-parents sono fuori per il weekend ed hanno portato con loro anche Agatha. Ho preferito non andare poiché odio il freddo e la neve, perciò ne approfitto e mi gusto la casa vuota insieme a Niccolò che la riempie con i suoi ricordi natalizi in Sicilia.
Mi ha parlato di nonna Maria che gli preparava i dolcetti ripieni di crema di fichi con marsala, di nonno Crocifisso specializzato in corse con l'auto, ma anche di zia Maddalena e di zio Eugenio abili in cucina e dei suoi numerosissimi cugini con cui giocava nel giardino della villa. Sembra che alla sua famiglia non manchi nulla, nemmeno l'armonia durante le vacanze.

« Ti preparo un tè? » chiede.
« Sì. In quella dispensa trovi l'infusore e in quell'altra trovi la teiera. » gliele indico.

Io non so neanche cosa sia l'armonia. È andato tutto bene fino a poco prima dei miei dodici anni, poi le cose hanno cominciato a prendere una piega cupa.
E se credevo che le cose non potessero andare peggio, il quattordici gennaio mio fratello l'ha fatta finita. Mi ha lasciato da solo.
Col tempo abbiamo scoperto che soffrisse di depressione, ma anche che era stato notevolmente bravo a nasconderlo. Si è congedato con una lettera.
Una lettera che non ho mai voluto leggere perché qualunque fosse la motivazione impressa in quella pagina , non avrei accettato la sua assenza comunque.

« Va tutto bene? » si ferma a guardarmi.
« Certo. » gli sorrido.
« Sei strano. »
« E te ne rendi conto solo adesso? » ridacchio.

Non ho imparato a convivere col senso di colpa, per non averlo capito, neanche adesso ma vivo in contesti che, non so se per fortuna o per sventura, mi distraggono dal pensarci. Quest'anno sarà il primo senza di lui e so già che quando arriverà il giorno del suo anniversario di morte, io sarò distrutto come quando l'ho trovato appeso.
Il cadavere che ho portato giù non era quello di Marco. Non gli era fedele in nulla.
Il collo gonfio, i lividi verdastri e le labbra pallide sono l'unica cosa che riesco a ricordare chiaramente, poi rammento solo un blackout. Come se avessi staccato la spina da tutto fino ad adesso.
Ora esistiamo solo io, Niccolò e il tempo che trascorriamo insieme. Un tempo che ho sempre voluto condividere con qualcuno dopo Leonardo.
Lui è stato il mio mondo per molto tempo, persino quando mio fratello è morto. È strano da credere, ma essendo terribilmente stremato mi sono aggrappato a lui e a tutto ciò che faceva per farmi sentire vivo.

« È probabile che tu mi piaccia proprio perché sei strano e introverso, Federico. I ragazzi misteriosi sono il mio punto debole. » sorride.
« Se fossi anche solo un po' furbo avresti capito da solo che sarebbe stato meglio non dirmelo. D'ora in poi userò questo carisma a mio vantaggio. »
« Tra un ragazzo persuasivo ed uno estremamente introverso, non so chi possa avere la meglio. »
« L'introverso. Ha molto tempo per analizzare i comportamenti delle altre persone e di conseguenza stipula una lista dettagliata su come affrontare possibili scenari con qualcuno. » dico.
« Meglio se torno al tuo tè. » ride.

TIENIMI LONTANOOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz