61 Guardie infinite

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Hawks pov
"NO!"
La voce di T/n aveva distratto la guardia e il colpo della pistola finì sul mio fianco.
Presi l'uomo per le testa e gli tirai una ginocchiata che lo fece cadere per terra.
Mi sistemai sopra di lui e gli sferrai diversi pugni sulla faccia. Quando vidi che era al limite mi alzai e gli sferrai un calcio in faccia che determinò il suo ultimo respiro.
Mi voltai verso la cella, la quale fu aperta da T/n con la sola forza della braccia e mani. Osservai la sua cella che, invece, aveva due sbarre separate, frutto della sua forza, e per terra si trovava il corpo squartato del tizio che gli ha fatto quelle orribili cose.
"T/n..."
"Keigo..."
Ridussi quei 2 metri di distanza, abbracciandola più forte che potevo. Rimase immobile, ma dopo che strinsi ancora di più la presa, allacciò le sue braccia attorno al mio collo, facendomi avvicinare ancora di più.
Alzai lo sguardo ed incontrai il suo neutro.
Lo so che si sta trattenendo.
"Keigo la tua ferita"
"Non è nulla di cui preoccuparsi, ho preso di peggio stai tranquilla. Ora andiamo"
Corremmo agitati verso la fine del corridoio colmo di muffa, salimmo le scale fino ad arrivare alla botola.
T/n era dietro di me e, dopo un cenno positivo, aprii lentamente la botola di qualche centimetro.
Quando mi assicurai dell'assenza di guardie, aprii totalmente la botola.
"Ora dove andiamo?"
Ci guardammo in giro e, oltre ai mobili, pareti e decorazioni costosissimi, notammo due porte.
Una che conduceva ad altri corridoi, nei quali avevamo ucciso parecchie guardie, così decidemmo di andare nell'altra.
Posai la mano sulla maniglia dorata e mi voltai verso T/n, facendole un cenno rassicurante, per poi aprirla lentamente.
"Aspetta"
Mi voltai verso T/n che appoggiò l'orecchio sulla porta e dopo qualche secondo, l'aprì senza preoccupazione.
Beh, si buona idea anche questa.
Davanti a noi si presentava una stanza straripante di armi, alcune appese e altre poggiate su un tavolo ampio al centro.
Ci dirigemmo entrambi verso quest'ultimo, il quale, oltre alle armi, aveva anche i miei occhiali che mi permettano di vedere le persone attraverso le mura.
Mi voltai verso T/n che, pacata, stava osservando le armi. Mi porse poi, un giubbotto antiproiettile.
Lo presi e me lo misi.
"Tu non te lo metti?"
"Non ne ho bisogno"
Sapevo che l'avrebbe detto.
"Non è vero T/n, non dire così"
"Non ti preoccupare, questi proiettili non mi fanno assolutamente nulla"
"Non sei antiproiettile, T/n"
"In realtà si...e poi tu ne hai più bisogno, stai già sanguinando"
Disse osservandomi la ferita, evidentemente preoccupata.
"Pensiamoci dopo ok? Prima usciamo di qua, meglio è"
"Ok"
Presi una pistola, gli altri fucili potevano essere difficili da usare in uno spazio piccolo, specialmente quelli a pompa.
Presi delle ricariche che mi infilai nella cintura, seguite da una seconda pistola che nascosi nel giubbotto antiproiettile. T/n, invece prese un coltellino che si infilò nella tasca e una pistola che tenne in mano.
La osservavo mentre armeggiava con le ricariche.
Sembrava agitata, ma cercava di non darlo a vedere. Odiavo vederla così...
"T/n"
Le presi la mano.
Lei mi osservò negli occhi, i suoi pieni di tristezza e i miei di speranza.
"Finirà tutto questo, te lo prometto"
Lei non rispose, si limitò a guardarmi facendo un profondo respiro seguito da un cenno affermativo con la testa.
La presi dalla nuca e la spinsi verso le mie labbra che si incrociarono e non volevano lasciarsi.
"Andiamo"
Le dissi per poi donarle un bacio sulla fronte.
Attivai i miei occhiali e vidi diverse guardie che si stavano recando verso questa stanza.
"Stanno arrivando molte guardie armate, hai qualche idea?"
"Non possiamo uscire da questa stanza e attaccarli per primi perché ci troveremmo in svantaggio, ma ci troveremmo altrettanto in svantaggio se rimanessimo qua per la piccolezza della stanza"
"Quindi cosa proponi di fare?"
"Sono tutti insieme o sono divisi a gruppetti?"
"Gruppetti"
"Bene allora, aprirò la porta e inizierò a sparare, poi tu potrai venire quando avrò acquistato almeno la metà della stanza"
"Non ti lascerò da sola"
"Come vuoi, però sta attento"
Io non sono preoccupato per me, ma per T/n, per il suo stato mentale dopo questo giorno e per cosa accadrà tra poco.
T/n spalancò la porta e iniziò a sparare contro le guardie, la raggiunsi anche io.
Schiena contro schiena, uccidevamo tutte le guardie che vedevamo. Ben presto dovetti ricaricare la pistola. Una guardia approfittò di quel momento per spararmi un colpo, che si frantumò sul braccio di T/n. Non espresse dolore, né con una smorfia né con una parola; non le aveva fatto nulla.
Stese la guardia con un colpo dritto in mezzo alla fronte.
Molte altre guardie arrivarono e, dopo un po', sembrarono non finire più.
T/n finì le ricariche e si diede al coltellino. Si scagliò su una guardia che morì accasciata per terra in un nano secondo, seguita da molte altre.
Nel mentre, io ero impegnato con altre guardie, ma una di loro, da dietro, mi diede un colpo alla nuca.
Cazzo dovevo aspettarmelo.
Caddi in ginocchio e velocemente stesi una gamba, facendo lo sgambetto a quella guardia, la quale cadde pure lei in ginocchia. Mi alzai e gli assestai un calcio sulla guancia e, automaticamente, appoggiai quel piede a terra che mi diede la spinta per saltare in aria. Feci una giravolta e, senza guardare, scagliai un altro calcio ad un'altra guardia che si stava approfittando di quella situazione.
Cadde malamente per terra , con il naso rotto.
Calpestai la sua faccia e sentii il suo ultimo respiro.
T/n se la stava cavando bene, ovviamente. Quando mi voltai verso di lei, assistetti ad una delle sue tante uccisioni. In posizione di guardia, diede una gomitata sul collo di un nemico che aveva appena fatto il primo passo verso di lei. La guardia retrocesse tossendo, lasciando a T/n vari modi per porre fine alla sua vita. Lei senza aspettare, scagliò violentemente il coltello nella sua testa, dalla quale schizzò fuori molto sangue che sporcò t/n.
Successivamente, senza guardare, assestò un calcio nello stomaco di un'altra guardia dietro di lei, prendendo nel mentre il coltello di prima che infilò nel suo occhio destro. Solo urla di dolore e spari si sentivano in quella stanza.
Per fortuna le guardie iniziavano a diminuire e io e T/n iniziavamo ad essere stanchi.
Un proiettile mi colpì la caviglia, facendomi cadere e successivamente un altro proiettile mi colpì la spalla sinistra. Iniziavo a vedere offuscato e facevo fatica a mantenere l'equilibrio. T/n si accorse del mio stato e decise di venire verso di me, ma fu fermata da una guardia che le infilò un coltello dietro alla spalla.
"Non mi fai niente coglione"
Sfilò il coltello dalla sua spalla facilmente e sgozzò il nemico.
Un portone davanti a noi si aprì, presentando il padre di T/n con altre sue guardie dietro di lui armate di fucili.
"FERMI!"
Un silenzio tombale regnò immediatamente nella stanza, ma fu subito spezzato dal corpo caduto della guardia che T/n aveva appena sgozzato.
"Non c'è bisogno di ammazzarsi tutti quanti. T/n stai dalla mia parte, proprio come una volta"
Lei non rispose.
"Formiamo una squadra, saremo invincibili!"
"Una squadra? Come una volta? Tu mi hai rovinato la vita. La mia, quella di mia madre e quella di mia sorella! Io ti detesto"
Lui puntò una pistola verso di me, cosa che fece allarmare T/n. Lei prese una pistola dal tizio accasciato per terra e la puntò verso suo padre e le guardie, a loro volta, puntarono i fucili contro T/n.
"Torna da me T/n e lo lascerò vivo"
"No."
Mi sparò alla tibia. Cercai di tenere le urla di dolore, ma mi accasciai definitivamente a terra. Riuscivo a malapena a sentire cosa dicevano e a vedere.
Tutto si stava offuscando piano piano.
Dopo lo sparo, t/n tirò un colpo di pistola alla spalla di suo padre e le guardie spararono a T/n.
Ma lei non si mosse di un millimetro, anzi si diresse verso le guardie ancora di più.
Lanciò il coltello che si conficcò nel petto di quello di destra mentre l'altro sparò di nuovo a T/n.
Lei non si fermava e continuava ad avanzare. Ad ogni suo passo, una pallottola si conficcava nello stesso punto della pancia. A lei non sembrava far male, ma vedevo il suo dolore negli occhi.
Ormai era già al quinto sparo e, a forza di continui colpi, si iniziava a vedere dall'altra parte del buco che si stava formando.
T/n arrivò dalla guardia e la uccise istantaneamente con un pugno sulla guancia e, dopo essersi appropriata del fucile, gli conficcò un proiettile nel petto. Premette il piede sul suo collo e piegandosi, staccò la testa al nemico, sollevandola con la mano, per poi buttarla ai piedi di suo padre.
"Avanti uccidi me al suo posto, se mi lascerai andare ti ucciderò. Non pensi sia la scelta migliore?"
Suo padre spostò la pistola da me verso T/n.
"Forza, fallo"
Disse T/n avvicinandosi maggiormente alla pistola.
Spostò il pollice sul grilletto e...

Angolo autrice
Si sono viva ahahaha
Scusatemi ho avuto un mesetto pesante fra scuola a e pallavolo, però eccomi quaaaa
Spero di aver scritto le cose grammaticalmente giuste perchè sto morendo di sonno.
Nel caso le correggerò domani.
Grazie della lettura, spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossimaaaaa

Vuoto (hawks x reader)Where stories live. Discover now