𝟒𝟐

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Quella che aveva il volto di Herebo, ma che non era affatto Herebo, batté le palpebre con calma, aprendo e chiudendo quegli occhi nelle cui iridi vorticava il rosso in un turbinio di sangue continuo.

Perché era sangue quello che le tingeva gli occhi.

L'avevano costretta a uccidere per secoli e secoli, solo per soddisfare quella sete di morte che avevano ereditato dal Cavaliere disperso.

Era il colore del sangue quello che le adombrava lo sguardo quando si arrabbiava.

Era per questo che detestava guardarsi allo specchio, prendere coscienza di quella che era per davvero.

I ricordi non erano abbastanza.

I tratti del volto dovevano cambiare o lei non avrebbe mai capito.

«Cosa pensi che farà quando l'oscurità emergerà?»

La voce era diversa.

Gutturale, roca, aspra, proveniente dalla parte più feroce del suo io.

«Cosa pensi che farà, l'oscurità, quando emergerà?»

Chiese ancora a Kane, ponendogli quella domanda che Herebo avrebbe dovuto fargli, ma presa dalla sua debolezza, e influenzata da quella piccola Fae che ancora sperava nelle attenzioni del fratello maggiore, non era riuscita a porre. 

«Aled, allontanati da lì.»

Ordinò Amias al suo vecchio soldato, mentre, veloce come un gatto, si avvicinò a Kane e lo tirò più lontano, lontano dal corpo della sorella.

«Immediatamente.»

Mosse la testa verso il Fenix, che, a occhi sgranati, eseguiva gli ordini del Re di Thaebar senza opporre resistenza.

Poteva avere il suo volto, il suo corpo e i suoi vestiti, ma persino lui sapeva che la vera Herebo era finita altrove, intrappolata nella sua stessa mente dal suo potere.

«Cosa pensi che farà, l'oscurità, quando emergerà?»

Si disposero tutti in posizione circolare intorno a lei, i poteri pronti per essere usati, le spade pronte per essere affondate.

Si concentrò su Kane.

Tremava, il Grande Re.

La sua non era paura.

Disprezzo, odio, rabbia e rancore sembravano tingergli gli occhi d'oro fuso.

«Cosa pensi che farà, l'oscurità, quando emergerà?»

Le labbra si aprirono in un sorriso fatto di denti aguzzi e bianchi.

Sgranò gli occhi rossi e piegò la testa verso Kane. 

Sentiva Herebo agitarsi dentro di lei, ribellarsi a quelle mani d'ombra che la tenevano incatenata, una spettatrice impotente costretta ad assistere a un'opera teatrale fatta di presagi di morte.

«Rispondi Grande Re. Cosa pensi che farà, l'oscurità, quando emergerà?»

«Non ho idea di cosa tu stia parlando.»

«IO. NON. SONO. HEREBO.»

Gridò e la stanza piombò nel buio, le pareti, il soffitto, il pavimento, il trono: tutto divenne nero, tinto dell'oscurità, tinto di lei, quel potere imprigionato nel corpo di una Fae immortale e debole.

Il fuoco di Amias riverberò nel buio, le mani infuocate, fiamme arancioni pronte per essere scagliate.

Aithne non si tirò indietro e le bastò battere le ciglia per richiamare il suo fuoco azzurro, caldo e brillante.

Shadow SwordOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz