𝟑𝟕

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Se avesse dovuto scegliere un momento e riviverlo per sempre, avrebbe sicuramente scelto quello, senza ombra di dubbio.

Baciare Aled era come arrivare in una nuova città ogni volta che la sua lingua si appropriava della sua bocca e ne assaggiava ogni centimetro, ne esplorava ogni dettaglio.

Provava le stesse sensazioni di quando era entrata a Sunfire la prima volta.

Il suo corpo era steso su quello di lei, che gli aveva allacciato le ginocchia ai fianchi per spingerlo più in basso, per impedire che si allontanasse troppo.

Sospirò nella sua bocca, rubandogli il respiro, quando lui spinse i fianchi contro i suoi: quel movimento circolare le fece formicolare la pelle e il punto in cui l'intimità di Aled si era fermata, proprio al centro della sua, pulsava dolcemente.

Gemette quando alzò i fianchi contro i suoi. 

Lasciò che i loro corpi entrassero in collisione con una carezza delicata, lenta, che percorse il profilo del suo pube.

Sospirò quando si accorse del tessuto troppo spesso dei suoi pantaloni di cuoio.  

Rise sulla sua bocca quando gli succhiò forte il labbro inferiore.

Rinchiuse il muscolo rosato tra i suoi denti e strinse tra gli incisivi quella parte di carne così morbida, fresca, dal sapore di cenere, fuoco e menta.

Succhiò con decisione mentre con la lingua accarezzava quel punto dolente.

Aled si vendicò di quella tortura premendo i suoi fianchi con più forza contro la sua intimità, un movimento di reni ben assestato, talmente inteso che riuscì a figurarsi nella mente il momento in cui l'avrebbe rifatto. 

Completamente nudo.

Aled raccolse il suo gemito con un bacio breve, fatto di labbra che si scontravano e denti che si mordevano.

Si staccò dalla sua bocca e cominciò la sua discesa verso il basso.

Le baciò la mandibola, le morse il lobo, tirando con decisione quella parte morbida e sensibile del suo orecchio.

Le leccò il collo, assaggiando il sapore della sua pelle sudata, il calore della stanza che andava aumentando.

Sbuffò quando incontrò la resistenza dei vestiti e si spostò di lato, il braccio destro sulla sua testa a sostegno di quel corpo muscoloso.

«Hai un'altra armatura, vero?»

Mormorò e prima che potesse capire quali fossero le sue intenzioni, l'indice le percorse lo sterno, la schiena inarcata verso di lui, e raggiunse il seno sinistro, dove, a partire dal centro, il punto in cui era nascosto il capezzolo, disegnò dei cerchi sempre più grandi.

Quell'inutile strato di cuoio le impedì di avvertire pienamente la carezza del suo dito.

Si lamentò e provò ad avvicinarsi, inarcando la schiena sotto il suo tocco.

Non capiva perché si ostinasse ad accarezzarla lì, a non spogliarla: la sottile cerniera, nascosta tra le pieghe della pelle scura, era proprio lì, bastava solo che la tirasse verso il basso e sarebbe stata libera da quella prigionia.

Fu solo quando vide delle scintille di fuoco che si accorse di cosa stava facendo.

Stava bruciando la sua armatura.

Piccole fiamme, a partire dal suo seno, in maniera circolare, stavano rivelando il suo corpo nudo agli occhi di Aled, che osservava la scena estasiato.

«Dovresti smetterla di bruciare i miei vestiti.»

Lo rimproverò, mentre le fiamme raggiungevano le sue gambe per poi estinguersi quando l'ultimo centimetro di cuoio si trasformò in cenere.

Shadow SwordWhere stories live. Discover now