Capitolo 38 - Non morirai oggi

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''E-Elle...'' balbettò, incredula. ''Che ci fai qui?''

Moon si fece da parte per farlo entrare. Le ciocche nere e anche un po' i vestiti erano bagnati a causa della pioggia, che non aveva smesso di cadere tutto il giorno, ma a lui non sembrava importare.

''Pensavo fosse ovvio.'' Le rispose, entrando. Si tolse le scarpe, rimanendo a piedi a nudi.

''Beh no...cioè, pensavo volessi tenere d'occhio Light e Rem. E il quaderno ovviamente.'' La ragazza inclinò il capo, ancora confusa. ''Ti prendo un asciugamano. Non ho sicuramente vestiti della tua taglia, quindi dovrai accontentarti. A proposito, Watari non entra?'' iniziò a frugare nell'armadio, trovando alcuni asciugamani e porgendoli al moro.

''Watari non c'è, è rimasto a tenere d'occhio il quaderno. Light dormirà tutta la notte, mentre Rem possiamo osservarla da qua, no?'' le indicò il computer, ovvio. ''Mi ha accompagnato Aiber.'' Anticipò la sua prossima domanda, mentre tamponava i capelli con il telo bianco.

Moon annuì. ''Non mi hai detto perché sei qui però. Se è per la regola dei tredici giorni, potevi verificare tutto con una chiamata e....''

''No.'' La bloccò, fissandola dritta negli occhi. ''Volevo vederti.''

La ragazza sussultò, era senza parole. ''Oh.'' Elle era lì per lei, le sembrava così assurdo che stentava a crederci. Aveva lasciato il quartier generale, Kira e uno Shinigami dalle dubbie intenzioni solo per vederla. Sorrise, provando una strana sensazione di calore al petto. Gli fece cenno di accomodarsi, poi si diresse verso il frigorifero, alla ricerca di qualcosa di dolce da mangiare. Non c'era granché, ma riuscì a trovare una piccola vaschetta di gelato alla frutta, conscia che nonostante le temperature non troppo calde, Elle l'avrebbe apprezzato lo stesso. Come lei. Il gelato non aveva stagioni e infatti quando glielo fece vedere poté notare un leggero sorriso di approvazione spuntare sul suo volto. Il detective si era seduto sul suo letto, con lo sguardo che vagava dallo schermo del computer al gelato e infine a Moon, che gli si sedette accanto.

''Hai visto qualcosa degno di nota?'' gli chiese, per spezzare il silenzio.

Elle afferrò il cucchiaio e lo immerse nella vaschetta di gelato, assaggiando il gusto fragola. ''Niente. Dovresti assaggiarlo, sai? Pensavo amassi il gelato.'' Le disse lui, mentre osservava la  fronte aggrottata di Moon ridistendersi.

''Si certo, stavo solo pensando.'' Rispose lei, prima di prendere una cucchiaiata di gelato al limone. ''Che ne pensi di Ryuk? Non mi hai detto nulla dopo che ti ho riportato la sua conversazione con Misa.''

Elle non ci pensò due volte prima di rispondere, sicuro delle sue deduzioni. ''È uno Shinigami e non mi fido molto, ma se fosse dalla parte di Light mi avrebbe ucciso molto tempo fa. Presumo che a Misa abbia detto il vero, lui è solo uno spettatore.''

''Però a volte avrà aiutato Light. Chi avrebbe scritto le regole false, Rem? E lui è rimasto solo a guardare?'' chiese lei, parlando più a sé stessa che al moro. ''Mi chiedo se potremmo usarlo in qualche modo.''

''Non intendo servirmi di chi non posso controllare e uno Shinigami non è affidabile.'' Elle scosse la testa. Poi puntò le sue iridi ossidiana in quelle della ragazza. ''Pensi davvero che le regole siano false?''

Quella domanda innocente la fece rabbuiare all'istante. Moon rimase con il cucchiaio colmo di gelato a mezz'aria, come incantata. Non sapeva cosa pensare e il suo sguardò si diresse quasi involontariamente verso la sveglia attaccato al muro. Erano le 23. Si rese conto solo in quel momento di non sapere esattamente che ore fossero quando aveva ucciso con il foglio e un'ondata di panico improvviso le ricordò che poteva morire da un momento all'altro. Impallidì, poi tornò a fissare il detective. ''Non lo so. Razionalmente penso siano false, ma ho paura.'' Confessò. ''Tu sei qui, questo vuol dire che pensi ci sia una piccola probabilità che sia tutto vero.''

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