Capitolo 9 - Appuntamento

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Grazie.

L'sms inaspettato da parte di Elle le giunse a poche ore dall'incidente alla Sakura tv. Moon non rispose, ma sorrise soddisfatta, mentre una parte di sé sperava che quello sarebbe stato sufficiente per convincere Elle a farla entrare nella task force. Al momento però aveva altri problemi da risolvere e quindi abbandonò quel pensiero. Il detective non poteva saperlo, ma anche Moon era rimasta turbata da quel messaggio di Kira, nonostante non conoscesse il contenuto delle altre cassette. Una mossa del genere non era da Kira. Era in un vicolo cieco, non poteva fare niente per scoprire qualcosa e doveva occuparsi di una faccenda più urgente del caso Kira.

Moon si guardò allo specchio, sorridendo. Portava degli abiti formali che la facevano sembrare più grande, una parrucca con un caschetto di riccioli neri, lenti a contatto verdi e degli occhiali da vista finti, poi uscì di casa. Aveva un appuntamento con Hatori, un membro della banca Yotsuba, e doveva rendersi irriconoscibile. Hatori era un pappamolle, il più facile da corrompere e spaventare, ma rimaneva una mossa rischiosa quella di incontrarsi di persona per parlare e Moon aveva preso tutte le precauzioni possibili.

Si erano dati appuntamento in un ristorante poco fuori Tokyo, non molto frequentato e tranquillo. Hatori era in anticipo e Moon lo individuò subito: era seduto in un tavolo in fondo alla sala, l'aria visibilmente nervosa, che si distese non appena vide la ragazza, la quale si presentò usando una delle sue false identità.

''Buongiorno, signor Hatori. Sono Jane Armin, il contatto che stava aspettando.'' Lo guardò duramente, per fargli capire che non doveva rilassarsi solo perché aveva davanti una donna. Non gli porse nemmeno la mano, ma si sedette difronte all'uomo.

''Pensavo che lui venisse di persona, ma è un piacere conoscerla, signorina Armin. Sono sicuro che troveremo un compromesso.'' Fece lui, sfoggiano un sorriso.

''Lo escludo. L'uomo che l'ha contattata non scende a compromessi ed io sono qui unicamente per portare a termine la trattativa senza intoppi. Non provi nemmeno a corrompermi, è fatica sprecata e sa che basterebbe pochissimo per farla finire in galera per quel piccolo guaio, dico bene?'' si sporse verso di lui, con uno sguardo di ghiaccio che fu sufficiente a far piombare l'uomo in un silenzio carico di tensione. Quello che non sapeva Hatori era che non esisteva nessun uomo e che era stata Moon stessa a contattarlo e a parlarci con il filtro che celava la sua voce. Ci aveva messo un po', ma alla fine un suo vecchio amico di New York che le doveva un favore era riuscito a trovare un collegamento fra la Yotsuba e l'organizzazione che le dava la caccia e ad individuare il membro più debole dell'azienda. Il fatto che anni fa Hatori avesse partecipato ad una frode fiscale giocava a suo vantaggio, era la sua arma di ricatto contro l'uomo.

''Vuole soldi? Posso offrirgliene quanto desidera.'' Tentò.

''Non ho bisogno dei suoi soldi, ma di informazioni. Voglio sapere tutto su quest'uomo.'' Estrasse dalla borsa un ritaglio di giornale, raffigurante un certo Malcolm Harris, sotto la cui identità fittizia di nascondeva John Reyes. Moon aveva scoperto il suo vero nome un paio di mesi prima.

Hatori ebbe un leggero sussulto, ma prima che potesse negare Moon lo anticipò. ''Non menta.''

''Lavora per una filiale americana che in passato fece affari con la Yotsuba, ma non lo conosco personalmente.'' Era sincero, si vedeva, ma il tremore della sua voce lo tradì. Forse non lo conosceva davvero, ma sapeva che tipo pericoloso fosse e gli affari loschi che gestiva.

''Però può accedere a tutti i file della banca, dico bene? Voglio documenti, trattative e informazioni di qualsiasi tipo. Mi manderà tutto per mail, all'indirizzo che le dirò, insieme alla password del sistema di sicurezza.''

Stronger togheterWhere stories live. Discover now