Capitolo 15 - Benvenuta nella squadra

55 6 2
                                    


Quella rivelazione inaspettata la mise in allerta, lasciandola ammutolita per un po'. Come aveva potuto essere così sciocca? Era così convinta che fosse stato Elle a metterle i poliziotti alle calcagna, per fingere di indagare su di lei, che non aveva preso in considerazione la possibilità che potesse essere qualcun altro. Dannazione, mi hanno trovato, fu la prima cosa che pensò. D'altronde chi è che poteva seguirla se non chi le dava la caccia da ben dieci anni?

''Moon? Ci sei ancora?''

Riacquistò un po' di lucidità e rispose al detective. ''Si, scusami, stavo pensando. Preparo le mie cose e aspetto Watari.'' Poi ricordò un dettaglio. ''Aspetta, verrò da te in Hotel?''

''Sì.''

''E la task force? Lo sa?'' domandò lei, mentre iniziava a mettere qualche vestito a caso in un borsone che teneva sempre pronto per le evenienze. Posò il telefono sul letto e mise il vivavoce.

***

Elle si voltò a guardare le facce stranite dei membri della task force, i quali erano incuriositi da quella chiamata ma allo stesso tempo cercavano goffamente di non dare l'impressione di stare origliare. Il detective li trovava bizzarri a volte, soprattutto Matsuda, ma non si soffermò molto su di loro.

''Non ancora.'' Rispose alla domanda di Moon, mentre rifletteva. Non era così che voleva che andassero le cose, era troppo affrettato e non aveva ancora parlato alla task force di Moon. La loro completa attenzione era stata calamitata dall'arresto di Misa Amane e quando avevano accennato alla pista 'Rachel Davies' Elle aveva sempre deviato il discorso.

''Quindi??'' insistette lei, impaziente.

''Quindi preparati, ti dirà tutti i dettagli Watari.'' Tagliò corto e chiuse la telefonata senza troppi complimenti. Ignorando ancora le facce perplesse dei poliziotti, armeggiò con il computer e contattò Watari, al quale diede l'ordine di andare a prendere Moon e portarla in Hotel. Ovviamente raccomandò Watari di usare la massima discrezione e di non farsi seguire, anche se aveva capito che il pedinatore non era molto in gamba. Ad ogni modo, in una situazione del genere la prudenza non era mai troppo. Era sicuro che non potesse essere stato Light l'artefice di tutto, perché in alcun modo poteva scoprire il nome di Moon, ma l'alternativa più probabile era solo una. Elle si trovava diviso a metà: da un lato era preoccupato per l'amica e desiderava andare in fondo a questa storia, ma dall'altro non voleva concentrarsi su altro che non fosse il caso Kira. Quella era la sua unica priorità. Ma allora perché non riusciva ad ignorare tutto il resto?

Non ebbe il tempo di rifletterci, perché il suono del suo cellulare lo riportò alla realtà. E quando rispose e udì quella voce, aggrottò la fronte. ''Light? Va bene, raggiungici pure qui, siamo all'hotel K, stanza 2803.'' E chiuse, sotto lo sguardo sorpreso del sovrintendente Yagami.

''E così mio figlio sta venendo qui?'' domandò, stranito. ''Che succede?''

Elle si voltò a guardarlo. ''Pare che Light sia Kira.''

***

Moon aveva impiegato esattamente mezz'ora per prendere tutta la sua roba. Non aveva molte cose, se non il necessario, abituata com'era a spostarsi di frequente. Vide la macchina di Watari parcheggiare sotto casa e non aspettò che l'uomo salisse per prenderle il suo unico bagaglio com'era solito fare, ma scese in fretta portando tutto con sé.

''Buon pomeriggio Moon, può dare a me.'' La salutò con i suoi soliti modi gentili e Moon sorrise, porgendogli il borsone da mettere nel cofano e posando poi lo zaino sul sedile posteriore della macchina. Lo ringraziò ed entrò nell'abitacolo, seguita poco dopo da lui che prese il posto di guida.

Stronger togheterWhere stories live. Discover now