Epilogo

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Epilogo

Il male è solo una sfumatura del bene


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1 anno dopo











Quando Thomas Shelby aveva ricevuto una lettera da parte di un mittente sconosciuto inizialmente si era parecchio allarmato. Insomma, l'esperienza gli aveva insegnato che una lettera anonima era spesso minatoria e presagio di una faida tra gang che terminava, tanto per cambiare, con qualche morto da seppellire al cimitero. E lui era stufo di spalare la terra con una cazzo di vanga: iniziava ad essere vecchio per certe cose.

Eppure quella lettera era diversa persino nella fattura e profumava di un aroma dolciastro che, una volta accostato al naso, non aveva dubitato a riconoscere.

Cassandra Chen.

Inizialmente quando comprese da chi provenisse la lettera si impose di non leggerla. Al diavolo Cassandra e i drammi esistenziali che si portava appresso come una cazzo di maledizione. Da quando era piombata a Birmingham aveva causato solo danni e per colpa sua ci aveva rimesso la vita un mucchio di gente innocente tra cui la povera Polly, pace all'anima sua.

Eppure Thomas sapeva che quelle affermazioni erano solo scuse che si ripeteva da lunghi mesi per tirare avanti e per provare a dimenticarla. Erano le scuse di un uomo profondamente ferito.

Con quell'amara consapevolezza trovò la forza di scartare la busta e di leggere il contenuto:

"Ti aspetto nelle campagne di Canterbury, dove il sole sorge alto e bagna il terriccio delle mie coltivazioni."

Si trattava di un cartoncino ingiallito privo di firma, ma dopotutto Cassandra non aveva bisogno di firmarsi: lasciava sempre il segno ovunque si recasse.

Thomas lo strinse fra le dita fino quasi accartocciarlo, ma alla fine si decise ad incontrarla.

Tanto cosa poteva mai volergli dire di così importante?

E comunque lui oramai era andato avanti e poteva vederla in tutta tranquillità senza provare nulla.

Lui era superiore.

Giusto?

Non fece in tempo a riflettere ulteriormente sulla questione che la porta del suo ufficiò venne malamente spalancata ed entrarono John e Arthur; i due parevano parecchio alticci e mostravano l'atteggiamento dismesso di chi ha in circolo una sbronza pesante.

"Non si usa più bussare?" li riprese brusco, contraendo la mascella.

"E piantala con quel muso da funerale, Tom! Oggi bisogna festeggiare, hic!" esordì Arthur tra un rutto e l'altro, gesticolando animatamente con una bottiglia impolverata di whiskey stretta nella mano destra. "Io e Jhonny bello qui presente abbiamo appena finito di rispedire quei cinesi a pedate in culo fuori dai confini di Londra. La Triade è ufficialmente morta e sepolta, e Chinatown ora ospita solo ristoranti ed erboristerie del cazzo."

"Oh sì, e penso proprio che quei cinesi non faranno ritorno presto. Li abbiamo rigirati come delle crêpes" aggiunse John ridendo a crepapelle, mentre si lasciava ricadere sulla sedia di fronte alla scrivania di Thomas.

"Bene."

"Dove tieni i bicchieri, Tom? Accidenti è troppo in ordine questo ufficio da quando lo gestisce la tua segretaria. Lo preferivo quando era un porcile in piena regola, ora non trovo un cazzo."

Sicario || Thomas ShelbyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora