1. La chiamavano Sicario

2.4K 77 13
                                    







1.

La chiamavano Sicario


******








Londra, 1925








Labbra rosee come profumati ciliegi in fiore, occhi profondi dal taglio ferino e capelli color del miele essiccato al sole.

L'immagine che le veniva restituita dallo specchio era perfetta, ma falsa.

Dietro quel volto dalla bellezza eterea si nascondeva un corpo estirpato, morto.

Un corpo senz'anima, perché Cassandra Chen l'anima l'aveva persa nell'esatto momento in cui aveva reciso la trachea della sua prima vittima: l'aveva persa quando aveva scelto la strada dell'assassinio.

E sì, quel mestiere le aveva permesso di togliersi vari sfizi e di vivere in una reggia dai colori dorati, ma la coscienza l'aveva sepolta assieme alla marea di cadaveri che aveva ucciso sotto lauti compensi.

Sicario, assassino, esecutore, killer erano solo alcuni dei numerosi termini con cui l'appellavano tra i sudici vicoli di Londra.

Quanta gente aveva ucciso nella sue breve vita da trentacinquenne? Centinaia, o forse di più? Aveva perso il conto, oramai...

"Signorina Chen!"

La voce della fedele domestica la riscosse dal turbinio di opprimenti pensieri in cui stava ancora una volta per cadere e la riportò a galla, tra i vivi.

"Signorina Chen" ripeté quest'ultima con voce sfiancata dallo sforzo, irrompendo nella camera da letto. Doveva aver percorso le scale di tutta fretta per apparire così affaticata. "Mi duole disturbarvi ma vostro cugino vi reclama al piano terra. Dice che è urgente e devo ammettere che mi sembrava parecchio sconvolto."

Cassandra si voltò nel sentire il richiamo e finalmente distolse lo sguardo dal maledetto specchio.

"Mio cugino An Li è qua?"

"Sì, signorina."

"Deve essere successo qualcosa di grave" sussurrò più rivolta a sé stessa che all'anziana donna.

La ringraziò e si sbrigò a superarla, diretta alle scale.

Attraversò gli ampi corridoi abbelliti da arazzi e da dipinti, ma soprattutto ornati da armi d'epoca di ogni popolo, età e provenienza. Appesi alle pareti svettavano cimeli di guerra come spade consumate dal tempo, pistole risalenti alle prime rivoluzioni e qualche katana di prestigioso valore, in un silenzioso monito rivolto ai rari avventori che osavano sottovalutarla.

Basta pensare all'omicidio, si ripeté mentalmente come una litania, tu hai chiuso con quella vita. Ti sei ritirata e puoi finalmente goderti i frutti del duro lavoro.

Seppellì gli opprimenti pensieri in un angolo della mente e procedette come un soldato, senza più rimuginare su quanto la sua vita fosse allo sfascio.

Quando infine scorse i lineamenti asiatici del cugino acquisito un brutto presagio le attanagliò lo stomaco.

Egli l'attendeva in prossimità dell'ingresso, il fisico temprato da un duro addestramento che spiccava da sotto il cappotto grigio. Era vestito con abiti londinesi impeccabili e perfettamente alla moda, da vero gangster ed era consapevolmente bello da far schifo; eppure una luce diversa, triste, spiccava in fondo alle iridi tenebrose.

"Non mi piace quello sguardo" esordì Cassandra, prima di incrociare le braccia al petto e fissarlo in fremente attesa. "Non mi piace proprio per niente."

Sicario || Thomas ShelbyWhere stories live. Discover now