13. No time to die

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13.

No time to die


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Cassandra socchiuse un occhio, le sopracciglia scure si sollevarono appena contro la pelle pallida mentre prendeva la mira e sparò senza ulteriore indugio.

A qualche metro di distanza il fagiano che era ignaro della loro silenziosa presenza e che era intento a pascolare per il vasto bosco stramazzò al suolo, colpito sul posto.

An Li si girò a fissarla con sincera ammirazione oltre i sottili capelli scuri che gli ricadevano sulla fronte.

"Sei sempre stata la migliore, anche nella lunga distanza" commentò, decisamente colpito dall'innato talento della cugina per le armi da fuoco.

"Anche tu sei bravo dai, non abbatterti" lo rassicurò lei con un leggero sorriso irriverente che le increspava le labbra carnose. "Hai ancora ampi margini di miglioramento anche se inizi ad avere i primi acciacchi dell'età avanzata."

Si diressero verso la carcassa e la caricarono sulle spalle insieme all'altra selvaggina, inoltrandosi nella fitta boscaglia.

"Ora vuoi finalmente spiegarmi perché mi hai chiesto, dopo anni che non lo facevamo, di andare a caccia assieme?" le domandò di punto in bianco An Li, pestando rumorosamente con gli stivali di cuoio qualche foglia secca. "Non sono uno sprovveduto ti ricordo. Hai in mente qualcosa, te lo leggo negli occhi."

Cassandra sospirò e si voltò a fronteggiarlo, arrestando la sua avanzata nel bel mezzo della radura.

"Te l'ho chiesto perché forse oggi è una delle ultime occasioni in cui ci vedremo."

"Cosa significa?"

"Me ne vado, sto per chiudere la questione con gli irlandesi e a breve lascerò per sempre Londra."

An Li serrò le palpebre con evidente dolore e per qualche istante non ci fu posto per le parole, ma quando le spalancò la voce uscì strozzata dalla gola.

"Vuoi davvero lasciarti tutto alle spalle?" chiese lui con il fiato grosso che fuoriusciva a fatica dai polmoni. "E non pensi a me?"

"Cosa c'entri tu? Non metterti in mezzo per una buona volta, visto il maledetto egoista che sei."

"Fai sul serio Cassandra? Siamo nati assieme e da un giorno all'altro compari qui a dirmi che mi lasci. Secondo te non devo prendermela e devo fregarmene?"

"Non ti riguarda la mia decisione. Ormai ho compiuto una scelta e sono irremovibile, nulla mi farà cambiare idea. Devo staccare dalla marea di omicidi che ho compiuto in questo luogo e liberare la mente. Londra è un'eterna agonia per me, ovunque mi volto rivedo i luoghi in cui ho ucciso gente" gli spiegò con la massima sincerità possibile, tuttavia non un singolo guizzo sul suo volto ferreo lasciò trasparire un accenno di emozione.

An Li scosse la testa e la guardò con tristezza oltre le iridi scure ma non commentò ulteriormente l'inaspettata novità.

Avanzarono nella buia selva e videro l'ennesimo pennuto; questa volta fu An Li a mettersi in posizione, in ginocchio fra i radi, verdi cespugli e a sparare: non mancò l'obiettivo e lo colpì dritto alla testa.

"Ti ricordi come tutto ha avuto inizio, quando abbiamo cominciato l'addestramento della Triade?" le domandò mentre si rialzava con un elegante movimento in piedi.

"Come dimenticarlo, ho sputato sudore, sangue e annullato ogni traccia di coscienza."

"Tu eri una macchina da guerra, un soldato. Non ho mai visto altri cadetti lontanamente comparabili al tuo livello e ho pensato subito che il tuo fosse un dono."

Sicario || Thomas ShelbyWhere stories live. Discover now