20 - Malìa e Ombra

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L'acqua la stava ritemprando. Ogni muscolo, stanco e irrigidito, si stava rilassando e rinvigorendo. Immerse la testa. Era come se lei fosse una spugna e l'acqua permeava in ogni poro. Occhi chiusi e orecchie piene d'acqua le davano ancora più pace, il silenzio e il buio erano un elisir per il cuore. Schiuse le palpebre e riempì i polmoni, uscendo soddisfatta dall'immersione. Tornò alla riva e si rimise i vestiti, ancora sporchi, sulla pelle che gocciolava quell'acqua magica. Rifece il percorso a ritroso e ad ogni passo si sentiva più asciutta e rinvigorita. Si legò i capelli in un elastico, camminando, per poi sbucare nella radura in cui era letteralmente scoppiata, trovando Eva elegantemente seduta su un masso e Daniele per terra davanti a lei.

«Ma quindi Dafne e Tara dove sono?» stava chiedendo lui.

Milena si sedette sull'erba a un passo da lui, che scivolò verso di lei in un attimo. Eva sorrise guardandoli, poi inarcando le sopracciglia rispose sospirando.

«Dissi loro di diffondere la magia e di nascondersi, lontano da me e da Adamo, perché era noi che Lilith avrebbe cercato per primi. Da quando sono qui ho perso i contatti con loro.»

«Per un solo errore,» Milena la guadava triste «le conseguenze sono arrivate fino a migliaia di anni dopo... voi... avete un cuore davvero forte.> Eva le sorrise.

«Restate qui,» disse lei alzandosi «vado a prendere da mangiare, sarete affamati.» e sparì fra gli alberi.

Daniele si era spostato davanti a Milena e le prese una mano con aria seria.

«Ascolta... io credevo di averti persa e ho pensato che il cuore mi sarebbe scoppiato nel petto. A me non importa se qualcuno ha deciso che i nostri destini sono sulla stessa strada, se le stelle hanno deciso per noi. Mi importa che tu resti con me. Se vuoi io non starò lontano da te mai più. Non ci sarà una Lilith fra noi, mai più. Sai quello che provo per te, quella rosa te l'ha spiegato senza le parole, anzi con dolore. Vorrei che tu provassi la stessa cosa per me e io ho bisogno di saperlo dalla tua bocca.»

Milena sentì le lacrime pungere gli occhi per uscire. Il cuore era gonfio di emozione.

«Daniele, io... sì. Sì.» non aveva voce, ma non ne serviva altra. Lui la guardava intensamente e lei si era persa dentro quegli occhi, di solito nocciola, ma che ora le sembravano oro liquido. Non si accorse che le loro labbra si stavano toccando e una frazione di secondi dopo le loro mani si cercavano danzando sui visi, sui fianchi. Con gli occhi chiusi, Milena assaporava ogni sensazione. Il respiro di Daniele sul suo viso era caldo. Il profumo della sua pelle le invadeva le narici. La pelle scorreva sotto le sue dita. Daniele la stringeva fra le braccia, come a voler cancellare ogni distanza fra loro. Basta Layla, Lilith, incantesimi... tutto volto a separarli, ora basta.

Un boato echeggiò per l'intero Paradiso. Daniele si voltò verso quel cupo suono, tenendo Milena aderente a sé. Entrambi videro gli animali correre e volare in tutte le direzioni, in fuga, nel cielo azzurro si era levata una scura coltre di fumo nero. Senza riflettere, scattarono entrambi in quella direzione. Milena, piccola e sottile, correva rapida. Daniele, alto e forte, avanzava a falcate profonde. Dopo poco si trovarono inghiottiti dal fumo. Milena agitò una mano, come aveva fatto davanti agli Adoratori, e un vento turbinò con grazia, dissipando la nera coltre. Davanti ai loro occhi videro di cosa era capace Eva per difendere il suo regno, ma anche a quale livello di malvagità era giunta Lilith.

Le due fendevano le spade a una velocità difficile da seguire. Si ferivano e guarivano. La tunica di Eva era vermiglio per il sangue perso dalle ferite chiuse ed emanava un'aura d'oro rosa, i suoi occhi erano grandi e attenti. I capelli biondi scattavano con i suoi repentini cambi di posizione. Impugnava una spada dall'elsa avorio e oro. Lilith era fasciata in un abito lungo, con uno spacco sul lato destro, che sembrava fuori luogo in una battaglia, ma riusciva ad essere agile ed elegante nell'affondare e schivare colpi. In mano teneva una spada dall'elsa nera come il carbone al cui centro era incastonato un rubino.

Oltre lo specchioWhere stories live. Discover now