8 - Il ricordo e l'inganno

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Daniele era steso sul letto, guardava il soffitto. Non lo vedeva davvero, la sua mente vagava altrove.

Layla.

Sì, la ragazza che per anni aveva amato, con cui aveva condiviso lenzuola a cui avvolgersi, dopo aver fatto l'amore con una passione tale da essere degna di un film hollywoodiano... lei. I suoi capelli corvini, lisci e setosi. Un uomo non nota mai queste cose, ma in Layla non si poteva non farlo, era difficile da spiegare il motivo, ma di lei sapeva tutto di ogni centimetro della superficie del suo corpo, come sapeva che era cambiata e da tempo non era più la ragazza di cui si era innamorato fino a perdere la testa. Ora sapeva perché. Lilith era andata via dopo avergli spiegato quello che era la realtà. Ormai gli avevano portato una colazione ricca e un pranzo sontuoso, che aveva a malapena guardato.

Quello che Lilith gli aveva spiegato poche manciate di minuti prima gli rimbalzava nella testa come un'eco in una caverna.

«So che sei sconvolto, lo era anche le, ma... ora non più.» misurava la camera con lievi passi mentre parlava. Gesticolava con movimenti morbidi delle mani «Vedi, io sono una creatura arcaica, non la più antica dell'universo, ma comunque molto antica. E soprattutto non ero sola. Eravamo felici, ma in ogni famiglia qualcosa va storto, prima o poi, e la lite fu di dimensioni colossali. Però a perdere di più... fui io. E oltre al danno anche la beffa... dopo avermi derubata di ciò che più mi era caro... i miei familiari mi ritennero troppo pericolosa e mi scissero in due parti... una era la me stessa immortale, ma meno forte, l'altra era Layla.» Daniele non aveva parole ed era rimasto in silenzio, Lilith lo fissò intensamente poi proseguì «Layla è... era, la versione migliorabile di me. Era la parte di me che rinasceva, all'infinito secondo "loro", o almeno finché non si fosse ripulita da tutti i miei peccati. Nel momento in cui la sua anima fosse stata pulita, le reincarnazioni sarebbero cessate, per sempre. Non potevo permetterlo. Io, la potente Lilith, scissa in attesa di perdere per sempre la metà di me stessa e tutto il resto?! No! Mai! Devo recuperare tutto quello che mi è stato strappato via. Poi la mia famiglia la pagherà.» Lilith non aveva detto altro e con le mani e le labbra tremanti se ne era andata, sigillando di nuovo la porta. Daniele si era coricato e non aveva ancora smesso di fissare il soffitto, ripercorrendo tutto quello che sapeva di Layla e quello che aveva appena scoperto di Lilith. Le lacrime gli pungevano gli occhi, ma si rifiutava di lasciarle andare. Non era in grado di scappare, poteva solo aspettare gli aiuti, almeno avrebbe atteso con dignità.

In realtà, non sapeva perché sentisse il bisogno di piangere. Appena gli veniva in mente il volto di Layla, lui la scacciava e la visione di Milena che danzava attorno allo specchio si faceva spazio. Poi non capiva niente. Il cuore che accelerava, incrociandosi con quelle iridi smeraldine. Un'altra parte di lui, tuttavia, si sentiva in ansia per Layla. Cosa le era successo? Era come se qualcuno gli stesse strizzando lo stomaco.

Milena, e il gruppo più strano che avesse mai frequentato, si mosse col favore delle tenebre. La città era strana. Nonostante l'oscurità, rimaneva inspiegabilmente un alone rosso ovunque, come se fosse un'enorme camera oscura. A parte il Castello, la cittadina era uguale a quella in cui era cresciuta sulla Terra. Le vie avevano lo stesso aspetto, qualche nome era diverso, dove la storia aveva differito nei due mondi, ma i negozi si somigliavano quasi tutti. Certo, qualcuno aveva sulla porta il cartello di "chiusura per Lilith", ma non avrebbe dovuto importare in quel momento. Eppure... aveva studiato a scuola il fascismo e il nazismo, come erano caduti per mano della Resistenza dei Partigiani e degli Alleati, aveva visto documentari e quel paesaggio gliene ricordava uno sul rastrellamento del ghetto ebraico di Roma. Quel mondo era una distorta versione di come sarebbe stata la vita se nazisti e fascisti avessero vinto la guerra, anche se nella realtà non c'erano mai stati in quel mondo, perché Lilith era salita al potere prima. Era un po' come se gli Adoratori fossero gli affiliati e i poveracci Ubbidienti, fossero la piccola e sporca gentaglia da maltrattare e perseguitare. Sperava che, almeno, non ci fosse qualcosa di simile ai lager nazisti. Un brivido di orrore le percorse la spina dorsale, perché si rese conto che la magia poteva rendere ancora peggiore la sofferenza nella prigionia.

Oltre lo specchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora