17 - L'inizio della storia

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Adamo s'infilò in bocca la pipa e diede una profonda boccata. Bevve dalla tazza di pietra il suo intruglio, aveva uno sguardo amareggiato dei suoi stessi ricordi.

«Lilith... il Pomo... Eva... sono davvero gli elementi base di una storia avvincente e... drammatica. All'epoca... ormai ho perso il conto di quanto tempo è passato. Millenni, diversi millenni. Siamo stati creati ed eravamo felici nel nostro Paradiso.»

Daniele lo interruppe:«Il Paradiso Terrestre? Per voi parla di lei ed Eva?»

Adamo rimase a bocca aperta qualche istante, poi scoppiò a ridere.

«Ahahah! Non mi ricordo mai che avete una cultura distorta del passato! Scusate, mi spiego meglio. L'Entità Suprema creò la Terra e con essa l'Eden. Eravamo felici, davvero felici. Io e mia moglie, Lilith.»

I ragazzi trattennero il respiro e Daniele intervenne di nuovo.

«Non Eva?»

«Eva...» Adamo fece un sorriso obliquo «Sì, adesso arrivo anche a lei. Vedete, io amavo molto mia moglie, Lilith, ma il destino e i sentimenti sono spesso crudeli. Passammo anni felici. Senza avere figli, ma non era un problema, avevamo davanti l'eternità in fondo. Beh... Lilith aveva un'Immortale a cui era molto legata e, dopo anni in cui lei non era rimasta nell'Eden per occuparsi degli uomini, tornò all'ovile. Era bellissima e mi vergognai di provare attrazione per lei, avevo una splendida moglie che amavo servire, non avevo bisogno di altro, ma... ma Eva era l'incarnazione dell'amore.»

Daniele era sorpreso:«Una dea?»

«No,» Adamo tentennò il capo «voi umani ritenete divinità tutto ciò che può fare più cose di voi, ma non è così. Noi siamo figli del Creatore quanto voi, solo che siamo più antichi e più duraturi... No, credo che l'unica divinità reale sia chi ci ha creati.» tirò dalla pipa una boccata e riprese il racconto «Un giorno, stavo passeggiando tra la vegetazione dell'Eden e arrivai, mentre ero perso nei miei pensieri, alla cascata. Lei era lì, nuda, che si lavava. Non c'era niente di squallido nella sua nudità, era solo perfetta. Poi la magia sparì: mi vide e si rivestì urlandomi di andarmene.» Adamo rise nostalgico «Tuttavia non riuscivo a muovermi. Sapevo che aveva ragione, non avrei mai dovuto vederla nuda. Non fraintendetemi, non parlo per pudore, parlo del fatto che vederla nuda significava innamorarsi di lei all'istante. Da allora lei mi evitò, ma dopo qualche mese la cercai per parlarle. Le spiegai che mi ero innamorato prima di vederla alla cascata, ma non avevo dato credito al sentimento per rispetto a mia moglie. Tuttavia le stavo facendo un torto maggiore a non rivelarle che non la amavo più. Eva non voleva cedere, quindi le proposi un accordo. Un solo bacio da ricordare per l'eternità e non le avrei più parlato. Lei titubò, ma alla fine accettò, ritenendo che se fosse stato un segreto poteva anche funzionare. Come ho detto, però, il destino e i sentimenti sono crudeli. Quel bacio lo ricordo come se fosse accaduto un istante fa. Quel bacio mi cambiò e si materializzò: dalle nostre labbra unite emerse una piccola sfera d'oro. Eva ne fece un ciondolo e se lo appese al collo. Poi io tornai da mia moglie. Lilith, donna, capì subito che c'era qualcosa che non andava, ma la rassicurai e le dedicai tutto me stesso per altri decenni. Eva tornò fra gli umani e ancora per decenni non la vidi. Poi dovette rientrare, perché la Terra era diventata pericolosa, gli uomini creavano ogni giorni divinità per cui combattere, e l'odio che stavano sviluppando la rendeva debole. Se c'è una cosa che può ferire chi è fatto d'amore è proprio la presenza del suo opposto, l'odio. Avevamo promesso che quello sarebbe stato l'unico bacio e ci attenemmo alla promessa, ma notammo che se stavamo nella stessa stanza, la sfera che aveva appesa al collo vibrava, quindi ci evitavamo. La vedevo, però, che mi lanciava sguardi spaventati. Un giorno, Lilith organizzò un banchetto con tutti nostri compagni dell'Eden, quindi non potevamo rifiutare. Ad un certo momento, Eva si defilò nella foresta, il ciondolo vibrava troppo vistosamente, e io... che stupido! La seguii. La trovai che piangeva in ginocchio davanti a un albero di alloro. Lei mi sentì arrivare, mi urlò di lasciarla sola, che si pentiva di tutto, del bacio... non potevo tollerarlo. Quindi la presi per le spalle e la tirai in piedi, in modo che ci potessimo guardare negli occhi. Le chiesi se mi amava. Dopo qualche secondo in cui ci guardavamo negli occhi lei annuì. L'albero di alloro cadde di lato e Lilith era lì. Furiosa e bellissima. Era elettrica del suo stesso potere. Rase al suolo la foresta e ci augurò ogni male. Non servì dirle che non era successo nulla e che potevamo ancora parlarne. Lei mi ripudiò come marito e disse a Eva che malediceva il giorno in cui aveva iniziato a provare affetto per lei, infine se ne andò. Gli altri abitanti del Paradiso Terrestre non si intromisero né giudicarono. Eva ed io eravamo lacerati, ma una parte di noi era sollevata, perché potevamo vivere il nostro amore. Era una parte miserabile di noi, quella che la pensava così.» si fermò per dare una profonda aspirata alla pipa.

Milena pendeva dalle sue labbra. La voce calda e profonda la coinvolgeva nel racconto.

«Restammo a lungo in attesa che tornasse ad estinguerci...» riprese Adamo «invece lei non venne. Ad un certo punto ci abituammo a stare senza di lei e il nostro amore, mio e di Eva, crebbe come un frutto d'estate. In breve diventammo da coppia di amanti a famiglia. I nostri figli, che governavano la natura e gli animali. Caino e Abele. Cresciuti nella più bella delle terre e amati quanto neanche loro capivano. Eva ed io abbiamo deciso di non pensare più a Lilith, per non rendere tristi i nostri figli. Che errore scegliere l'ignoranza! Non sapevamo come stesse Lilith o cosa le fosse successo. Pessima mossa, visto il risultato. Tornò in seguito, di nascosto, quando i nostri figli furono giovani adulti. Li osservò e decise. Chi sarebbe vissuto e chi sarebbe morto. Chi avrebbe usato e chi sacrificato. Caino... Abele... due pedine. Sedusse Caino, lo fece innamorare di lei e lo montò contro di noi. Un giorno ci affrontò e ci accusò di aver rovinato la vita della donna che amava. Se ne era innamorato. Non volle sentire ragioni e scappò. Lo seguimmo, ma lo perdemmo. Lo abbiamo cercato, a lungo, ma niente. Quegli alberi gli erano fedeli e lo nascondevano docilmente. Non sapevamo dove cercarlo e tornammo indietro. Il mattino dopo andammo da Abele, per chiedergli di parlare con suo fratello e condurlo a più miti consigli. Eravamo sulla strada per arrivare da lui e... Eva emise un urlo. In lontananza c'era un corpo per terra. Era Abele, con testa e viso coperti di sangue. A un passo da lui c'era una pietra, macchiata di rosso. Eravamo distrutti. Il nostro amore ci era costato la vita dei nostri figli. Io la pensavo così, ma Eva no... lei credeva di avere la colpa di aver ferito Lilith, ma anche che la reazione fosse spropositata e che a quel punto non meritasse alcuna pietà. Lei, portatrice dell'amore più delicato, era diventata la furia in cui si evolve l'amore quando viene spezzato dalla realtà della vita. Gli altri abitanti dell'Eden ci convocarono e pretesero che risolvessimo quella situazione che avevamo reso disperata. Con loro creammo un'arma, una spada che poteva fare l'impossibile. Dovete sapere che noi siamo immortali e, dove i nostri figli possono morire, a noi non è concessa questa grazia. Perciò, quella spada aveva dentro di sé un pezzo di ogni immortale che desiderava dare il suo contributo e aveva una funzione precisa: spezzare Lilith. La cercammo, la trovammo. Era con due donne. Ce le presentò con un'aria di perfidia che la vestiva come un velo: erano le figlie di Caino. Rimanemmo basiti e loro ci scapparono. Cacciammo a lungo per ritrovarla e ci riuscimmo. Chiusi Caino e le sue figlie in bozzoli d'oro e da allora ancora riposano in quei bozzoli. Eva ha con sé le figlie e spero che sia riuscita a purificarle. Io ospito Caino, che ho cercato di purificare, ma pulire la sua mente dall'influenza di Lilith gli ha fatto svegliare dei sensi di colpa insopportabili per aver ucciso il fratello... quindi ho avuto pietà di lui e l'ho rinchiuso di nuovo in un bozzolo, dove rivive nella sua mente il sogno di avere ancora Abele al suo fianco. Invece, per Lilith è stato... con quella spada l'abbiamo scissa. Divisa in due. Una parte della sua anima, quella vendicativa, è stata rinchiusa in una scatola di quercia, sigillata da Eva. L'altra parte, quella pura quanto sporca di sangue, è stata mandata sulla Terra e doveva reincarnarsi, purificandosi ad ogni rinascita, meritando un sereno riposo, alla fine. Eva era in dolce attesa all'epoca, diede alla luce due gemelle e le mandò fra gli uomini, che tanto amava, con la raccomandazione di fungere da piano d'emergenza se Lilith fosse fuggita dalla scatola. Per dare maggiore sicurezza, che nulla del genere accadesse ancora, decidemmo di separarci. Io creai il mondo dei sogni e mi ci nascosi con Caino. Eva creò il mondo dei döppelganger e vi nascose la scatola di quercia, poi prese le figlie di Lilith e Caino, sperando di estirpare il male nato in loro sin dal concepimento. Prima di dirci addio, prese il suo ciondolo, il simbolo del nostro amore, e lo baciò. Questo crebbe fino a diventare grande come una mela e me lo posò al petto, dicendomi che, se un giorno fosse finita, un'anima pura l'avrebbe estratto dal mio cuore e ci saremmo riuniti.».

Milena aveva gli occhi umidi. Daniele si guardava i piedi. Adamo aspirò dalla pipa, poi bevve un sorso dalla sua tazza.

La ragazza fece un respiro profondo.

«Quindi prendere il Pomo adesso, decreterà che voi non vi ricongiungerete?»

L'uomo la guardò sorpreso, poi sorrise.

«Mia cara, non sono riuscito ad evitare che mio figlio morisse, credi che perderei l'occasione di salvare una vita?»

Milena si sentì ancor più commossa e Daniele lo guardava grato.

Adamo si alzò e li invitò ad imitarlo.

«La luna è quasi al suo Zenith, andiamo.»

Oltre lo specchioWhere stories live. Discover now