3 - La signora del Castello

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«Specchio, servo delle mie brame... chi è la più bella del reame?» Lilith si rimirava davanti al suo specchio. L'abito, scuro e morbido, fasciava il suo corpo esaltando le forme affusolate e seducenti. Allungò una mano sul tavolo e dalla fruttiera prese un po' di uva ambrata. Nell'angolo la cameriera i piedi tremava, in attesa del prossimo ordine. Gli occhi di Lilith non lasciavano trasparire nulla di buono.

«Grimilda!»

La minuta e timorosa domestica scattò spaurita verso di lei. Aveva un abito nero rifinito con cuciture rosso sangue, i capelli di un castano spento e gli occhi grigio ferro.

«Ditemi, mia signora...»

Lilith non la degnò nemmeno di uno sguardo, mentre le ordinava, con tono annoiato, di andare a chiamare Milena. Sollevata di avere l'ordine di allontanarsi da quella tremenda creatura, corse fuori più veloce che poté. Si lasciò alle spalle l'immenso e tetro Castello, per arrivare immediatamente in paese. Il cielo era rosso, era così già quando era nata, ma da piccola sua mamma, una donna dolce con gli occhi grigio ferro come i suoi, le aveva raccontato che all'inizio del secolo precedente di giorno era azzurro, o addirittura grigio quando pioveva e bianco quando nevicava. Adesso era pervaso da varie tonalità rosso vermiglio di giorno e manteneva un rosso scurissimo di notte.

Attraversò in fretta il tratto con le baracche dei poveri Ubbidienti e scivolò nella strada principale. Non guardava nessuno e nessuno incrociava i suoi occhi, il suo vestiario spiegava già che era una delle serve di Lilith e non c'era persona che volesse avere a che fare con lei. Tutti temevano chiunque avesse un legame con la padrona del Castello. Perché lei aveva sottomesso l'intero pianeta, il 14 settembre 1901, facendo uccidere dalle sue figlie, le Lilim, tutti i Capi di Stato del mondo, dalla più piccola nazione alla più grande, dalla più sperduta alla più potente, sottomettendo tutti i cittadini. Aveva dato la possibilità alle persone di schierarsi con lei e nacquero gli Adoratori, chi non la voleva combattere, ma si lasciava maltrattare e ridurre in povertà erano passivamente ubbidienti a lei, dopo pochi anni avevano iniziato a chiamare quella categoria, appunto, Ubbidienti. Grimilda veniva da una di quelle famiglie e lo ricordava con terrore, ma aveva una speranza che abitava nel suo cuore, che la Resistenza vincesse, un giorno. Il movimento della Resistenza era nato insieme alla nascita degli Adoratori e dal lontano 1901 non si era mai fermata, pur non avendola ancora cacciata. La Resistenza, si diceva, era costituita dalle persone più magiche del pianeta e dalle rispettive famiglie. Solo di alcuni si conoscevano nome e volto, la famiglia Addario aveva sempre impersonato l'eroismo, poiché non erano mai rimasti in seconda linea, per quattro generazioni avevano combattuto e, ora, lei stava andando a convocare l'ultima discendente di quella famiglia della Resistenza. Avevano subito un lutto e temeva che Lilith la chiamasse al Castello per ucciderla, eliminare un altro problema. Sperava che non fosse così e si chiese anche cosa avrebbe fatto la sua padrona se Milena non fosse voluta andare da lei, forse avrebbe sfogato la sua ira sulla servitù e forse l'avrebbe uccisa. Molte persone avrebbero preferito morire che fare la vita da schiava che doveva fare lei, ma non era il caso di Grimilda. No, lei continuava a sperare che, un giorno, la Resistenza avrebbe vinto e che l'avrebbero liberata. Fino ad allora, però, doveva ubbidire e sperare di restare invisibile agli occhi neri come la notte della sua padrona. Tutti speravano di non dover mai avere a che fare con persone collegate a lei. La chiamavano in tanti modi, la sua padrona. Gli Adoratori, quei ruffiani, la chiamavano la bella signora, la grande signora, la castellana, Lilith. Gli Ubbidienti non la nominavano proprio. Poi c'erano le persone come Milena, che la chiamavano con nomi di sfida, come il Mostro, la Megera, il Demonio. Tutti nomi che Grimilda trovava calzanti, ma non poteva raccontarlo che nei suoi pensieri, perché se Lilith l'avesse scoperta, le conseguenze sarebbero state davvero... non poteva pensarci neppure. Aveva preso il potere in una sola notte. Aveva sguinzagliato le figlie che aveva avuto negli anni, mentre faceva la prostituta con le sembianze di una donna bionda con gli occhi azzurri. Da quello che il popolo raccontava, Lilith si era liberata dalla prigione in cui Ennio Vici e il suo originale l'avevano rinchiusa, ma aveva fatto le cose con calma. Si era finta un meretrice e ogni volta che conosceva un uomo, lei restava in dolce attesa. La cosa più impressionante era che pareva riuscire a concepire e partorire in una notte. Quando partoriva, metteva sotto un magico sonno le figlie. Tutte belle ragazze, se non le si guardava sotto il livello della cintura. La parte superiore del corpo era umana, ma quella sotto era asinina. C'è chi racconta che la parte animale del loro corpo, sia tale, perché sono nate da rapporti non affettivi, bensì di affari, ma a Grimilda non interessava, lei le temeva comunque le Lilim. Al Castello almeno due la terrorizzavano a morte, Klara e Adna. Klara era la lilim più alta di grado, mentre Adna si occupava di comandare le guardie del palazzo e delle condanne di coloro che disubbidivano alla loro spaventosa madre.

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