6 - L'altra Terra

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Le due Milena, Daniele, Mira e Riccardo stavano mangiando seduti attorno al tavolo della cucina. Le bistecche si scioglievano in bocca tanto erano morbide e le verdure erano croccanti e saporite. Rimasero tutti in silenzio. La Milena della Terra guardava il piatto e si sforzava di mangiare, nonostante il suo stomaco fosse un gomitolo. Quando Daniele le aveva mostrato il giornale, per la prima volta aveva visto il volto del nemico e, come lui, aveva notato la somiglianza con Layla.

Improvvisamente un rumore sordo e profondo squarciò il silenzio. Tutti scattarono in piedi. Alcune posate caddero a terra. Milena si rese conto di non riuscire a muoversi dal collo in giù. Guardò gli altri e capì che anche loro erano nella medesima condizione. Poi accadde. Le sembrava un brutto, un bruttissimo, sogno.

Lilith entrò con due guardie e la döppelganger spalancò gli occhi. Lilith si avvicinò a Daniele.

«Piacere di conoscerti, nuovo arrivato.»

«Sta' lontana da me...» ringhiò Daniele.

«Peccato che tu la pensi così,» disse sorridendo «perché vorrei che tu diventassi mio ospite.» poi fece un cenno con un dito e una delle guardie si caricò Daniele in spalla.

Milena lottava con quell'immobilità coatta.

«No! Lascialo andare!»

Lilith si voltò verso di lei, come se non l'avesse notata prima.

«Oh, salve anche a te, Milena... E no. Non lo lascerò andare. Lui è mio, è legato a me.»

Entrambe le Milena urlarono, ma solo dopo vari minuti che Lilith era andata via con Daniele e le guardie, tutti ripresero a muoversi. Milena corse fuori seguita dal suo doppio. Quando fu all'aria aperta rimase impietrita. Il cielo era un tripudio di ogni tonalità di rosso. La strada era come quella che conosceva nel suo mondo, le macchine poche parcheggiate davanti alle abitazioni erano impolverate, come se non venissero usate da tempo. Al centro della città, come nel suo mondo, c'era un Castello medievale, ma quello che vedeva emanava elettricità. Era maligno. Era strano. Nei film post apocalittici aveva visto vari scenari, ma questo andava oltre ogni previsione. Sembrava che il medioevo e il presente si fossero fusi, formando un ibrido mondo, che non era altro che scarto. Le vie che aveva visto nel suo mondo erano scure, anziché illuminate dal sole o dai lampioni. Non capiva quel mondo.

L'altra Milena si accostò a lei e seguì il suo sguardo.

«Nel tuo mondo quel Castello non è malvagio perché lei non c'è. Ha preso Daniele perché vuole usarlo come uno scudo. Crede che rinunceremo a combatterla per paura che gli faccia del male.»

«Perché» Milena strinse i pugni «non ci ha uccisi e basta?»

«Una volta gliel'ho chiesto e lei ha risposto "non renderò le cose facili ai figli di Adamo ed Eva". Io non compresi e lei non disse altro.» le prese una mano «Torniamo dentro, troveremo un modo per liberarlo, te lo prometto.».

Daniele era stato scaricato dalla guardia in una sontuosa camera da letto. La porta era senza maniglia e serratura, non c'era modo di aprirla, e la finestra restava frustrantemente chiusa, il vetro era infrangibile. Il ragazzo, una volta che l'incantesimo di immobilità si era dissolto e aveva provato a buttare giù porta e finestra senza successo, si era seduto sul letto e rifletteva, ma sapeva che poteva solo aspettare. Di fianco al letto v'era uno specchio che ricopriva più di metà della parete. Guardò il suo riflesso, chiedendosi se potesse fuggire grazie alla magia degli specchi, ma... non era uno stregone e non aveva nulla per fare l'incantesimo.

La porta si aprì ed entrò Lilith.

«Spero che ti sia messo comodo.» lui la guardava in silenzio e lei si avvicinò «Non ho intenzione di farti male. Sei qui per due motivi. Primo, mi servi come garanzia, con te qui ci penseranno due volte prima di attaccare. Secondo, Layla tiene molto a te.»

Oltre lo specchioWhere stories live. Discover now