2 - Tutto pronto

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Daniele accarezzava la testa corvina di Layla, che lo abbracciava sotto il candido lenzuolo. Aveva cercato il contatto con la pelle di Layla ogni momento possibile in quella settimana, ma non le aveva confidato che aveva gli incubi, come le aveva taciuto di aver parlato con Milena. Non sapeva perché, ma una parte di lui non si fidava. Non lo aveva mai tradito, eppure gli capitava di sentirla "sbagliata", era una sensazione offuscata, poco chiara, ma non riusciva a scrollarsela di dosso. In quel momento, tuttavia, Layla disegnava piccoli cerchi, con la punta delle dita sul petto del fidanzato. Finché egli non entrò nel mondo dei sogni.

Era tornato bambino e suo padre, un uomo coi capelli prematuramente imbiancati e gli occhi grigi, lo teneva per mano. Guardandosi attorno si rese conto di essere al luna park, i rumori e le musiche tipiche del parco giochi gli invasero le orecchie. Il profumo dello zucchero filato e dei pop corn pervadeva l'aria. Suo padre pagò i biglietti per la Casa Stregata ed entrarono. Daniele era felice, tirava il padre per la mano, voleva dimostrargli che non aveva paura, attraversando la giostra in fretta. Si voltò a cercare lo sguardo incoraggiante del genitore, ma non era più lui... c'era un corpo vestito come suo papà, ma che aveva, al posto della testa, un dado, le cui facce erano specchi. Gli lasciò la mano e prese a scappare, ma inciampò rovinando a terra. Nel rialzarsi si rese conto che il contesto era cambiato. Il soffitto era nero ed era un luogo luminoso e colmo di specchi, che formavano un labirinto, una Casa degli Specchi. I suoi riflessi non mostravano più il Daniele bambino, ma il Daniele giovane uomo. Sbatté più volte contro le superfici riflettenti finché, in preda a un claustrofobico panico, non ne colpì uno con un calcio, senza ottenere altro che un gran frastuono e lo specchio ancora integro. Poi, con la coda dell'occhio, notò uno specchio che non rifletteva la sua immagine, ma v'era Layla. Il suo esile corpo, fasciato da un morbido abito color cremisi, scivolò fuori dallo specchio stringendo un lungo bastone argentato nella mano destra, sulla cui sommità c'era una croce sovrastata da uno spicchio di luna. Si avvicinò a Daniele che rimase rapito dai suoi occhi, accorgendosi solo troppo tardi, che lei stava brandendo il bastone colpendolo e frantumandolo, come fosse fatto di cristallo.

Daniele scattò a sedere sul letto. Si guardò attorno. Era solo.

«Layla?» chiamò con voce ansiosa.

La ragazza comparve sulla porta, vestita e pettinata di tutto punto.

«Dimmi!»

«Vai già via?» il giovane la fissò e lei annuì.

«Sì, mi vedo con le altre per l'aperitivo. Tutto ok?» non lo aveva neanche guardato, si stava mettendo gli orecchini.

Daniele annuì. Per l'ennesima volta si stava chiedendo perché stesse con lei. Ogni tanto se lo chiedeva, nel tempo aveva perso il conto delle volte. Non era il suo tipo, eppure erano quattro anni che si frequentavano. Era l'esatto opposto di lui, amava stare sotto i riflettori, farsi fotografare e dimostrare che era la più bella, il che la rendeva molto vanesia. Ogni volta che pensava di lasciarla, tuttavia, una vocina nella sua testa gli ribatteva che stare con lei era la cosa migliore, che non poteva aspirare a nulla di meglio, ma ormai non ne era più così certo. Era attratto da lei, ma a quel punto era solo una questione fisica. Non potevano andare avanti così, aveva bisogno di sentirsi amato, in modo più... genuino.

Layla gli diede un bacio veloce, impregnato d'abitudine più che d'amore, e corse all'aperitivo.

Dalla porta del salotto, Tommaso e Mira guardavano preoccupati Milena, che era accoccolata sul divano.

«Tua sorella non sbaglia mai. Soprattutto non nasconde mai le previsioni ai diretti interessati.»

«Lo so.» rispose Tommaso era visibilmente turbato «Mi distrugge vedere che non posso fare nulla per farla stare meglio. Ormai è passata una settimana da quando lei gli ha dato la ricerchina da fare. Può essere che non si presenti più.».

Oltre lo specchioWhere stories live. Discover now