6. Apocalypse Now

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Un sorriso presagio di brutti, bruttissimi guai.



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Cassandra provò a spalancare gli occhi ma il gesto le parve più doloroso del consentito. Ci riprovò per la seconda volta e finalmente riuscì a compiere l'atto.

Non appena riacquistò la vista una luce abbagliante la costrinse a voltare il capo con sdegno e le fece per una frazione di secondo smarrire il senno poi, tempo qualche istante di sincero fastidio e riuscì a mettere a fuoco la stanza che la circondava.

Non la riconobbe e comprese di non essere a casa sua, a cominciare dal letto troppo morbido e da una strana fragranza floreale che l'avvolgeva e che proveniva da un mazzo di fiori posto sopra al comodino.

"Suppongo mi dobbiate qualche spiegazione, signorina Chen."

Una voce fredda, apatica la richiamò e Cassandra mosse istintivamente il collo nella direzione da cui proveniva. Inutile dire che i suoi occhi entrarono in collisione con le iridi glaciali – e assai incazzate- di Thomas Shelby.

Si mordicchiò il labbro inferiore con gli incisivi e fu sul punto di muoversi, ma una fitta da mozzare il fiato la costrinse a riabbassare il busto contro i vellutati cuscini. Abbassò lo sguardo e si accorse che il fianco sinistro era fasciato da spesse garze bianche.

All'improvviso rammentò ogni particolare: il Macellaio, il piano fallito a causa dei suoi calcoli errati e il proiettile che l'aveva trapassata da parte a parte. E soprattutto comprese che per qualche assurda ragione priva di alcuna logica Thomas Shelby doveva averla salvata.

La domanda era: perché?

"Mi stavate pedinando?" chiese per l'appunto lei. Strinse la mascella e ignorò il dolore nel tentativo di racimolare la forza necessaria per sollevarsi.

Thomas non mosse un dito, rimase distante qualche metro, dalla parte opposta della stanza e la osservò senza tradire alcuna emozione facciale.

"State ferma, dovete riposare" le ordinò tuttavia.

"No, accidenti. Ora mi alzo e..."

La interruppe subito.

"Vi alzate e andate a uccidere il Macellaio? Mi sa che non funzionano i vostri metodi spartani, signorina Chen. Dovete rivederli."

Cassandra sentì le dita fremere dalla rabbia ma non ribatté perché Thomas Shelby aveva ragione, cazzo.

E soprattutto comprese che era la prima volta da quando lavorava a pagamento che una sua vittima riusciva a sorprenderla.

Era la prima volta che Black Mamba veniva presa in contropiede.

Emise un sospiro affranto e racimolò il coraggio necessario per guardare di nuovo Thomas Shelby dritto negli occhi: azzurro contro marrone, il cielo estivo contro la madre terra. Due facce della stessa medaglia, forse, eppure separate dalla linea dura dell'orizzonte.

Grave errore fissarlo; l'uomo pareva sul punto di azzannarla.

"Suppongo di dovervi ringraziare per essere ancora viva" mormorò Cassandra.

"Lo suppongo pure io, così come penso che mi dobbiate delle scuse."

"Ora non esagerate."

"Invece esagero, perché a causa della vostra cecità avete rovinato lunghi giorni di preparativi. Ancora non ve ne rendete conto, vero, del danno che avete combinato?" iniziò a dire Thomas, con evidente rabbia, anche se era palese che si stesse trattenendo dall'urlarle contro parole poco civili. "Prima avevamo il vantaggio della prima mossa, ora siamo esposti e vulnerabili a causa vostra. Ora il nemico conosce le nostre facce e sa come farci male. Abbiamo perso l'effetto sorpresa, cazzo" concluse, portandosi vicino al volto il pugno chiuso, come a tappare la bocca.

Sicario || Thomas ShelbyWhere stories live. Discover now