26.

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«Sono stanca...» Nora sfilò i pattini dopo mezz'ora di tentativi.
«Ma c'eri quasi riuscita...» replicò l'amico, invitandola a cambiare idea.
«Se i miei scoprissero che sono fuori a quest'ora...» Nora guardò il telefono, erano le 3.00 della mattina.
«Sì, certo... Non mi devi alcuna spiegazione.»
In parte realmente necessitava di tornare a casa ma il motivo era un altro, doveva trovare Jack. Sapeva che quell'ombra che la osservava era lui. Nora si avvicinò al punto preciso dove aveva incrociato quegli occhi e lo ispezionò, non trovando nulla. Neanche un segno, un oggetto... Zero. Si portò le mani alla testa pensando di aver immaginato tutto, stava forse impazzendo?
Nora diede le spalle al gruppo di amici e si avviò verso casa. Durante il tragitto pensò a quanto fosse accaduto e all'improvviso ricordò il dolore al ginocchio. Si fermò e guardò la sua ferita, il sangue si era oramai coagulato ma quando cercava di stendere l'arto la gamba le doleva. Decise poi di non pensarci e di sbrigarsi a tornare a casa, era davvero tardi.
Jack e Tia Dalma si erano appartati vicino casa della ragazza.
«Jack, la smetti di girovagare?» Tia Dalma lo richiamò dato che camminava avanti e indietro come un matto.
«Voglio andarmene! Usa quella cosa lì, o come si chiama e andiamocene!» Jack era impaziente.
«Non ancora, ti ho detto che ti avrei dimostrato che Nora non ti odia affatto e lo farò!» la strega alzò il tono della voce. «Ho sopportato il tuo caratteraccio a lungo. Se vederla ti aiuterà in qualche modo farò il possibile affinché accada.»
«Finora mi hai solo dato prova che sta benissimo anche senza di me con quel... Coso!» il pirata serrò la mascella.
«Cosa ti aspettavi che facesse? Ti ricordo che l'hai mandata via tu! Ha tutto il diritto di vivere una vita normale Jack, l'hai detto tu stesso.» Jack non rispose, la donna aveva dannatamente ragione. Era tutta colpa sua e lo sapeva ma aveva paura che lei potesse dimenticarlo, che qualcun altro potesse prendere il suo posto. Ci aveva provato a starle lontano e questo dove l'aveva portato? Ad ubriacarsi più del normale, ad essere scontroso con tutti, a farsi odiare da tutti.
«Qual è il tuo piano? Non possiamo restare a lungo o questa realtà-» Jack ricordò la tempesta violenta e l'incidente di Nora.
«Ti sbagli, con questo talismano ci è concesso stare qui senza che la realtà venga deformata.» La loro conversazione fu interrotta da dei passi in lontananza. I due si nascosero nell'ombra e quando volsero lo sguardo verso la strada, videro la loro ragazza. Nora camminava a fatica e dopo poco vacillò, prendendo una storta alla caviglia.
«Nora!» urlò Tia Dalma per poi pentirsene subito dopo.
La ragazza si voltò e osservò attentamente l'ambiente circostante.
«Dannazione!» Jack sibilò, fulminando Tia con lo sguardo.
«È stato più forte di me...» mormorò lei in risposta.
Nora trattenne il respiro e si mise all'ascolto. Qualcuno l'aveva chiamata, ne era sicura. Si fece forza e si alzò in piedi, incrociando di nuovo quegli occhi nel buio della notte. Sentiva quello sguardo insistente, come quand'era al parco. Prese coraggio e le parole le uscirono a stento dalla bocca tremante.
«Jack... Sei tu?» lo chiamò senza staccargli gli occhi di dosso.
Il pirata nell'oscurità guardò Tia Dalma, indeciso sul da farsi. La donna lo incitò a risponderle ma lui rimase immobile. Una cosa era certa, se si fosse mostrato a lei non sarebbe più tornato indietro.
«Se sei davvero tu mostrati, non voglio credere di essere impazzita.» Nora parlò con l'ultima briciola di speranza in corpo. «Ti supplico...» riuscì a stento a parlare, aveva un nodo alla gola che le rendeva difficile persino respirare. Gli occhi le bruciavano a tal punto che avrebbe voluto piangere ma guardò in alto e mandò via le lacrime.
Jack rivolse un ultimo sguardo alla sua amica strega che gli sorrise e annuì, suggerendogli di andare. Il Capitano lasciò le tenebre e la luce dei lampioni gli illuminò il volto.
«Sei proprio tu...» Nora a quel punto gli corse incontro, non curante della gamba, e lo strinse a sé.
«Sono proprio io» Jack era incapace di muoversi.
«Ma come hai fatto a-?» Nora ricordò ciò che le disse il Distruttore riguardo ai viaggi tra realtà ed ebbe timore.
«Con questo... Non siamo in pericolo, tranquilla.» La dea le mostrò il talismano.
«Mi sei mancata» Nora abbracciò l'amica strega. Poi rivolse il suo sguardo al pirata. «Dobbiamo parlare.»
«Mi sono mostrato solo perché me l'hai chiesto tu. La mia scelta non cambia, Nora.» Jack sembrava impassibile.
«Aspettami qua» Nora si allontanò verso casa sua.
«Sei proprio un burbero!» Tia gli diede una spinta, poteva sforzarsi di sorridere almeno. Quando la ragazza uscì di casa aveva qualcosa fra le mani, prese la mano di Jack e vi posò sopra la sua fascia.
«Questa è tua, l'hai dimenticata qui ma non ricordo il perché. A dirla tutta... Non riesco a ricordare più niente dall'incidente-» Nora forzò un sorriso.
«Non l'avevo dimenticata. Volevo l'avessi tu.» Jack gliela restituì.
Tia a quel punto poggiò i pollici sul capo di Nora, chiudendo gli occhi. «Meriti di ricordare quanto è accaduto.»

La ragazza dei piratiWhere stories live. Discover now