12.

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A Tortuga Jack ordinò del rum mentre Nora era intenta a cercare il resto della ciurma per dirgliene quattro. Individuò Gibbs e gli si avvicinò furiosamente.
«Gibbs!» urlò.
«Nora, finalmente! Vi stavamo aspettando!» Mastro Gibbs non capiva il comportamento della ragazza. I due insieme raggiunsero gli altri.
«Come avete potuto abbandonarlo così!? Si fidava di voi!» Nora gli puntò il dito contro.
«Oh, per favore... Jack Sparrow non si fida di nessuno!» Barbossa intervenne.
«Siete dei codardi!» Nora era furiosa.
«Attenta a come parli, ragazzina!» Barbossa le strinse il polso con la mano. In quel momento Nora si rese conto di non possedere più il bracciale di Tia Dalma, doveva averlo spezzato quando era con Jack e non se n'era accorta. Nora non provò pietà fin quando Barbossa non si allontanò da lei, tremante.
«Tieni giù le mani!» Nora ringhiò.
«Nora, che ne hai fatto del bracciale?» domandò Tia Dalma, percependo la sua magia.
«La mia magia è diventata più forte e si è ribellata al tuo stupido bracciale!» Nora era arrabbiata anche con lei.
Tia Dalma la guardò male. Nora aveva ragione di credere che a loro non importava realmente di Jack. Lei era l'unica che avrebbe rischiato la sua vita per lui.
«Mi aspettavo di più da te. Mi hai privata della mia magia e solo grazie a Jack l'ho riavuta indietro. In più non hai fatto niente per salvarlo... Come tutti d'altronde!» Nora sputava le parole con rabbia.
«Volevo proteggerti, avevo paura di cosa tu potessi scatenare. Mi sono nascosta per non essere giustiziata in quanto strega, cerca di capirmi...» Tia Dalma era dispiaciuta.
Barbossa e gli altri si ubriacarono a tal punto da non poter neanche stare in piedi. Erano a Tortuga dopotutto, avrebbero risolto i loro conflitti più tardi.
«Mi dispiace tanto, Nora...» la strega le prese la mano.
La ragazza era così irritata che decise di bere. Magari si sarebbe calmata se avesse bevuto del rum in compagnia. Prese un boccale dal bancone e fece per tornare da Jack quando vide qualcuno accanto a lui. Era una donna che gli stava fin troppo vicino. Nora decise di avvicinarsi al loro tavolo, incuriosita.
«Mi sei mancato tanto...» la donna gli accarezzò le treccine. Le treccine che Nora amava tanto.
La ragazza bevve tutto il contenuto del boccale e lo posò con poca grazia sul tavolo, facendo sobbalzare entrambi. Poté sentire la rabbia impadronirsi del suo corpo, avrebbe fatto una strage.
«Che ti prende?!» urlò la sconosciuta.
«A me niente e a te?» Nora le rise in faccia.
Jack guardò entrambe sorpreso. Non era sobrio ma poté tastare la gelosia di Nora e ne fu compiaciuto.
«Gioia, lei è Angelica. È una mia vecchia... Mhmm... Vecchia...» Jack pensò alla parola adeguata.
«Raccontale quanto ci divertivamo insieme!» Angelica accarezzò il viso del pirata.
«Tu invece, chi sei? Una sguattera!?» la squadrò da capo a piedi. Nora era pronta a prenderla per i capelli.
«Non parlarle così. Non è affatto una sguattera. È un'amica, credo...» mormorò Jack confuso.
Quello era troppo per lei. Tia Dalma osservò la scena temendo il peggio.
«Io non mi provocherei se fossi in te.» Nora prese altri boccali dal tavolo e raggiunse la spiaggia.
«Erano i miei!» urlò Jack.
Nora li bevve ad una velocità impressionante. Aveva addirittura paura di quello che avrebbe potuto fare adirata com'era. Quell'Angelica chi si credeva di essere? Sapeva che l'avrebbe potuta disintegrare con il tocco della mano se solo avesse voluto?
Tia Dalma raggiunse la sua ragazza, cercando in tutti i modi di calmarla.
«Dai, ora calmati e vacci a parlare. Sono sicura che si sistemerà tutto.» La strega le sorrise.
«Non voglio.» «Se non ti dispiace, vorrei solo restare sola.» Nora guardò l'amica, sperando che la capisse.
«Solo non fare disastri.» Tia Dalma annuì svanendo nel buio.
Appena Jack vide la strega si alzò dal tavolo barcollando. La prese per le spalle e la fermò, preoccupato.
«Dov'è?» chiese, cercando di scrutarla in lontananza.
«Vuole stare da sola. Ti avverto, se le fai del male... Sei morto!» Tia forzò un sorriso.
Quando Jack raggiunse la spiaggia non trovò nulla a parte il mare. Guardò alla sua destra e quando i suoi occhi si posarono sulla Perla, sorrise. Al suo arrivo Nora era appoggiata con i gomiti sul bordo della Perla Nera ed aveva un'aria piuttosto pensierosa.
«Se non ti è chiaro voglio stare sola!» urlò percependo la presenza di Jack.
«Mi è chiarissimo.»
Jack si avvicinò e si mise nella sua medesima posizione.
«E perché sei ancora qua!?» lo sfidò.
«Perché io non voglio stare da solo, mi sembra ovvio.» Jack voleva che la smettesse di parlare.
«Potevi restare con Angelica, no?»
«Sì, potrei se lo volessi. Ma se sono qui significa che non lo voglio, e se non lo voglio sai che vuol dire?» Jack le bloccò il viso con una mano.
«Smettila» Nora cercò di resistergli a tutti i costi.
«Davvero vuoi che io la smetta?» Jack posò le labbra sul suo collo, lasciandole dei piccoli morsi. Nora trattenne il respiro, non voleva dargliela vinta. «Dannata testarda, lo so che mi vuoi.» Il Capitano rise mentre le baciava le labbra. Non potevano più nascondere quello che stava succedendo. Tra loro era tutta questione di chimica.

La ragazza dei piratiWhere stories live. Discover now