9.

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Gibbs, Ragetti e Pintel avevano costretto Barbossa a chiedere perdono all'intero equipaggio per le sue azioni senza onore. Altrimenti lo avrebbero gettato in mare, ed avevano attraversato acque in cui c'erano squali bianchi. Nora invece, era con Jack sotto coperta.
«Cosa ti fa credere che io ti dirò la verità?» Jack si attorcigliò i baffi.
«So riconoscere le bugie, Jack! Ti conviene rispondere onestamente.»
«Sei proprio carina quando ti arrabbi.» Rise il Capitano.
«Jack.» Lo richiamò.
«Ti ascolto.»
«Mi hai solo usata?» Nora temeva la risposta.
«Usata è un parolone. Ho solo pensato che sarebbe stato meglio per me se tu fossi stata sulla mia nave.» Spiegò il pirata facendo spallucce.
«Ti servivo perché ero io che cercava. Così avresti usato la giusta leva contro di lui...» Nora alzò il tono. Voleva andarsene ma Jack la fermò.
«Nora, dai! Lo sai che non è così. Avrei potuto consegnarti e non mi pare di averlo fatto...» Si mise dinanzi a lei.
«Non riesco a fidarmi...» la ragazza non poté più trattenere le lacrime. Lei teneva a lui. Jack non fece in tempo a controbattere che Nora era già svanita. Non aveva mai visto qualcuno piangere per lui. Forse aveva davvero sbagliato con lei.
«Capitan Barbossa, dove siamo diretti?» Nora asciugò gli occhi.
«A Port Royal. Perché piangi?» chiese continuando a dirigere la Perla.
«Come scusa?»
«Non mi serve guardare, si sente dalla tua voce. Ora dimmi, vuoi confidarti con un vecchio pirata?» esclamò Barbossa.
«È solo che non mi va di parlarne...» Nora si torturò le dita.
«Ti lascio sola.»
Quando arrivarono a Port Royal Barbossa, Pintel e Ragetti andarono a derubare in giro. Gibbs, Jack e Nora invece, restarono insieme. Calò un forte imbarazzo e nessuno dei due testardi proferiva parola.
«Capitano, è da un po' che non parlate!» Gibbs non capiva, Jack era logorroico.
«Non ora, Gibbs!» esclamò Jack zittendolo.
Nora decise di andare da Tia Dalma per raccontarle quanto accaduto. Quando vide che Jack e Gibbs la seguivano, andò su tutte le furie.
«Devi per forza venirmi appresso?» sbottò.
«Ce l'ha con me, Gibbs?» Jack finse di non vederla.
«Temo di sì...» rispose l'altro.
«Sporco farabutto! Ora fai finta di non vedermi?!» Nora gli puntò un dito contro.
«Ah! Bada a come parli, sei una signora!» puntualizzò Jack sorridendo.
«Jack Sparrow, io...» la ragazza strinse il pugno.
«Tu?» rise lui.
«Io... Vorrei prenderti a schiaffi!»
«Procedi pure.» Il pirata si avvicinò ulteriormente. Le treccine della barba le solleticavano il mento.
Nora non riusciva a pensare lucidamente. Lo odiava, lo odiava da morire. Riprese a camminare ignorando il caldo che cresceva sulle sue gote.
«Vai pure, carina! Io resterò qui a bere rum!»
Nora non si voltò fin quando non raggiunse il rifugio di Tia Dalma.
«Ma guarda chi mi hanno portato le stelle!»
«Sono felice di vederti anche io!» esclamò Nora.
«Dimmi, cosa ti occorre?» Tia Dalma era curiosa.
«Sono io ciò che cercava il Distruttore di Mondi. Ho bisogno del tuo aiuto, non riesco a controllare la mia magia. In realtà non sapevo di possederne alcuna.» Nora andò nel panico.
«Ci penso io a te, tesoro. Tranquilla. Perché non riesci a controllarti, sentiamo?» la strega le offrì una tisana alle erbe.
«Non so da cosa sia dipeso.»
«Tu tieni a lui, non è così?» Tia Dalma sorrise.
«Cosa? No!»
«Io vedo cose che gli altri non vedono. Ti ho spinta ad andare con lui per assicurarmi che fossi tu ad avere quel potere. La magia si manifesta quando c'è necessità e voi eravate in pericolo. Ma innamorarsi di un pirata, soprattutto se quel pirata è Jack Sparrow non è una scelta molto saggia...» Tia Dalma capiva perché a Nora piacesse tanto ma voleva solo proteggerla da lui.
«Oh, per favore! Io non sono innamorata di lui! E poi è Capitan Jack Sparrow!» la corresse Nora.
«Vedo che ha una grande influenza su di te!» rise Tia Dalma.
«Mmh... Come vuoi! Ma io sono venuta qui per altro.» Nora era determinata. Voleva usare al meglio la sua magia.
«Non riesci a controllarti perché non ti concentri. La tua mente è in tempesta!» le spiegò la strega.
«Potresti aiutarmi unendoti a noi?» Nora le prese la mano.
«Potrei. Fammi prendere le mie cose.»
Nora decise di aspettarla fuori. Si ritrovò dinanzi Jack con una bottiglia di rum in mano. Oscillava ed aveva uno sguardo abbastanza triste. Sebbene fosse arrabbiata con lui le faceva tenerezza in quello stato.
«Sei ancora qui?»
«Ti stavo aspettando, gioia! Come potrei andarmene senza di te? Diglielo, Gibbs!» urlò Jack dando uno spintone all'amico.
«Sì, come potrebbe andarsene senza di te?!» ripeté Gibbs vagando per la spiaggia.
Erano due perfetti idioti. Però doveva ammettere che il pirata era più simpatico quando era ubriaco.
«Hai finito di bere? Possiamo andare?» Nora lo guardò, incerta sul da farsi.
«Non sei più arrabbiata con me? Credimi, io non potrei mai usare una come te...»
La ragazza smise di respirare quando Jack barcollò verso lei. Lui inclinò la testa e le loro labbra quasi si sfiorarono.
«Jack! Tia Dalma! Mi inquieta!» Gibbs corse verso di loro nel panico e si nascose dietro al pirata.

La ragazza dei piratiWhere stories live. Discover now