Si va in scena

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Preparo tutto, i vari documenti per il trasferimento e una borsa con vestiti e effetti personali. Sono piena di adrenalina, come se una forza sovrumana mi pervadesse le membra, sto per prendere parte alla rapina, cosa che attendo ormai da due anni, e sto per entrare di nuovo in contatto con lei. Non ci credo nemmeno io, sembra tutto così surreale, è l'esperienza lavorativa più importante della mia carriera e perdere questa negoziazione non è una delle opzioni. Dovrò cercare di non farmi distrarre o di non essere eccessivamente comprensiva nei confronti di una certa rapinatrice. So che sbaglio, che il mio unico pensiero dovrebbe essere risolvere la situazione e sbatterli in galera ma il mio punto fisso è lei. Non ho davvero idea di come comportarmi, da una parte vorrei solo parlarle in modo civile, dall'altra fargliela pagare per come si è comportata, sia negli anni dopo la rottura sia quando in commissariato mi ha "umiliata" davanti a tutti. Non sapeva fosse in viva voce ma quelle parole mi hanno fatto male, ero andata lì per dimostrarle il mio supporto e non mi aspettavo di certo una reazione simile da parte sua. Alla fine non sono stata io la causa della rottura né tantomeno mi sono comportata male, ammetto di essere stata un po' stronza a volte ma niente di più, non meritavo di essere trattata in quel modo. Il vero problema è che lei è sempre stata su un altro piano, pur volendo non riuscirei mai a farle del male di proposito per quanto in realtà io in questo sia brava, soprattutto sul lavoro, le minacce e il riuscir a far crollare i criminali sono la mia specialità. Probabilmente mi dovrei comportare così anche in questo caso, essere una vera figlia di puttana, sia per un dovere professionale che per un "riscatto personale". Con il tempo mi sono inacidita e la morte di German è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, qualsiasi minimo senso di empatia è scomparso, la mia anima ormai è arida e questo è dovuto alle centinaia di pugnalate che la vita mi ha sferzato. Ed è stato proprio questo a spingermi a continuare a torturare Anibal, non ho più sensi di colpa o rimorso, niente di niente. Sentire il suo nome però, pensare a lei, cambia qualcosa, è una sensazione strana da spiegare, come se ci fosse ancora un piccolo fiore che cerca di germogliare nel deserto. Non credo sarò mai in grado di odiarla o di metterla alla pari degli altri, semplicemente perchè lei non è come loro, lei è l'unica a cui brillano gli occhi, l'unico giallo accesso in una massa di grigio. Ma io per lei sono solo un triste ricordo del passato, sono come del veleno di cui si è liberata, uno di quegli oggetti che rinchiudi negli scatoloni in soffitta perchè il solo vederli ti provoca dolore e devo essere in grado di accettare la cosa. I rumori provenienti dall'esterno mi indicano che è l'ora di andare, due uomini mi aspettano con Anibal incatenato, siamo pronti a salire sull'aereo per la Spagna. Adesso non si torna più indietro.

Dopo qualche ora di volo siamo arrivati a Madrid, ho passato ogni singolo minuto a leggere gli aggiornamenti sulla rapina, capire cos'è cambiato dall'ultima volta e studiare la situazione per arrivare preparata. All'aeroporto ci attende una macchina che ci scorterà direttamente davanti alla banca di Spagna, sono davvero eccitata non lo nascondo. Anibal cade dietro di me inerme mentre scendo le scale dell'aereo con i fogli in mano, stringo la mano ad un agente e salgo in macchina facendo carica il "prigioniero" sul sedile posteriore. Dopo pochissimo arriviamo a destinazione: si va in scena.
Entro nella tenda e fischio per attirare l'attenzione
ALICIA: buonasera, sono Alicia Sierra per quelli che non lo sapessero
dico entusiasta del ruolo che sto per ricoprire
ALICIA: gestirò la negoziazione di questa rapina, comincia la festa
continuo sorridendo
ALICIA: voglio tre cosettine e so che potete accontentarmi, primo: sapere quanto gasolio hanno lì dentro per alimentare i gruppi elettrogeni di emergenza, secoondo: che venga la squadra del sottosuolo e mi dica esattamente cosa c'è là giù: tunnel, gallerie, fognature e terzo...
mi guardo intorno
ALICIA: Antonanzas, Antonanzas!
ANTONANZAS: sì ispettore
risponde avvicinandosi a me
ALICIA: ascolta: caramelle, liquirizie, chupa chups e quelle gomme al melone che sono frizzanti dentro, ho gli ormoni a palla e ho bisogno di sembrare una donna dolce ed empatica quando dovrò parlare con il professore
vedo Tamayo venire verso di me e lo guardo preoccupata, la rapina è iniziata da poche ore ed è già in pessime condizioni. Sapevo che avrei dovuto gestire il caso con lui e non con Prieto, è troppo devastato dalla prima rapina per occuparsi di una seconda. Tamayo è il classico Ponzio Pilato a cui non piace prendere decisioni importanti o la responsabilità della situazione, è un finto duro che potrebbe crollare da un momento all'altro solo con un soffio.
ALICIA: va tutto bene?
chiedo stringendogli la mano per salutarlo
TAMAYO: va tutto benissimo, ti lascio al comando
annuisco guardandomi intorno
ALICIA: perfetto, andiamo!
dico incitando gli altri, cammino verso i monitor per farmi aggiornare sulla situazione e do con poco garbo il giubbotto ad Angel, non lo vedo da quel giorno in commissariato e devo dire che non mi è mancato affatto
ALICIA: Martinez!
MARTINEZ: ispettore, stiamo cercando di triangolare le chiamate
ANTONANZAS: ispettore
mi chiama e mi giro immediatamente verso una televisione che trasmette il mio arrivo a Madrid
ALICIA: la donna incinta che tortura, mi conosceranno anche le scimmie del Madagascar
affermo sarcastica mentre guardo il filmato
ANTONANZAS: cade come un burattino
afferma riferendosi ad Anibal, scoppio a ridere, non posso dargli torto
ALICIA: dai portami le gomme
dico come risposta, sono diventata dipendente da qualsiasi tipo di caramella durante la gravidanza e ormai non posso farne a meno.
ALICIA: sembro grassa
dico mentre continuo a guardare lo schermo
ALICIA: sembro grassa
ripeto indicando la televisione

Mi faccio aggiornare da Martinez per almeno una ventina di minuti quando decido di alzarmi per prendere un caffè e una bocca d'aria. Il caffè lo preferisco freddo, con ghiaccio e lo bevo con la cannuccia da un barattolo di vetro, lo trovo più dissetante ed efficace. Tornando alla rapina per ora non posso fare molto, non abbiamo alcun tipo di comunicazione, devo solo aspettare una sua chiamata, so già come comportarmi, ho tutto in testa e cosa più importante lei mi starà ascoltando. Entro nella tenda e mi fermo a controllare alcune informazioni con una poliziotta quando Martinez richiama nuovamente la mia attenzione
MARTINEZ: ispettore, è lui
porca puttana

SPAZIO AUTRICE
ciao ragazz*! come state? io sono molto stressata per la scuola e ho tantissime verifiche/interrogazioni ma fortunatamente l'estate sta arrivando e sarò molto più attiva! Spero che il capitolo vi piaccia e credetemi quando vi dico che il prossimo lo adorerete
hugs and kisses
E🤍

Mano nella manoWhere stories live. Discover now