Ne ho bisogno

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Stanotte non sono tornata a casa, non metto piede lì dentro da quando German è morto, non riuscirei a sopportarlo, ho lasciato il mio gatto alla vicina per evitare di darlo in adozione a qualche estraneo. Sono andata in un hotel del centro, ho passato gran parte della serata nella vasca facendo un bel bagno caldo e cercando di schiarirmi le idee. Non ho dormito nemmeno due ore, il pensiero di lei seduta su quella scomoda sedia, disperata per la sua situazione mi distruggeva. Sta andando a fondo e io pian piano lo sto facendo con lei, perchè resta la persona più importante per me, nonostante tutto il male che ci siamo provocate a vicenda. Adesso sono le 5.30 e devo tornare lì dentro, indosso dei pantaloni aderenti neri, una canotta color carne che contenga il pancione e un blazer, concludendo il tutto con i miei amati tacchi alti, nonostante sia al nono mese non posso farne a meno. Prendo un taxi e arrivo nella tenda dopo circa mezz'ora, pronta per andare da lei.

Sbatto la pistola sul tavolo facendola risvegliare
ALICIA: sono le 6 del mattino, l'ambulanza è già nel laboratorio della scientifica, al massimo entro un'ora arriverà Alberto, come un cane da caccia, annusando le tracce della sua nuova preda: vostra figlia
dico facendo finta di annusare l'aria
RAQUEL: credi che abbia lasciato il suo indirizzo appeso con un magnete al frigo?
ALICIA: io credo che tu ti senta una cattiva madre
rispondo prontamente
ALICIA: non si va via per così tanto tempo per fare una rapina che dura settimane senza una telefonata. Oh no, come va con il complesso della figlia cattiva?
chiedo ironica
ALICIA: perchè tua madre pff, non può essere lasciata da sola nemmeno per mangiare uno yogurt
dava i primi sentori di alzhaimer già quando l'ho conosciuta e negli anni non ha fatto che aggravarsi, lo so perchè mi sono sempre interessata alla sua vita in questi anni, anche se avrei dovuto fare il contrario
ALICIA: come facevi? Nella roulotte con il professore, come facevi a chiamare?
comincio a mettermi un gloss rosso per le labbra e sono abbastanza soddisfatta dato che me le sta fissando
RAQUEL: ti sorprenderà ma abbiamo addirittura pensato, quindi Alberto può entrare anche come un cazzo di maiale da tartufo tanto non troverà nulla
accenno una risata, se la pensa davvero così ha smesso completamente di ragionare, si trova sempre qualcosa
ALICIA: il più grande nemico del crimine non è la polizia, è la fretta, il camper era splendente come uno specchio, l'avete lasciato immacolato. Ma dall'ambulanza, dall'ambulanza siete scappati con il pepe al culo e sempre rimane qualcosa, sempre. Un capello sul cuscino, un calzino, poi arriva la scientifica con i luminol e ZAC
sbatto la mano sul tavolo facendola sussultare
ALICIA: beccati
la guardo fissa negli occhi
ALICIA: ripeto la mia offerta, vado subito lì e tolgo quel capello che ci porterebbe da tua madre e tua figlia, oppure aspettiamo che il tuo ex... ti fotta alla grande
a proposito di questo, dubito che mi tratterò dal tirare uno schiaffo ad Alberto per come si è permesso di trattare Raquel negli ultimi anni, è un verme
RAQUEL: tu non hai niente
dice avvicinandosi a me annullando qualsiasi tipo di distanza
RAQUEL: mi stai minacciando con un "probabilmente troveremo qualcosa"?
continua ridendo, la sua è una risata isterica, dettata dall'ansia che si è accumulata in lei. Mi allontano tornando a creare spazio tra noi e lei fa lo stesso
RAQUEL: la gravidanza ti ha messo in circolo una bella dose di estrogeni che ti fanno pensare di essere la donna più positiva del mondo, ma non servono per lavorare, sono per affrontare bene il parto che è molto doloroso
la guardo dritta negli occhi, con un sorrisetto di sfida stampato sul volto e uno sguardo freddo, vuoto. Non ha il diritto di giudicarmi e soprattutto è lei quella che crede di essere invincibile, quando questa battaglia l'ho già vinta io.
RAQUEL: che farai quando nascerà?
chiede facendo oscillare il suo sguardo dai miei occhi alla mia pancia
RAQUEL: è maschio o femmina? non lo sai?
sono una fiaccola ardente di rabbia, ma non cambio la mia espressione, risulto apatica, impassibile, tornando a indossare quell'armatura che da tempo mi sono costruita
RAQUEL: povera creatura
commenta a denti stretti sussurrando queste parole, mio figlio è l'unica ragione per cui sto andando avanti, la sola speranza che mi è rimasta e non le permetterò di rovinarmi anche questo. Mi giro e vedo Alberto parlare con Tamayo, le rivolgo un sorriso di sfida e vado da loro.

Mano nella manoWhere stories live. Discover now