Tappo

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Entro in casa e svanisco in camera mia, subito dopo essermi tolto le scarpe. Sento mamma salutarmi e io faccio lo stesso, alla veloce, mentre volo nel corridoio.

«Ciao!» esclama Sal, appena chiudo la porta dietro di me.

«Hey» dico, contento di non aver incontrato papà nel tragitto tra la porta di ingresso e camera nostra. Non ci parliamo più da almeno quattro settimane, non mi lancia un mezzo sguardo neanche per sbaglio. Si comporta perfettamente normale con mamma e con Salem, ma io non esisto più. Non è mai stato un tipo molto loquace, papà, ma ascolta sempre quando uno di noi parla e spesso dà dei consigli, o cose del genere, però, nonostante io parli anche meno del solito, quando lo faccio, lui si estranea totalmente dalla conversazione, non apre bocca e tiene lo sguardo fisso e basso.

"Quindi domani studiamo inglese?", mi scrive Dani.

"Va bene. Andiamo in biblioteca", gli dico. La biblioteca è l'unico luogo su questa Terra che riesca a farlo stare zitto. Per cause di forza maggiore, s'intende, mica per meriti particolari.

"Uff, no, in biblio no, vieni a casa mia... ;)". Ridacchio e roteo gli occhi al cielo.

"Ok, domani vengo a casa tua, lo facciamo e il libro di inglese non lo guardiamo neanche -_-"

"Mi sembra un'ottima idea! <3".

La porta si apre e appare papà sulla soglia. Operazione mimetizzazione iniziata. Mi spiaccico contro il muro e poco ci manca che trattenga il respiro. Vorrei essere un camaleonte per diventare dello stesso verde pastello delle pareti. Non che ne abbia bisogno, di sparire, già sono invisibile.

«Sal, è pronto» dice lui, tranquillo, poi fa dietrofront e torna da dov'è venuto. Sospiro, anche oggi niente di niente. Come ha detto Da, un giorno mi abituerò a essere un frocio bastardo e rinnegato, ma mi sa che oggi ci rimango ancora male. Vorrei veramente evitare di mettere le gambe sotto il tavolo e salterei volentieri la cena, ma ho un buco nello stomaco che mi mangerei davvero un bisonte. Inoltre, mamma verrebbe a sgridarmi per bene e mi trascinerebbe in cucina senza tanti fronzoli.

Con passi lenti e controllati, striscio fino al tavolo e crollo sulla mia sedia, un secondo prima che mi trovi davanti un piatto pieno. Sal inizia a raccontare la sua giornata e papà partecipa abbastanza entusiasta, mentre, in meno di un minuto, il mio stomaco decide di chiudersi e fa capolino l'ormai familiare sensazione di nausea. La fame passa, ma mi costringo a perlomeno guardare il cibo davanti a me e penso che probabilmente vomiterei tutto quello che metto in bocca.

Infine, per evitare castighi che prevedano il non poter uscire di casa, mischio e rimischio nervosamente ciò che ho nel piatto e mi sforzo di mangiarne giusto la metà, incassando le occhiatine di mamma senza dire nulla. In realtà, non sono i soliti sguardi preoccupati, o ammonitori, ma più... bha, non ne ho la minima idea. È come se stesse aspettando qualcosa. Come se fosse in attesa, ma un'attesa felice, intrepida. Come se stesse aspettando il più grande momento della sua esistenza. Ma che momento, esattamente? Questa è una solita, odiosissima e banale cena, uguale a tutte le altre da un mese a questa parte, in cui io non spiaccico mezza parola, provo un disgusto smisurato nel trovarmi in questa situazione e non aspetto altro che alzarmi e sparire. Oddio, ma non è che è una dolce attesa? Non è che mamma è incinta? Cioè, non è ancora in menopausa, può ancora avere figli. Magari, vuole una bambina e sta tentando un'altra volta. Mi ricordo tutte le speranze su Sal, tutti i "speriamo sia femmina" e, poi, un altro maschio. Oppure papà ha deciso di metterla incinta per rimpiazzarmi? Sì, insomma, potrebbe voler diversificare la prole e avere dei figli normali e non degli schifosi finocchi come eredi. Può essere un'idea. Bhe, non credo che mamma gli permetterebbe una cosa simile. Poi, onestamente, entrambi sono già abbastanza sclerati così, senza un altro infante a gironzolare per casa. Inoltre, questo è un appartamento, mica una reggia, già io e Salem stiamo stretti, un altro fratello o sorella in camera nostra e mi sparo. E troppa disparità d'età tra i vari fratelli. Avere un figlio appena maggiorenne e gay, un preadolescente iperattivo e un neonato sarebbe un incubo. Ok, ok, basta. Mamma non può essere incinta, dai. Sono abbastanza certo che non voglia un terzo figlio. Giusto?

Corda del SolWhere stories live. Discover now