Ghiaccio secco

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Che noia. Che giornata noiosa. Che giornata inutile. Odio la fine della scuola, un sacco di verifiche e un sacco di noia. Dani non c'è, ha voluto balzare la verifica di discipline progettuali, comprensibile, visto che non ha fatto nessun esercizio a riguardo.

Lo spogliatoio della palestra si sta svuotando, rimaniamo solo pochi lentoni nel vestirsi. In realtà, io me ne potrei pure andare, sono bello che pronto, ma Dario ci sta mettendo una vita a prepararsi e a mettere via le cose della palestra.

«Sì, insomma... andiamo a cena lì e...» sproloquia, pianificando sabato sera, prima che gli arrivi un coppino sulla nuca. Da Ale Ronchi. Che stress.

«Frocio» dice, più o meno sottovoce. Che super stress. Da come al solito non risponde, si capisce che è infastidito, ma evita di dargli corda, continuando a mettere la sua roba nella sacca.

«Perché non lo lasci in pace?» borbotto io. Sono un po' irritato. Ale non si dimostra simpatico, né intelligente nel fare tutte queste cose odiose. Da è l'unico tra noi a essere apertamente appartenente alla comunità LGBT, anzi, credo l'unico in tutta la scuola, quindi non solo in classe, ma un po' ovunque le risatine e le prese in giro si sprecano. Anche gli insegnanti lo sanno, uno scoop di questo genere non rimane certo tra i soli studenti e pure qualche docente gli riserva delle mezze smorfie disgustate. Bha, tutti disagiati in questa scuola. Nessuno che abbia voglia di farsi i cazzi propri e lasciare in pace la gente.

«Oh, scusa se ho offeso il tuo ragazzo...» sghignazza Ale, alzando le braccia in segno di resa. Tutti i miei campanelli d'allarme stanno facendo una sinfonia nella mia testa, dicendomi di inventarmi qualcosa al più presto, mentre Da lo guarda dapprima sbalordito, poi la sua espressione si fa quasi gongolante.

«Tranquillo, Ale, sai che non potrei mai tradirti con Shadid...» bofonchia, con un sorriso ironico. «...Un culo spanato come il tuo non è mica facile da trovare». Ah, wow. Veramente, Da, complimenti per il coraggio. Nessuna persona su questa Terra è come lui, io mi sarei già cagato addosso e sarei scappato via con la coda tra le gambe.

«Che cazzo hai detto!?» sbotta Ronchi, con gli occhi sbarrati.

«Ah, eri vergine? Scusa, allora, se sono stato troppo violento, è che ho pensato che non avevo mai visto un culo così largo, quasi più del mio...» continua Da, allargando il suo sorriso. Ok, ok, calmi tutti. Ale ha un'espressione a metà tra l'incazzato nero e il totale sbigottito; Da, dal canto suo, non sembra preoccuparsi di un bel niente. Poi, ci sono io, che, onestamente, me la sto facendo un po' addosso. Ci sono tante cose che mi passano per la testa in questo momento. E se venisse fuori che anch'io sono gay? E se si spargessero troppe voci sul mio conto? Se si prendessero a pugni? Caspita, che situazione di merda. Tutto questo perché Ronchi non vuole farsi un bel pacco di cazzi suoi. Ma non ha qualcosa di meglio da fare? O qualcun altro da stressare?

«Ripetilo» sibila, assottigliando gli occhi.

«Ho detto che buttartelo in culo è come lanciare una salsiccia in un corridoio» scandisce Da, sempre estremamente tranquillo. In mezzo secondo, Ale lo acciuffa per la polo e lo appende al muro con una facilità disarmante. Oh. Porca. Puttana. E ora? Che cazzo faccio?

«Ti giuro che finisci in ospedale»

«Ora sì che mi fai paura...». Ma porca vacca, Da, piantala lì. Ale è un cazzo di mostro. Penso faccia una roba tipo boxe o lotta libera, non lo so, ma in confronto a lui, Dario sembra un bambino, mingherlino e nano. Ronchi lo tira verso di sé, solo per sbatterlo contro la parete con il triplo della forza di prima. Da boccheggia, ma non emette un singolo suono. Merda, merda, merda. Non so cosa diavolo fare. Voglio dire, Ale è perfettamente in grado di suonarcele di santa ragione, sia a me, che a Dario. Vorrei onestamente evitare di prendermi delle botte, ma non voglio abbandonare Da in questa situazione del cazzo.

Corda del SolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora