Superman

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«Ma no! Ma sta roba succede solo quando uno è completamente ritardato...!» esclama Da, prima che venga bruscamente interrotto da un rutto di Dani. Filo scoppia a ridere, io nascondo una risata nella mia lattina di tè al limone, mentre Da gli lancia una crosta della sua pizza.

«Senti, ok, hai ragione, non farti venire il sangue gramo per Ronchi, sappiamo tutti com'è fatto, dai...» borbotta Dani. Da è molto scazzato per la mezza lite che ha avuto con Alessandro Ronchi in classe, mentre durante la lezione di religione parlavano di diritti umani. Purtroppo, me la sono persa, ma ci ha pensato Da a farmi un riassunto molto dettagliato in cui ha spiegato come Ronchi sia problematico. Non che ci volesse una discussione sui diritti umani per capire una cosa del genere, ecco.

«Senti, a me girano i coglioni come un elicottero per sta roba, ok? Se non ci...» gli risponde Da, con le braccia al petto.

«Sì, sì, bla bla bla... che palle, sul serio, è sabato sera e vuoi davvero passarlo a parlare di Ale?» lo interrompe nuovamente Dani. Ha ragione, nulla da aggiungere. Siamo a casa sua, solo noi quattro, visto che i suoi sono fuori per il weekend, a parlare nel suo giardino. Casa sua è bella, classica villetta di campagna su due piani, di un verde acqua tenue, un giardino immenso e pieno di alberi, su un lato svetta una piscina fuori terra abbastanza grande.

Abbiamo mangiato una pizza e ora ce ne stiamo attorno al tavolo a parlare. Non mi sembra vero che Da si sia accontentato di tutto ciò, senza proporre imbarazzanti discoteche dal dubbio gusto o cose di questo tipo. Ha accettato di buon grado senza scenate e lamentele.

«D'accordo, uffa, di che vuoi parlare, sentiamo?» borbotta di rimando Da, dopo aver preso un sorso della sua birra. Dani fa spallucce, dimostrandosi totalmente indifferente. «Dado, dammi la pace per non ucciderlo» esala Da, guardandomi. La fa facile lui, probabilmente chi nutre più sentimenti omicidi nei confronti di Daniele sono proprio io. Maledetto rompicoglioni che non è altro.

«Voi due, relazioni, niente?» domanda, poi, Filo, rivolto ai due single del gruppo. Ovvero me e Dani. Sospiro. Io? Relazioni? Ma per favore. Le ragazze tendenzialmente aspettano che sia il ragazzo a fare la prima mossa e io non sono proprio il tipo né da prima né da seconda né da nessun'altra mossa. Poi, in questo periodo, l'idea di avere una fidanzata non mi sta proprio passando per il cervello neanche per sbaglio.

«Negativo» borbotto.

«Ma come negativo? E tutte le promesse d'amore che mi hai fatto? Non valgono nulla?» sbotta Dani, ironico. Eccoci, me lo dovevo aspettare, me la sono cercata. Mi sento arrossire e chiudo gli occhi, cercando di fermare tutta la serie di pensieri su noi due che mi si parano davanti.

«Ficcatele nel culo le promesse d'amore» brontolo, meno aggressivo di quanto vorrei. Lui ridacchia, poi mi circonda le spalle con un braccio, scrollandomene una. Scuoto la testa, con un sorriso. Cerco di prendere con filosofia tutte le vaccate che dice o che fa, ma quando fa allusioni a una nostra (im)possibile relazione, mi chiedo quale sia il suo orientamento sessuale. Insomma, fa molte più battutine su relazioni omosessuali che etero. Non che mi darebbe fastidio se Dani fosse gay, ecco, però vorrei sapere un goccio di più sulla sua "vita privata". Le uniche cose che so è che suona la chitarra e che è figlio unico. Daniele, sotto questo punto di vista, ne sa una più del diavolo: è perfettamente in grado di nascondere ogni singola cosa che lo riguarda, avendo dalla sua un'ironia grande come tutto il Caucaso. La sfrutta bene per sviare il discorso, o per rigirarlo a suo favore. Sarebbe un ottimo avvocato, davvero, non perderebbe una causa. In queste cose, Daniele riesce benissimo.

«Stareste bene, insieme» commenta Da, guardandoci. Come, scusate? No, no. Ma per favore. Io e Daniele? Mai.

«Oh, ti prego!» sbotto.

Corda del SolWhere stories live. Discover now