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Esco dall'ascensore del palazzo di Da e lo trovo sul pianerottolo con un panino a quello che sembra prosciutto cotto in bocca.

«Ciao Da» gli dico.

«Hey, Dado, scusa per il poco preavviso, ma mi rompevo da solo a rincoglionirmi davanti alla tv» bofonchia lui, masticando. Entro in casa e lui tira un calcio alla porta per chiuderla, poi mi supera e va in sala, lasciandosi cadere sul divano.

«Sì, anch'io ero un po' annoiato» confermo, annuendo.

«Che stavi combinando a casa?» mi chiede.

«Mh, niente di che, leggevo un po', ma non ero molto ispirato.»

«Il Niño dove l'hai mollato?»

«Ha rientro pomeridiano a scuola.» mi limito a dire.

«Ricordami un po' che classe fa»

«Prima media»

«Ah sì, sì! Figo, figo. Comunque, un giorno, se ti va, andiamo in centro che devo comprare qualche roba nuova da mettermi addosso, perché ho un botto di jeans così strappati che tra un po' mi escono le palle. Filo mi ha già tirato pacco, odia queste cose, chiederò anche a Dani, almeno lui un goccio ne capisce...»

«Scusa? Io no?»

«Sei veramente l'anti-sesso reso uomo. Devi curare te stesso se vuoi farti desiderare dalle donzelle. O dai donzelli, nel tuo caso. Guarda come sei conciato, se non ti conoscessi e ti vedessi tipo in discoteca, non mi verrebbe voglia di scoparti neanche col cazzo di un altro». Raccolgo le braccia al petto, non realmente offeso. Il vestiario proprio non mi interessa. Rimango nella mia comfort zone di felpe tinta unita e magliette "college style".

«Non mi interessa farmi desiderare da nessun donzello» brontolo.

«Eh, certo, ce l'hai già, il tuo donzello!» esclama. «Tesori. Come va? Tutto ok?»

«Da, certo che va tutto bene! Dani ti avrebbe già detto tutto, in caso ci fosse stato qualcosa che non va...»

«Vero» annuisce, poi sospira. «Mi sa che comunque la mia relazione con Filo sta giungendo agli sgoccioli...»

«Eh?» domando, stralunato. Non capisco: vanno d'accordo, non sembrano avere problemi troppo gravi, sembrano super innamorati.

«Eh, inizio a stare un po' stretto...» continua, abbastanza sereno.

«Ma... perché? Che succede? Non...»

«Oh, Dado, ti prego! Non ti mettere a piangere!» esclama, interrompendomi. «Su, capita, magari rimaniamo amici, ma non credo che lui sia quello giusto, tutto qui. Non farne una tragedia!»

«Povero Filo... siete carini insieme»

«Cosa ho mai fatto a dirti questa cosa?» domanda retorico, guardando verso l'alto. «Senti, se è tutta una tecnica per farmi sentire in colpa, smettila subito. Non è efficace e mi fai sentire una merda»

«Scusa» mugolo. Non è mia intenzione ficcare il naso in relazioni non mie, già ho Dani che mi richiede un sacco di fatica e attenzione. Da può fare ciò che vuole e se non si trova più bene con Filo, ha tutto il diritto di lasciarlo, però non posso dire che non mi dispiaccia, giusto un goccio. Filo è un bravo cristo, ha avuto la pazienza di sopportare Dario per tutto questo tempo, cosa che merita tutta la mia stima, sembra sempre molto chill nella vita e prende tutto come viene.

«Bravo cucciolo» sghignazza, dandomi un paio di pacche sulla testa.

«Non darmi del cucciolo. E non trattarmi come un cane» borbotto, scostandomi e mettendomi un goccio a posto i capelli. Ridacchia, allungando le gambe e appoggiandole sul tavolino di fronte. Poi, gli trilla il cellulare, lui lo prende, lo guarda, sbuffa e risponde al messaggio.

Corda del SolWhere stories live. Discover now