Moretto bello e dannato

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Quando entro in classe, qualcuno si mette a ridacchiare. Ok. Che cosa sta succedendo? Solitamente, sono un fantasma, nessuno mi caga e io non cago nessuno, a parte Mari, Da e Dani, che non sono ancora arrivati. Per gli altri, non esisto e va benissimo così, ma stamattina sembro un'attrazione del circo. Occhiatine e risate.

Prima di sedermi controllo la sedia e il banco, per assicurarmi che non ci sia bho, uno scherzo o una roba del genere, ma sembra tutto ok, indi per cui mi siedo. Potrei dirmi preoccupato, perché tutti questi riflettori puntati addosso non promettono niente di buono. A parte che non mi sento per niente a mio agio al centro dell'attenzione, poi, direi che di cose da nascondere ne ho.

Prima fra tutte: Dani e la nostra relazione. In questi dieci giorni di "fidanzamento" siamo stati compulsivamente attenti a non far trapelare nulla a scuola: assolutamente niente contatto fisico, nessuna parolina dolce, niente di niente. Ci comportiamo normalmente, come al solito, come due amici e non ci lasciamo andare nemmeno quando siamo soli, per paura di venire scoperti. Almeno su questo, siamo totalmente d'accordo: a scuola nessuno deve sapere niente, a parte Da e Mari. Su di loro siamo sicuri al cento per cento che non dicano niente, sono nostri amici, in più Dario è stato il nostro Cupido, lui sapeva già tutto prima ancora che cominciasse.

Ronchi e la Zorza entrano, guardandomi e anche loro ridacchiano.

«Bravo, Shadid, sei entrato nel mondo dei grandi!» esclama Ale, dandomi una pacca sulla spalla così forte che per poco non me la disloca. Una cascata di domande mi investe il cervello. Cosa diavolo significa che sono entrato nel mondo dei grandi?

Poi, mi rassicuro un minimo: se si fosse saputo che sono gay, Ronchi non si sarebbe di certo limitato a dirmi sta boiata qua, ma avrebbe sicuramente fatto una battutina omofoba del cazzo. È il peggior incubo di Da, non lo lascia in pace un minuto. Se non fosse un crimine, Da lo avrebbe già ucciso.

Entra Dani che mi guarda e mi fa un mini-sorriso, io ricambio, non propriamente convinto. Si mette al posto di Da e sbadiglia.

«Buongiorno» mi dice, sfregandosi un occhio con una mano.

«Giorno» borbotto io, sovrappensiero. Questa cosa mi sta dando fastidio, perché non solo non so di che cosa stiano parlando, ma sembra anche una cosa molto divertente!

«Sei arrabbiato?» mi chiede, un po' perplesso dal mio tono da uomo delle caverne. Scuoto la testa.

«No... sono più... confuso»

«Per che cosa?» persevera lui. Apro la bocca per rispondere, ma la voce mi muore in gola quando sento un "chissà chi è" un po' più forte rispetto a questo chiacchiericcio. "Chissà chi è" chi? «Dam? Tutto ok?» mi chiede ancora Dani.

«C'è qualcosa di strano che frulla nell'aria.» dico, sottovoce. «Gli altri sanno qualcosa su di me... qualcosa che io non so» brontolo.

«Ma dove siamo? In 007? E tu chi sei? James Bond?» domanda, retorico, non nascondendo il suo sorrisetto da figlio di puttana.

«Cretino» gli rispondo.

«Ascolta, non ho la più pallida idea di quello che stai dicendo e comunque ho troppo sonno per pensarci, quindi...» spiega, svogliato, prima che una mano schiaffi sul mio banco un giornaletto.

«Che cazzo significa sta roba!?» sbotta Da, già corrucciato. Il buongiorno si vede dal mattino, direi. Credo di avere un'espressione un po' interrogativa, perché non so assolutamente di che cosa stia parlando.

«Eccone un altro che vive in un film! Sentite, io vado a farmi i cazzi miei. Siete impossibili!» borbotta Dani, alzandosi e andando al suo posto. Da si mette seduto e sfoglia velocemente la rivista che si rivela essere il nostro ridicolo giornalino scolastico. Imbarazzante e inutile, non l'ho mai preso. La deforestazione è un problema serio e io non voglio contribuire comprando della povera carta stuprata per essere riempita da schifezze adolescenziali.

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