Crema solare

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Benvenuta estate, benvenuta crema solare, benvenuti gelati e punture di zanzare.

«Through playful lips made of yarn
That fragile Capricorn
Unraveled words like moths upon old scarves
I know the world's a broken bone
But melt your headaches, call it home
» grida Dani, seguendo "Northern Downpour" dei Panic! At The Disco nella radio della sua macchina.

«Sei veramente una creatura impossibile. Questa è la canzone più tranquilla e calmante mai scritta e tu riesci a urlarla come se fosse uno scream metal...» borbotto.

«Riarrangiata in chiave heavy metal sarebbe molto più figa. Brendon Urie non capisce un cazzo, ha scritto un bel testo e ci ha messo sotto una melodia tranquilla da ninna nanna»

«Magari perché ci sta bene una melodia da ninna nanna sotto questo bel testo?» chiedo retorico.

«Hey moon, please forget to fall down

Hey moon, don't you go down» urla in risposta lui, cambiando tutto ciò di modificabile in queste dieci parole. Scuoto la testa, mentre lui continua a guidare e a cantare.

Mancano ancora venticinque minuti prima di arrivare a Celle Ligure e se Dani continua così, si troverà con un fidanzato arrabbiato e spossato da un lancinante mal di testa. Una giornata al mare per scampare alla calura e all'afa cittadina la sento necessaria. In realtà, avevo proposto una piscina, la prima cosa che mi era venuta in mente per non sciogliermi sul divano a casa, ma Dani se n'è uscito di andare al mare e io ho accettato, abbastanza entusiasta. Preferisco la spiaggia alla piscina, quindi sono stato più che contento quando lui mi ha mostrato la nostra meta.

Trovare parcheggio si rivela relativamente semplice, anche perché è metà giugno e siamo in un giorno lavorativo, non esattamente il periodo di ferie. Prendiamo i nostri zaini, Dani chiude l'auto e ci incamminiamo verso la spiaggia. Prima, ci fermiamo nella focacceria scelta da lui per comprare il pranzo e quando usciamo, riprendiamo la strada principale. A una certa, mi prende per mano, senza dire niente, intrecciando le sue dita alle mie. Io guardo le nostre mani, poi sorrido e, insieme, continuiamo a camminare.

Facciamo non più di cento metri che da dietro sento una voce dire "oh, Nico, guarda quei due, guarda i froci", quasi sussurrando. Mi si gela il sangue nelle vene e un brivido mi percorre tutta la spina dorsale. Lascio subito la mano di Dani, infilando la mia nella tasca del costume da bagno, mentre lui mi guarda interrogativo.

«Ho caldo» provo a dire, scrollando le spalle. Intanto, nel mio petto, il mio cuore batte ancora velocissimo, dalla paura e un po' anche dalla delusione.

«E hai caldo alle mani?» domanda ironico lui. «Vabbè, sti cazzi...» continua, facendo spallucce. Caccio un sospiro di sollievo, mentre, ben distanziati, procediamo verso il lido.

Appena arrivati, stendiamo gli asciugamani, ci spogliamo e iniziamo a spalmarci la crema. Dani sembra contentissimo e per niente imbarazzato nello scambiarci qualche tenerezza, mentre io mi sento piuttosto turbato e impaurito. "Guarda i froci", come se fossimo dei fenomeni da baraccone, qualcuno da guardare e di cui ridere, sperando nel profondo che non ti capiti la stessa cosa. Come se avessimo una malattia, una malformazione strana, che ci rende tremendamente divertenti, ma al contempo ugualmente rivoltanti.

«Facciamo subito il bagno, oppure aspettiamo un po'?» mi chiede Dani, a una certa. Faccio per rispondere, ma lui mi blocca. «No, aspetta! La crema sulla schiena! Divento un gamberetto grigliato se non me la metto!» esclama. Recupera il suo tubetto e me lo lancia. «Mettimela, Dam, please...» piagnucola. Guardo prima la confezione di crema solare, poi la sua schiena. È una cosa normale, perfettamente normale. Si deve mettere la protezione per non ustionarsi, non c'è niente di malizioso in questo gesto, assolutamente niente che mi si possa recriminare.

Corda del SolWhere stories live. Discover now