Capitolo Due: Conosci i BTS?

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Capitolo Due.
Conosci i BTS?

Sistemai la mascherina sul volto, uscendo in tutta fretta dall'edificio dove avevo appena trascorso l'ora più lunga della mia vita, il mio psicologo si era voluto soffermare su concetto di silenzio, dopo che nelle ultime sedute, l'avevo utilizzata...

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Sistemai la mascherina sul volto, uscendo in tutta fretta dall'edificio dove avevo appena trascorso l'ora più lunga della mia vita, il mio psicologo si era voluto soffermare su concetto di silenzio, dopo che nelle ultime sedute, l'avevo utilizzata come scusa verso l'allontanamento da i miei amici, famigliari, ma anche dalla musica.

Di solito non ero tanto suscettibile, non mi alteravo per delle precisazioni dovute, anche se scomode o sullo svisceramento del problema, era il suo lavoro, lo pagavo per questo, ma quel giorno mi sentivo infastidito, tutto mi urtava e in parte, attribuivo tutto ciò alla mancanza da diversi giorni, del podcast di Purple Abyss.

Mi sentivo infantile a sbuffare, mentre il suo nome risuonava nella mia testa, ero arrabbiato con una ragazza che non conoscevo, mi sentivo lasciato indietro, da una persona che non avevo mai visto, abbandonato da una voce, che sicuramente aveva cose più utili alla sua sopravvivenza da fare, che parlare a un microfono per me.

Ero così egocentrico, da pensare che facesse tutto per me.

«Sicuro che non c'è altro di cui vuoi parlarmi?» Aveva chiesto prima che lasciassi il suo studio, come se sapesse che nascondevo qualcosa o meglio qualcuno.

Senza pensarci troppo era uno psicologo, aveva sicuramente intuito che qualcuno era entrato nella mia vita e influenzava il mio umore, ero anche certo immaginasse una ragazza, una nuova fiamma con cui avevo i soliti alti e bassi di una coppia.

La realtà era che, una donna mai incontrata aveva il potere di influenzare il mio umore, più di quanto aveva fatto qualsiasi altra donna lungo il mio percorso. Se gli avessi parlato di ciò, forse si sarebbe reso conto di quanto la mia mente fosse precaria.

Sbuffai ancora una volta schernendo me stesso e in quel momento, fui felice di indossare la mascherina, che copriva il volto colmo di disappunto, i miei pensieri prendevano forma in delle smorfie, che la persona nel parcheggio insieme a me non poteva fortunatamente vedere.

Estrassi le chiavi dell'auto dalla tasca, rifugiandomi all'interno della vettura, felice di poter finalmente togliere la mascherina; lasciai cadere il pezzo di stoffa sulle gambe e mi presi qualche minuto per riprendermi dalla carica di frustrazione, che non ero riuscito a lasciarmi alle spalle, neanche dopo la mia settimanale seduta dallo psicologo.

Volevo urlare, arrabbiarmi con qualcosa o qualcuno che realmente meritasse la mia furia, volevo litigare con qualcuno, sfogarmi, lasciarmi andare a insulti frivoli e battute pungenti, così da poter liberare la mia mente dal continuo desiderio di spaccare il telefono.

Una sconosciuta, non doveva avere un tale potere su di me.

Stavo facendo ruotare il mondo intorno alle sue parole, al suo stato d'animo, a qualsiasi cosa comprendesse un suo aggiornamento, lo facevo ormai da un mese e non ero ancora pronto a farne a meno, avevo bisogno del mio conforto, avevo bisogno di lei.

Podcast || Kim SeokjinWhere stories live. Discover now