ventitré

227 13 2
                                    

stordita, portai la coperta sopra la testa, sperando le la stupida voce da gallina della donna del meteo sparisse, ovviamente non lo fece.
ci fu improvvisamente silenzio, poi qualcuno picchiettò la mia spalla.
mi accovacciai ancora più sotto le coperte stringendole attorno a me.
"dai joe ancora cinque minuti" mormorai.
ci fu una pausa, poi sentii una mano sulla mia spalla
"joe, smettila basta"

"non chiamarmi in quel modo!" l'esclamazione demonica mi fece aprire gli occhi di scatto, mi alzai sedendomi ritrovandomi faccia a faccia con jack.
cercai di indietreggiare solo per finire con il dietro della mia testa sul divano.
le sue mani sulle mie spalle che stringevano forti.
"non dirlo mai più davanti a me, capito?" ero probabilmente più pallida del solito, annuii tremando.

"non... non lo farò" deglutii
"te lo prometto, mi ero addormentata e.. e..."
iniziai a singhiozzare, la sua presa sulle mie spalle eventualmente diventò meno forte, fino a scomparire.
allungò la mano verso il mio viso e sussultai alzando riflessivamente il braccio per proteggermi, facendo congelare jack.
lentamente, il suo braccio cadde al suo fianco e si allontanò.

mi lasciai andare e ripresi a piangere, questo è quello che devo aspettarmi quando mi addormento sul divano?

seduta là con gli occhi chiusi, sentii il frigo aprirsi, seguito da una serie di passi.
poi jack picchiettò la mia spalla, facendomi sussultare e girai lo sguardo verso di lui.
mi stava fissando, totalmente indifferente della mia reazione, aveva in mano una ciotola.
"colazione." mi porse la ciotola.

"grazie..." presi esitante i cereali... ghiacciati? avevo detto di essere ironica... non ci credo.
un po' in difficoltà portai la ciotola per mangiare direttamente da essa data l'assenza di un cucchiaio, cercando di non versarmi tutto addosso.
dopo pochi minuti jack si dirise verso la cucina e aprì un cassetto.
poi tornò da me porgendomi un cucchiaio.
"se ti serviva un cucchiaio potevi semplicemente chiedermelo" commentò, alzai le spalle.
non volevo rispondere, sicuramente avrei detto qualcosa di sbagliato che lo avrebbe fatto incazzare, e non sarebbe stato il massimo contando che ultimamente le cose tra noi stavano andando bene, anche se il risveglio traumatico di questa mattina mi fece un po' dubitare di questo.

tranquillamente jack prese il telecomando e alzò il volume.
"...e non c'è ancora traccia del perchè la madre abbia fatto ciò" aggiunse poi "la polizia non ha ancora determinato l'origine delle caramelle"

"caramelle?" sussurrai
"gli organi le sono stati sostituiti con delle caramelle, poi la madre l'ha accoltellata nel cuore, cosa tipica da LJ" mi girai verso jack scuotendo la testa, chi era LJ?
poggiai la ciotola sul tavolo, l'appetito era scomparso, jack sospirò ma non disse nulla, si sedette però accanto a me.

rabbrividii e cercai di allontanarmi, ma mise un braccio attorno alle mie spalle per fermarmi. restai ferma, un po' scioccata dall'improvviso contatto.
parte di me voleva protestare, ma l'altra sapeva che sarebbe stato inutile. magari gli serviva compagnia... dopo tutte le foto viste sul computer poi mi sarei sentita in colpa... al pensiero sussultai.

a quel sussulto jack mi rivolse uno sguardo curioso ma evitai il contatto visivo girando il capo.
la sua maschera blu, la stessa delle foto, mi faceva affondare tra i cuscini del divano. jack non disse nulla, tornando a guardare il telegiornale.

mentre ero seduta in silenzio, a giocherellare con le mani, rivolsi uno sguardo al ragazzo accanto a me. fissava la tv ma mi sentivo comunque osservata, anche se non avesse avuto la maschera sarebbe stato difficile da determinare se mi stesse guardando, ma comunque, perchè continuava a portarla?

molte cose su di lui non avevano senso, il suo braccio attorno a me mi impediva di smettere di pensarlo. mi sentivo pesante e difficile da ignorare.
in ogni caso, mi alzai, riuscendo a scappare dalla situazione stressante. "dove vai?"

"a fare la doccia" presi la ciotola dal tavolo e la poggiai nel lavandino, poi andai in bagno.

~~~

poche ore dopo ero sul letto a leggere un libro, così immersa nel mondo romanzesco che quando sentii la porta aprirsi, balzai facendo cadere il libro.
jack aprii la porta lentamente, sporgendo solo la testa lo trovai divertente...
"non volevo nemmeno spaventarti" ridacchiò

"stai zitto..." forzai un sorriso e vidi che tra le mani aveva un piatto con un panino, il suo modo di chiedere scusa senza chiedere scusa.
poggiò il piatto sul comodino e mormorai un piccolo "grazie" aspettando che esca dalla stanza.
invece, aprì l'armadio e mi lanciò dei calzini.
"mettili." ordinò.
guardai i calzini confusa e poi realizzai, deglutendo.
jack si era seduto accanto a me, sbattendo impaziente il piede a terra.

"non cercherò di scappare..." dissi velocemente,
"te lo prometto, non saprei dove andare, l'unica persona che conosco è morta, e-"
"agatha" deglutii
"mettiti i calzini"
obbedii.

prese il mio piede (no raga che schifo i piedi dio)e facendo attenzione a non incastrare la stoffa nel lucchetto, sentii il click.
ne era passato di tempo da quando avevo indossato la catena.
la fissai, portando velocemente le ginocchia al petto, abbracciandole per conforto, affondando il viso tra le braccia.
sentii jack sospirare e accarezzare lievemente la mia schiena.
il contatto mi provocò brividi, ma non alzai lo sguardo, la sua voce era gentile e dolce, come se mi stesse confortando.
"agatha, so che non ti piace, ma devo andare a prendere cibo, per me e per te. non posso rischiare che tu vada via, la toglierò appena sarò a casa"

non risposi, facendolo sospirare ancora una volta.
pochi minuti dopo tolse la mano dalla mia schiena e sentii il materasso alzarsi, seguito dal rumore dei suoi passi e dalla porta chiusa.
le cose stanno tornando come prima.

eyeless jack- non so scrivere<3Where stories live. Discover now