dieci

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jack's pov

devo urlare.
devo sentire.
devo vedere.
devo mangiare.
devo scappare.
devo muovermi.

attorno a lui c'era oscurità. esisteva nel vuoto, tutto solo, completamente tagliato fuori dalla realtà.
"hai imparato la lezione? dimmi."
l'uomo lo prese per il mento, costringendolo a guardarlo negli occhi.
"dai, animaletto, non essere timido..."

"lasciami andare"
"non sarai mica spaventato"
le ultime parole sembravano un fischio nell'orecchio di jack, le sue spalle cedettero, il suo intero corpo cedette.
un brivido percosse la sua schiena. spaventato. sì, era spaventato. non ce la faceva più.

jack sussultò spalancando gli "occhi", aveva sudore freddo sull'intero viso.
per un momento provò panico. cos'aveva sopra?
lenzuola.
era a casa. nel suo letto. sano e salvo.
era un sogno.
tremando, si sedette sul bordo del materasso, strofinandosi gli occhi e guardandosi attorno.
la luce del sole si infiltrava dalle tapparelle, si alzò sbuffando e le chiuse completamente.
era un incubo.
ed era finito.

~~~

il cibo umano era difficile da comprendere per jack, certo, un tempo anche lo era stato anche lui, ma aveva perso ogni capacità collegata alla cucina.
guardò con confusione il piatto nel microonde, sembrava nauseante.
tirò fuori il piatto e lo osservò, per poi buttarlo nella spazzatura.
un altro fallimento.

sono passati sette giorni dalla sua evasione. il suo nuovo "animaletto" sembrava adeguarsi allo stile di vita. non interagivano molto apparte quando le portava i pasti e quando voleva spaventarla per il proprio intrattenimento.
in generale, era obbediente e silenziosa, non voleva mai litigare o cercare di fare a botte.
le aveva anche insegnato a cambiarsi le bende da sola ed inoltre, aveva iniziato a toglierle la catena quando era in casa.
di solito rimaneva nella sua stanza, usciva solo per andare in bagno.
proprio ora sentiva l'acqua scorrere nella doccia, come ogni pomeriggio.

oggi voleva premiare la sua obbedienza portandole qualcosa oltre al cibo.
cercò di fare cereali ma per quanto fosse facile non ci riuscii, quindi le preparò un semplice panino come al solito.

prese il piatto con il toast sopra e un borsone e si avvicinò alla stanza, bussando poi alla porta.
non sarebbe mai entrato senza il suo permesso.

"puoi entrare" disse agatha.
jack aprii silenziosamente la porta ed entrò.
era seduta sul letto, indossava una felpa e dei pantaloni che sembravano davvero molto grandi, magari erano di joe.
i suoi capelli e la sua pelle apparivano ancora umidi.
poggiò il piatto sul comodino nonostante sapesse che non avrebbe mangiato finchè il contenuto del borsone non sarebbe stato rivelato.
chissà, magari era pieno di strumenti di tortura.

guardare la sua espressione era davvero intrattenente, era spaventata.
buttò il borsone a terra e lo aprì, tirando fuori un romanzo, poggiandolo sul comodino.
"...che fai?"
"non ti piace leggere?" disse casualmente.
"sì, ma perchè?"
"così non ti annoi"
non voleva che impazzisse, sapeva com'era essere tenuti prigionieri.
"oh... okay"
silenzio, poi un ghigno da parte di jack.
agatha prese a mangiare rilassata.
il ragazzo si alzò e si avvicinò a lei, iniziando ad accarezzarle i capelli.
"c-cosa stai facendo?" disse quasi facendo cadere il toast a terra.
"non posso accarezzare il mio animaletto? e poi questo shampoo ha un buon profumo"
il suo corpo era teso e jack poteva sentirlo, perchè lo stava facendo?
dopo pochi minuti si fermò e si alzò uscendo dalla stanza, guardando un'ultima volta l'espressione confusa di agatha.
un'espressione che sembrava persino più carina di quella che aveva quando era spaventata.

eyeless jack- non so scrivere<3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora