Capitolo 48

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Ebbene, si può dire che ce l'abbiamo quasi fatta.
Prego tutti di leggere con attenzione queste poche righe (so che è fastidioso inserire incipit prima dei capitoli, ma si tratta di qualcosa di molto importante) perchè come 48° capitolo, siamo ormai vicini alla fine.
Troppo vicini. Il prossimo, il 49° sarà il Penultimo.
Eh, si. Siamo arrivati a un altro triste e fantastico, al tempo stesso, Penultimo capitolo.
Queste cose le dirò di nuovo sia su EFP che nel cinquantesimo, perchè l'esperienza insegna che c'è sempre qualcuno che viene a battere alla mia mail perchè s'è perso qualcosa. Ora, non che mi dispiaccia ma questa volta è un po' diverso...per me...perchè dopo aver inserito l'ultimo capitolo e la shot finale, chiamata First Day, io mi dileguerò.
Il 24 giugno, finirò entro quella data, fidatevi di me, mi hanno programmato il cesareo.
Perciò, abbiate pazienza, ma da quel momento in poi...la cara Kysa sarà in fase Game Over.
Per questo, vi saluterò direttamente col 50°. Non voglio fare scene da isterica con la shot, perchè quello sarà un addio silenzioso. Vorrei scrivere e sentire uno a uno tutti quelli che mi hanno letto, tutti quelli che hanno recensito, le ragazze che poi sono diventate mie care amiche...è chiedere troppo, lo so, ma ci terrei tanto a salutarvi tutti insieme!
Per questo, vi dico che mi sono fatta una scaletta di aggiornamento da cui non posso e non voglio sgarrare. Secondo questo schema domani inserirò il 49, il 16 il capitolo finale di TMR e il 20, piangiamo tutti insieme, avrò terminato con l'aggiornamento di First Day.
Dopo di che, due giorni per contattarmi...e poi...mah, settimane di buio.
Come avrete capito dai miei lamenti, questa nascita non era certo programmata...e non sono una di quelle con l'istinto materno che strabocca da tutte le parti...ma ce la metterò tutta...e solo dopo qualche settimana mi rimetterò al pc. Magari dopo un mese o due. Ho bisogno di una pausa. Una pausa vera. Perchè ora la bambina, lo dico col cuore in mano...sta letteralmente monopolizzando i miei pensieri.
Perciò, con queste poche righe, v'informo che siamo veramente alla fine. Mancano due capitoli, dopo questo, e First Day...ma ci siamo.
Cos'altro dirvi?
Ci risentiamo alla fine. Col 50°, vi darò le ultime indicazioni sull'utilizzo di Axia, che scriverà al quinta e ultima parte della saga della mia fiction, intitolata l'Alchiamia del Sangue , perchè con le ci vanno le istruzioni ma...si, è ora. Vi lascio al capitolo, buona lettura, fanciulle ed egregi signori.
Sarà un onore terminare questa fiction per voi.
Barbara.


Chi di voi conosce l'arte della guerra...sa che i pedoni vanno avanti per primi.
Chi non ha mai sentito le grida degli uomini diventare tempesta e rombo di tuono sotto un cielo di fuoco però, non la conosce.
Chi non ha mai sentito la terra tremare sotto lo scalpiccio di migliaia di uomini...non la conosce.
Chi non s è mai macchiato le mani e il viso, dopo il fragore lucente di due spade che danzano...non la conosce.
Non c'è storia nella lunga epica biografia dell'uomo e del mago che non abbia lei come protagonista.
La guerra.
Fluisce nelle vene insieme al sangue.
Ribelle. Non lascia scampo, quando artiglia un cuore.
E' con te quando di fronte al nemico, urli il canto di battaglia.
E' con te quando di fronte al nemico vincitore, tu, in ginocchio, attendi il colpo finale senza abbassare lo sguardo
Che venga, la morte.
Mi guarderà in faccia nel momento in cui mi prenderà con lei.
La guerra è con te quando, vincitore, alzi il vessillo.
E' lei che pianta la bandiera.
Lei che si assopisce, quando il fuoco viene appena domato...
E lei che si risveglia...quando il cuore lo richiede.

Harry James Potter scagliò la spada di famiglia in alto. Proprio di fronte alle sue iridi di giada.
Il cozzare con la lama avversaria produsse una cascata di scintille...e fu quasi come se il tempo si fosse fermato.
E dire che conosceva a memoria quei momenti.
Quella sensazione.
Eppure...quella specie di gioia nel cuore...quella specie di denso tormento, caldo come il fuoco e dolce come il miele...riusciva sempre a sorprenderlo.
Incredibile.
Che fosse innamorato delle battaglie?, si chiese, piantando la lama nel petto di un vampiro.
Che fosse innamorato...del caos?
Estrasse la lama e venne investito da una pioggia di cenere.
Il caos. La guerra.
Cos'altro?
Si girò, incurante del duello che da lunghi minuti ormai si protraeva.
Erano le tre e mezza del mattino. E sebbene l'alba fosse ancora lontana...lui poteva sentire i raggi del sole sfiorargli la pelle. Ricordava l'alba al Tower Bridge, otto anni prima. Non c'era mai stata giornata più silenziosa di quella, al mondo, per lui. Le fate gli avevano donato il silenzio di una terra prima di notte e giorno.
Priva di luna e sole.
Per un giorno solo, era stato lui a fare da padrone a Londra.
Sulla terra dei maghi.
Ma quella notte...quella notte lui aveva un altro compito. Non desiderava uccidere più nessuno.
Non più vendette. Non più veglie, con l'anima e la mente trafitte dal desiderio della rivalsa.
Dall'odio.
Voldemort, morendo, si era lasciato alle spalle una scia di cadaveri e sogni infranti.
Mangiamorte sperduti, senza un capo, senza meta. Mangiamorte che non si rendevano conto...che non era più il loro momento.
Lo stesso aveva fatto Augustus Grimaldentis. Vissuto in un modo dove il losco e il tetro erano stati tacciati come male.
Anche lui si era lasciato indietro una figlia cresciuta con questi ideali.
Ma se sua figlia aveva seguito le sue orme...che dire allora, del figlio di Lord Voldemort?
Incredibile su cosa un uomo possa ragionare...in momenti in cui la Morte sembra camminare fianco a fianco con lui.
Vicini alla fine...si desidera dare un senso alla propria vita. Oppure...redimersi.
Un altro vampiro scivolò a terra, ai suoi piedi, disintegrandosi all'istante.
Si girò di scatto, rendendosi contro di essersi imbambolato e vide il compagno, l'ombra, il fratello di sempre, Ron Weasley, strizzargli la palpebra.
Piccoli gesti. Gesti passati, presenti...e forse futuri.
Sempre guerre, sempre battaglie...si chiese che persona sarebbe stata, senza di esse.
Erano arrivati, finalmente. Erano arrivati alla fine dell'eterno corridoio dei prigionieri.
Poco più di cinquanta Auror...contro un numero due volte superiore di vampiri e Mangiamorte.
Tutti ammassati contro...una porta. Una grande porta di legno di quercia e piombo, alta tre metri, a due battenti.
Chiusa dall'interno.
Oltre lei...tutto quello a cui Harry teneva.
Tutto l'Ordine della Fenice, arrivato lì per primo con la squadra di Gary Smith e Austin Grey stava cercando di abbatterla con una trave ormai da mezz'ora. Tutti gli altri, in prima fila, pronti a difenderli.
Mangiamorte incappucciati, neri come demoni, che attaccavano con armi da lancia e altre di piccolo taglio, erano comparsi da ogni dove. I vampiri attaccavano dall'alto.
Usando le fiaccole, molti Auror erano riusciti a sopravvivere...ma per quanto ancora?
- Tutti a terra!-
L'avvertimento di Duncan, improvviso come un fulmine a ciel sereno, salvò una ventina di Auror dalla decapitazione. Cletus Hurt aveva appena scagliato contro loro tutti delle lame a mezzaluna. Questa forma le aveva rese dei boomerang formidabili oltre che magici, così, oltre a piantarsi nella porta, si staccarono con uno sfrigolio e tornarono indietro verso Hurt come attirate da una calamita.
Fu una cosa impressionante. L'attacco venne fermato la prima volta, la seconda una lama recise la testa a una trentina di vampiri e mozzò un braccio a un Sensimago. Questa rapida sequenza portò l'Ordine a smettere l'opera di sfondamento.
Era troppo pochi...non ce la facevano. Nonostante Crenshaw e gli altri demoni arrivati, Morrigan e Trix compresi facessero per dieci, la disparità numerica pesava talmente tanto che ben presto si ritrovarono schiacciati alla parete.
Il tutto, portò a una vera e propria lotta senza quartiere.
Si mescolarono le squadre, nemici e compagni si disperso.
Al che, per la legge della sopravvivenza, si passò automaticamente a una vera e propria strage.
La mancanza della magia rendeva tutto uno spargimento di sangue alla babbana senza precedenti.
I morti cadevano ovunque, la terra sotto di loro iniziò a macchiarsi.
Ruggiti di vampiri, di demoni e mannari coprirono le strilla degli umani...
Da padroni la fecero il fuoco e la spada.
- Dobbiamo fare qualcosa, di questo passo perderemo Tom e gli altri!- urlò Sirius, ancora attaccato alla porta e nascosto dietro alla trave, succube di un vampiro armato di balestra – Che facciamo adesso?!-
Harry e Ron, accucciati dietro di lui, si abbassarono a una sventagliata di frecce.
- Le pozioni!- Weasley, fermando l'emorragia al braccio destro stringendosi un lembo di stoffa, si girò a spiò verso il nemico – Le NanoMine al Lumos, dove diavolo sono? Ne basterebbero tre per eliminare tutti questi vampiri!-
- Le ha Tonks!- esalò Mason Ombrodoro, obbligato a restare nelle retrovie a causa della sua ferita – E' sparita un attimo fa! Merda!- si abbassò di nuovo, evitando per un soffio una freccia in mezzo agli occhi – Merlino, ci faranno a pezzi!-
- Dove diavolo è Hermione, l'avete vista?- sbraitò Duncan, saltando la trave con insospettata agilità, per uno che fumava tanto – Lei è l'unica che può usare la magia! Dov'è?-
- Con Edward da qualche parte.- sussurrò Ron, stringendo i denti – Se non arriva siamo fritti...-
Le grida si zittirono di colpo.
O almeno quelle degli Auror, in quello sventurato momento.
Stava accadendo qualcosa. I Mangiamorte e i loro demoni impuri avevano formato di nuovo una massa compatta.
Pestavano a terra i piedi, provocando un rumore pazzesco.
La classica tattica intimidatoria che...di fronte a così pochi Auror, stava funzionando alla perfezione.
Il baccano era tanto che gli unici rimasti in prima fila erano Jeager, Hacate, William, Ilalya Greyback, Asher, Viola Rosencratz, Vlad, Val e Brandon.
Winyfred e Lucilla si erano imboscate con le bambine.
Quella cerchia di demoni potentissimi non mosse un passo.
Erano tutti senza poteri. Ma dotati di un'agilità e di una ferocia che era il risultato di secoli di evoluzione.
- Ricominciate a sfondare la porta!- ordinò Duncan, rimettendosi in piedi facendo leva sulla spada – Fanculo, non ho voglia di crepare qua sotto e che mi prenda un colpo...usciremo tutti da qua, maledizione. Dovessi anche finire per ringraziare e leccare il fondo a Ilalya Greyback e alla moglie di Kronos!-
- Cosa non devi sopportare, eh Capo?- ghignò Harry, seguendolo – Dai gente, sfondatemi quella porta infame. Rivoglio Tom seduta stante!-
- E tu dove accidenti vai?- gli chiese Sirius.
- Che domande...- la spada dei Potter rapì un bagliore dalle fiamme, illuminandosi – A fare il mio lavoro, no?-
La carica e lo scontro fra le due parti, fra quelle pareti chiuse risuonò come lo scoppio di mille cannoni.
E tremò tutto. Le fondamenta di Riddle House, tutta Little Hangleton...e quanti cuori.
Molti vennero trafitti, altri continuarono a battere così forte...da sapere finalmente di essere vivi.
- Non finiscono mai questi...bastardi!- Draco Lucius Malfoy estrasse la spada dalla gamba di uno dei nipoti illegittimi di Avery, vista la faccia orripilante di quel ragazzo e subito Malfoy si ritrovò schiena a schiena contro Harry – Sfregiato, siamo nella merda fino al collo! E mi si stanno sporcando i vestiti...-
- Lasciali perdere, te lo ricompro nuovi!- ruggì il bambino sopravvissuto, levandosi di torno il cognato di Dolores Umbridge, niente meno che l'illustre Manfred Vance, Direttore dell'Ufficio Contatti Magici Non Ufficiali coi Goblin – Malferret, fatti venire un'idea! Finché tua cugina non torna con le NanoMine al Lumos siamo fregati!-
- Siamo fottuti Sfregiato, ecco la parola giusta!- gli sibilò, parando un fendente alla sua sinistra – E grazie a te, come al solito!-
- E' tuo cugino che s'è fatto rapire!-
- Ed è tuo figlio che ha ficcato nelle grane mia figlia!-
- Questa scusa è ridicola e se capitasse in futuro...non la prenderò per buona comunque!-
- Giù!-
Si abbassarono si nuovo, evitando di farsi recidere la testa all'ennesimo dei viaggi dei boomerang di Cletus Hurt.
Pronti a fermarlo, quei due stavano per aizzarsi contro il Mangiamorte come due cani rognosi, ma fortunatamente per loro ci si mise di mezzo Tristan Mckay. Comportatosi come una macchina assassina per tutto il tempo, Mckay sprizzava magia oscura da tutti i pori. E grazie a questo, i demoni impuri nelle file nemiche non l'avevano mai attaccato.
Videro Tristan e Hurt ribaltarsi a terra nella furia della lotta, al che uno scoppio colossale costrinse praticamente tutti i deboli di spirito a pararsi la testa con le mani.
Era stata una magia.
Girandosi con sguardo sbarrato, Harry Potter vide la salvezza, comparire come una visione alla sua sinistra.
Hermione Jane Hargrave, con fattezze che un uomo disperato non avrebbe osato definire in un altro modo se non divine, apparve attraverso un fascio di telecinesi che sollevò i Mangiamorte con un'ondata verso l'alto.
Caddero tutti e quando si ripresero gli Auror erano di nuovo in piedi pronti ad attaccare con rinnovato coraggio.
- Ne arrivano altri.- Edward Dalton, accanto alla strega, la lasciò appoggiata a una parete – Ce la fai?- al suo sguardo assassino, si affrettò a rettificare – Ovvio che ce la fai. Corro ad aiuta gli altri.-
- Attento.- mormorò, per poi rialzare la bacchetta con mano più ferma e scagliare un'altra bordata telecinetica contro uno sciame di pipistrelli, vampiri, che cercava di planare contro la porta e l'Ordine della Fenice.
Riuscì a spedirli quasi tutti all'inferno in cenere, ma restava il fatto che i Mangiamorte erano sempre troppi.
E lì sotto...c'erano troppe celle da aprire. Tutta quella gente non poteva restare lì sotto...
Reprimendo quei pensieri, tornò a coprire le spalle a Harry e gli altri.
Non fosse stato per gli amici di Tom e Jeager, sarebbero stati davvero nei guai seri quella volta.
L'idea di dover sentire Crenshaw menargliela per i prossimi anni avvenire le fece quasi venire voglia di colpirlo, per sbaglio ovviamente, ma si sentiva troppo buona quel giorno. Senza contare che, dalla faccia un po' più distesa di suo marito, Glorya e Faith dovevano essere al sicuro. Era già qualcosa.
Da parte sua, Edward si ritrovò spalle al muro.
E fu da quella situazione che tutto cominciò. Perché così sarebbe stato per lui, in futuro.
- Adesso non sei più tanto spavaldo, vero?- gli rise in faccia Zeus Levy, puntandogli la spada alla gola – Come la mettiamo?-
Ridendo, Dalton non perse il suo smalto. Anche in un vicolo cieco, c'è sempre il trucco.
Per questo evitò facilmente di farsi trafiggere, mettendosi rapidamente di fianco e sollevando di scatto il gomito chiuso a novanta gradi sotto la gola di Levy. Una mossa veloce, quasi indolore. E Levy, in tutta la sua altezza, cadde svenuto, tramortito. Un colpo tale alla gola che non l'avrebbe fatto riprendere per un bel pezzo.
Ma, fermo in piedi e incurante in quel momento della sua preda, Edward non avrebbe mai potuto immaginare che nei prossimi anni della sua vita...Levy sarebbe stato la sua ombra. Quasi il suo scudo, in una missione...che sarebbe arrivata al punto da rovinargli l'esistenza.
Al contempo, Tristan Mckay riuscì a cogliere un brandello di verità da Cletus Hurt, prima di sistemarlo una volta per tutte. Ridacchiando, il Mangiamorte aveva appena spiattellato in faccia all'Auror che sarebbero morti tutti prima dell'alba. Per un unico e semplice motivo.
Ora avevano di nuovo un Signore Oscuro.
Col braccio bloccato a mezz'aria, lo sguardo di Mckay doveva essere...esemplare. Perché Hurt rise con più foga, affondando un altro colpo, parato per forza d'inerzia.
- E' così!- gli disse, avvicinandosi come un suicida col volto a quello dell'Auror – Ora lui è tornato! E' sangue del sangue di Lord Voldemort! E con lui alla nostra testa...finalmente tu e il bambino sopravvissuto farete la fine di tutti i traditori! Il girone peggiore dell'inferno è tutto per voi!-
Ora l'orrenda faccia da perverso maniaco di Hurt non era più in cima alla piramide degli orrori, per Tristan.
C'era di peggio. C'era l'incubo più grande di Harry...
Un fendente, un affondo e un altro ancora. Mckay ormai si muoveva per pura difesa. Per liberarsi e poi raggiungere Harry, prima che varcasse la soglia della porta della stanza del Trono di Miranda.
Una serie di frecce iniziarono a piovere dall'alto. Erano i Mangiamorte che come da codardi quali erano, facevano fuoco sulle loro stesse file. Fu l'occasione giusta per Tristan per disarmare Hurt, colpendolo forte al viso e rompendogli il naso. Il sangue riuscì ad appannargli la vista e subito dopo venne afferrato forte per il bavero.
Come uno scudo.
Cletus Hurt morì trapassato da sette frecce della sua stessa parte alleata.
Ricadde, con un rivolo di sangue alla bocca, ai piedi di Mckay.
- Lui vi ucciderà...- sussultò, prima di lasciarsi andare di fianco, esanime.
Rimasto immobile in mezzo a quella baraonda, Tristan riuscì a sentire...il silenzio.
Riusciva di nuovo a vedere con gli occhi di un demone...gli umani che si muovevano velocemente...troppo velocemente. Pronti a sfiorire, a morire. Lui e gli altri demoni invece camminavano lenti, tartarughe in un mondo di lepri. Lepri destinate alla triste via della caducità.
Il tempo per lui tornò a scorrere quando venne afferrato da suo fratello. Si era concentrato tanto sulla pace di quelle frazioni di secondo, lunghe molti minuti per lui, da non accorgersi del pericolo.
Fu Jess a salvarlo.
Con la lentezza dei suoi occhi ancora abbracciati dalla tenebra, Tristan vide il fuoco...il fuoco sbuffare da sotto la porta che gli Auror stavano cercando sfondare. Ma lui vide solo brevi rivoli, brevi fiammate...lui, nel silenzio immemore del suo potere, non colse il boato, il fragore di un vento potente che spalancò i due battenti con la forza di una carica di cavalleria. E da lì in poi, fiamme e turbini si mescolarono.
Qualcuno, da dentro, aveva appena aperto le porte agli Auror.
Feriti e piegati, i maghi delle due fazioni si riebbero solo quando una nube di polvere e terra si abbassò su di loro, ricoprendoli con tiepido manto.
Col mantello del fratello calato sul volto, Tristan riuscì a sentire un sibilo...
E urla, tante urla...
Rizzandosi su un gomito, Jess riuscì a scorgere le lingue di fuoco che invadevano la stanza del Trono, ghermendone pareti, colonnati e l'architrave. Come una chiesa...pronta a essere ridotta in cenere.
Per il resto, la vista era impedita da continue esplosioni.
Pareva esserci la guerra anche lì dentro.
Ma chi combattesse all'interno, loro non lo sapevano.
Né chi...tantomeno il perché.
Molti membri dell'Ordine, che erano stati i primi a essere colpiti dall'esplosione, non riuscirono a riprendersi con prontezza. Lo scoppio era stato tale che il fragore rimbombava ancora nelle orecchie di tutti.
Le squadre di Gray e Smith erano a terra. Molti erano svenuti.
Insieme a Remus, l'unico che stava cercando di rimettersi almeno in ginocchio, Duncan sembrava cercare di capire cosa fosse successo. Ma non trovava una risposta.
L'unica spiegazione plausibile era che, in quella stanza, dove pareva che la Grimaldentis si fosse nascosta, si fosse scatenato un altro duello. Ma quella era magia...fuoco e vento...e urla, urla abominevoli, neanche umane ma nemmeno demoniache! Chi poteva aver scatenato tanto potere?
Di nuovo, una folata di vento si allargò su di loro a ventaglio. Portò via mantelli, guanti, anche spade, che viaggiarono per il lungo corridoio, andando a piantarsi nelle pareti o peggio ancora, nelle carni dei duellanti.
Ma il peggio venne quando in quegli abissi d'aria, si formò un volto grottesco e trasparente.
Un verso cavernoso si propagò, forte come un barrito, lugubre come la morte stessa.
E seguì, come ben immaginabile, lo strillo acuto di una donna.
Miranda Grimaldentis.
Qualunque cosa l'avesse spaventata in quel modo, andava a vantaggio loro, decise Harry, rialzandosi in piedi facendo leva sulla spada, piantata nel terreno. Purtroppo per loro però, aveva anche la sicura certezza che tutto quel fuoco...arrivasse da un luogo preciso. Le infide mani di suo figlio.
- Dobbiamo entrare!- urlò ad alta voce, facendo i segni a Duncan e a Ron – Dobbiamo andare a prendere Tom e gli altri!-
- Andate!- annuì Duncan, aggrappato alla parete per non farsi portare via da quella tromba d'aria – Muovetevi però! Ho la brutta sensazione che qui stia per crollare tutto!- e si girò verso gli altri Capi Squadra – Sbrigatevi voi, dobbiamo fermare questi maledetti Mangiamorte! Tonks!- la voce di Gillespie si perse, mentre urlava contro la strega, tornata da un'incursione con capelli blu elettrico tutti dritti per lo spavento - Dove diavolo eri, ci servono le NanoMine!-
Fu questione di pochi secondi.
Quando i Mangiamorte capirono che volevano attaccare la stanza del Trono, tornarono alla carica con più violenza di prima. Harry e gli altri ne rimasero scioccati. Non avevano mai affrontato...dei dannati così agguerriti. Cosa diavolo li spingeva a gettarsi nella battaglia con tale foga?
C'era qualcosa di diverso in loro, pensò Potter fugacemente, mentre duellava fino allo stremo, per raggiungere le porte sventrate della stanza dove tenevano i prigionieri. Ma cosa?
Cosa spinge un uomo a combattere in quella maniera?
O meglio...cosa spinge un Mangiamorte?
L'ennesima esplosione fece crollare una parete. A poca distanza, una seconda mandò per aria una cella intera e le colonne si riversarono nel corridoio, investendo Auror e Mangiamorte. Il crollo fu tale che non si vide nulla per minuti interi...fino a che altro fuoco non squarciò la nebbia, invadendo tutto...di luce...
Era Lucas. Harry ne era sicuro ormai.
C'era troppa...troppa luce...
Fu in quel disastro che il bambino sopravvissuto vide una sagoma tutta bruciacchiata uscire dalla stanza.
Ma non era Miranda Grimaldentis. Era qualcun altro...un altro infame dello stesso livello.
La cui bassezza si misurava solo con la codardia che dimostrava in quel momento. Era il Segretario della Difesa, Wilson Donovan. Gridando istericamente perché la sua giacca aveva preso fuoco e con la barbetta bruciacchiata, iniziò a muoversi come un esagitato, quasi danzando. Anche i suoi pantaloni avevano preso fuoco...
Ma urlò più forte nel momento in cui Ron, il più vicino a lui, gli si avvicinò rapidamente con la spada sguainata.
Minacciò di farlo radiare, di rovinarlo...poi cercò di corromperlo.
Ci sarebbe stato da ridere se la situazione non fosse stata tanto drammatica.
Un altro crollo distrusse completamente la parete a nord, a sinistra della porta. Fu una fortuna se Ron non ne fu sommerso e quel coniglio di Donovan se la diede immediatamente a gambe. Ringhiando, il rossino cercò d'inseguirlo, ma Edward fu veloce ad afferrarlo per le spalle. Praticamente gli salvò la vita, perché il tunnel crollò pochi passi dietro alla fuga del Segretario. Lo sentirono urlare oltre le macerie...e poi più nulla.
- Ci siamo appena persi un testimone chiave!- ringhiò Ron.
Dalton scosse il capo, lasciandolo per tornare a combattere – Meglio lui che te...-
Le loro voci vennero coperte dal frastuono.
Tutto ricominciò a traballare. La terra a fremere, il fuoco a ghermire anche le pareti di pietra più spessa.
E quel vento...quel vento che ululava come un mannaro, sembrava voler spazzare via tutti i Mangiamorte.
Ma chi era?
Non facevano che chiederselo, Harry Potter e Draco Malfoy, quando coperti dalla magia di Hermione riuscirono finalmente ad avvicinarsi alla porta e a varcarla.
Chi era che scatenava tanto potere?

T.M.R |DRAMIONE|Where stories live. Discover now