Intro

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Fine aprile 2014

Sono lì in piedi davanti a lui che mi guarda con quegli occhi azzurri che nemmeno il mare. Ha lo stesso sguardo di quando abbiamo fatto l'amore prima che partisse; un misto d'eccitazione, curiosità e paura. Sta attraversando un percorso alla cieca, non sa cosa lo aspetta là, in Inghilterra, in quel paese straniero, patria del rock e del punk. Allora decido di sorridergli per rassicurarlo un po', anche se mi sento male. Non sento più il cuore.
Non batte più, sto per morire, mi sta venendo un infarto. Ora mi portano in ospedale e ti tocca rimanere qui a prenderti cura di me.
Si avvicina a me trascinando i piedi sul pavimento sporco dell'aeroporto, si sistema la borsa sulla spalla e mi sorride.
"Ci vediamo quando torno, intesi?"
Sorrido ancora, un gesto involontario. Non ho più il controllo di nessun muscolo. Ho tutto il corpo intorpidito, non sento più niente ma poi percepisco il calore del suo corpo avvolgere il mio. Mi accarezza la schiena con una mano mentre l'altra sta ferma sulla mia spalla. Mi dà un bacio all'angolo della bocca prima di incurvare le labbra in un sorriso affettuoso.
"Intesi" dico avvinghiandomi a lui. "Fai buon viaggio."
Tiene lo sguardo triste fisso su di me e mi bacia sulla bocca, prima che un omone senza capelli si avvicinasse a noi. Gli tocca la spalla con una mano e lo fa allontanare da me.
"Luke, dobbiamo andare."
Sento gli occhi inumidirsi, mi si è appannata la vista e ora davanti a me vedo solo delle figure sfocate. Riesco a malapena distinguere Luke che mi fa un cenno con la mano mentre cammina verso l'imbarco. Non piango, mi trattengo da quella voglia matta di disperarmi, là, davanti a tutti quei viaggiatori incalliti con la loro Nikon da un chilo e mezzo appesa al loro collo ormai stanco. Aspettano tranquilli il loro prossimo volo seduti sulle sedie scomode e fredde dell'aeroporto. Chissà se anche loro hanno dovuto salutare qualcuno con grande dispiacere o stanno solo scappando dalla loro routine quotidiana che stava per ucciderli. Mi avvicino alla grande vetrata che si affacciava sulla pista e guardo fuori: il sole stava tramontando e il cielo era diventato arancione. Chissà se quando Luke sarà arrivato in Inghilterra saremo sempre sotto lo stesso cielo.

Il nostro era un per sempre.

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Non potevo più aspettare, dovevo pubblicare questa nuova fanfiction. Ormai sono malata di fanfiction, credo di avere qualche problema a riguardo. Ma adoro scrivere (quando ho tempo ovviamente). Okay basta parlare di malattie; spero che questo primo capitolo vi piaccia, continuerò quando avrà ricevuto un po' di visualizzazioni e di voti. Se volete commentare sapete come fare, alla prossima.
Adieu (^o^)

Sotto il cielo d'ottobre, l.hWhere stories live. Discover now