1.

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Eleonora lanciò il telefono sul comodino e si mise a dormire. Era stanca, ma non per il sonno perduto. Stanca del mondo nel quale viveva, o almeno era costretta a vivere. Desiderava scappare dalla normalità, dalla monotonia di tutti i giorni. Sentiva di essere fuori luogo, non si sentiva a casa. La sua casa era altrove, Nora credeva fosse sulla Luna. La sua amatissima Luna. Sembrava quasi che vegliasse su di lei, mentre dormiva nel suo coloratissimo letto. Poi accadde qualcosa di assurdo. Sentiva l'aria abbandonare i suoi polmoni per dare spazio a qualcos'altro. Al mare. Ricordò di aver lottato contro quella sensazione e di essere riuscita a toccare terra, poi buio.
«Dannazione! Svegliati!» una donna la scuoteva, impaurita. Aveva dei lunghi dread e diverse collane al collo. Nora si guardò attorno senza riuscire a capire dove fosse e incapace di riconoscere quel posto alquanto bizzarro.
«Sai parlare?» ironizzò la donna, chiaramente stufa del suo silenzio.
«Dove sono? E tu chi sei?» Nora era nel panico.
«Sono Tia Dalma e sei nel mio rifugio, tesoro. Ti ho trovata sulla riva, sei svenuta.»
«Ma io ero nella mia stanza e stavo dormendo e poi il mare e...» la ragazza boccheggiò, non riuscendo a parlare.
«Basta così! Come hai detto di chiamarti?» chiese Tia Dalma sorridendo.
«In verità non l'ho detto, mi chiamo Eleonora o più semplicemente Nora.» Sorrise a sua volta e le porse la mano.
«Io posso vedere... La tua aura ha la forma di una saetta. Simbolo affascinante e distruttivo. Vedo la versione di te stessa che diverrai. Sei destinata a portare luce, ragazza fulmine.» Spiegò Tia Dalma gesticolando.
«Io? Portare luce? Ma se non so nemmeno come sia finita qui...»
Sto sognando, pensò la ragazza.
«Mia cara, la mia magia è infallibile.» Nora era confusa. Magia aveva detto?
«Bene ragazza, sai già dove andare?»
«In realtà io dovrei tornare a casa...» Nora indicò la porta.
«Ma temo che la mia casa sia lontanissima da qui.» Sospirò e fece per andarsene, quando Tia Dalma la fermò.
«Ti farei restare qui, se solo fosse un posto sicuro... Vai in cerca del Governatore Swann, lo troverai a Port Royal, lui saprà come aiutarti. E... un'ultima cosa...»
La donna, preso un ciondolo a forma di saetta tra le mani, ne realizzò una collana.
«Indossala e non toglierla mai!» ordinò Tia Dalma.
Nora la ringraziò ed uscì, era abbastanza confusa. Alzò gli occhi al cielo e vide le stelle risplendere nel manto blu notte. Le dava una sensazione di conforto. Nora non sapeva quale fosse il suo destino, ma, per ora, doveva incontrare il Governatore Swann. Il problema era che non aveva la più pallida idea di come comportarsi con lui, di cosa avrebbe dovuto dire se lui le avesse chiesto da dove veniva. Non sapeva neanche lei cosa ci facesse lì, né tantomeno se quel posto fosse frutto della sua immaginazione. Camminò per un po' e si ritrovò dinanzi una grossa nave. Era completamente nera, vele incluse. Nora rimase a bocca aperta e decise di salirvi su, almeno non avrebbe dovuto camminare a piedi nella notte scura. Non ci volle molto per accorgersi che non era sola.
«Mastro Gibbs, dobbiamo festeggiare! La Perla è di nuovo in mio possesso!» gridò un ragazzo con dei lunghi dread e una bandana rossa sul capo. Era al timone e quindi Nora poteva osservarlo solo da dietro. Non le serviva però vedergli il volto per capire che era un pirata. Un pirata! Quanto aveva desiderato incontrarne uno da bambina!
«Sì, Capitano! Ha ragione! Tortuga?» propose l'altro sorridendogli. Quest'ultimo era un uomo molto più vecchio, vestito con umili stracci. Sorseggiava il contenuto da una bottiglia. Probabilmente era rum. Nora sapeva due o tre cose sui pirati e in quel momento voleva solamente urlare a squarciagola per l'emozione. Nonostante ciò, decise di stare in silenzio ed aspettare il momento giusto per uscire allo scoperto.

La ragazza dei piratiWhere stories live. Discover now