Capitolo 23: Penultimo Capitolo

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Io e Raven siamo seduti davanti al computer a prepararci come se stessimo per andare in guerra.
"Dimmi un po', ma nessuno di voi ha mai pensato di chiamare la polizia?" le chiedo.

"Kurt, questa città è corrotta. Mio padre non fa che pagare per il silenzio delle persone."

In quest'ultima settimana abbiamo concluso di averne entrambi abbastanza di misteri e segreti e che se questo rapporto ha intenzione di andare avanti come si deve, non possiamo più permetterci di dirci bugie.

Lunedì siamo andati a parlare con Anne, mi sembrava giusto che ci prendessimo le nostre resposabilità dicendole come stavano le cose.
Non ha voluto ascoltarci e se n'è andata via arrabbiata, ma in compenso Michael ha deciso di accompagnarci a casa quel giorno.
Lo possiamo considerare un piccolo passo avanti.

La sera stessa ho chiamato a telefono mia madre dopo tanti mesi.
Dopotutto ho scoperto di essere contento di sentirla, mi mancava davvero tanto.
Ci siamo parlati veramente a lungo, lei mi raccontava della sua vita da poliziotta segreta in azione e io della mia da adolescente problematico.
Nella sua voce non riconoscevo più quel tono di rimprovero che aveva sempre avuto nei miei confronti, quella nota di amarezza nel pronunciare il mio nome davanti alla gente che conosceva, quel giudicarmi costantemente che mi aveva portato a disobbedirle  in questi anni. E ne ero felice, ne ero davvero tanto felice.

Mio padre non ha voluto parlare con me, penso che non sia ancora pronto ad un passo importante come questo, ma era prevedibile da parte sua.
Però sono sicuro che appena sarà pronto lui, lo sarò anche io.

Ed è qui che ritorniamo alla situazione attuale.
Io e Raven che scriviamo al computer un discorso il più lungo e serio possibile.
Il motivo principale rimane suo padre. È da giorni che la chiama e lei si ostina a non rispondere.
Così le ho proposto di andare a parlare anche con lui. Abbiamo chiarito le cose con molte persone, no? Basta soltanto dirgli che lei ha intenzione di rimanere qui adesso.

Circa mezz'ora dopo stampiamo qualche foglio e usciamo di casa.

"Kurt."

Mi giro di spalle e la guardo tenere i fogli tra le mani che tremano.

Le rivolgo un sorriso le lascio un bacio sulla punta del naso.

"Andrà tutto bene." sussurro.

"No...no, non è questo di cui volevo parlarti.
Io penso che sia meglio che vada da sola, e forse questi pezzi di carta neanche mi servono."

Mi porge il nostro discorso stampato e mi guarda come a chiedermi il permesso.

"Non penso che sia una buona idea...se ti dovesse succedere qualcosa..."

"Kurt."

"Ok, come vuoi.
Però stai attenta e chiamami per qualsiasi cosa."

"D'accordo."

Le lascio un bacio sulla guancia e mi incammino verso casa.
Mi fido ciecamente di lei, ma ho paura di aver fatto la scelta sbagliata.

Raven's p.o.v.

Cerco la mia tessera nascosta da qualche parte in fondo alla tasca della giacca per riuscire ad entrare, ma una segretaria mi precede per poi sorpassarmi inondando l'ingresso con il suo profumo nauseante.

Mi sento totalmente disorientata e ci metto qualche secondo a capire che alla reception sono tutti accerchiati attorno a due ragazze che litigano, qui è abbastanza raro che succedano cose del genere.

Una delle due è la segretaria passatami davanti poco prima mentre l'altra è girata di spalle e non la riesco a vedere. Ha lunghi capelli rossi raccolti in una coda ed è davvero alta.
Anche se continua ad essere girata riconosco che ha dei tratti familiari.

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