Capitolo 7 "Abbiamo visite"

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Apro lentamente gli occhi a causa di un raggio di sole.
Cavolo sono già le 7:00.
Ormai credo di aver perso la cognizione del tempo.

Mi ci vogliono più o meno una decina di secondi per ricordare tutto quello che è successo ieri.
Poi mi giro lentamente dall'altro lato e mi trovo davanti uno spettacolo a dir poco magnifico.

Il suo viso adagiato sul cuscino, una ciocca di capelli schiarita dal sole le cade sul viso mentre le sue labbra rosee continuano a chiamarmi.

Ed è proprio questo il problema.

So che tutto questo è sbagliato e per quanto ieri sia stata la serata più bella della mia vita non mi farò coinvolgere in una situazione simile.

Vorrei tanto che l'avessero costretta davvero a sparare a quel ragazzo, almeno saprei che non è stata una sua scelta.
Ieri però è stata molto chiara. Lo ha fatto perchè voleva farlo.

E se non fosse solo una mia convinzione?
Se anche lei pensasse che questa cosa non possa funzionare?
D'altronde ieri aveva la febbre davvero alta.
Potrebbe essersi trattato di uno sbaglio.

Potrebbe non ricordarlo.

La sento sbadigliare e decido di fingere di star ancora dormendo.

Anche se non posso vedere so per certo che i suoi occhi in questo momento stanno puntando i miei.

Avverto la sua mano tra i miei capelli mentre mi lascia qualche bacio sulla guancia.

Deduco che in fondo qualcosa se lo ricordi.

"So che non stai dormendo."
"Davvero? Come lo hai capito?"
"Russi quando dormi."
"No non è assolutamente vero!"

Adoro sentirla ridere così.

Un urlo straziante ci distrae dai nostri pensieri.
Ci alziamo entrambi dal letto per controllare cosa succede e arrivato in cucina rimango scioccato.

"Kurt! Da quanto tempo!"

Oh Jason.

"Ma non dovevi arrivare fra tre giorni tu?" diciamo io e Raven allo stesso momento.

Ci guardiamo per un secondo per poi riposare lo sguardo su Jason.

"Uno o tre è uguale, non sono mai stato così bravo in matematica. Comunque se ho interrotto qualcosa posso benissimo andarmene. Basta dirlo."

Si avvia con la sua espressione da finto cane bastonato verso la porta mentre io e Raven guardiamo incuriositi la scena ma nessuno dei due sembrava intenzionato a fare nulla.

"Va bene, va bene se insistete così tanto resto ma la prossima volta non pregatemi così tanto.
Piuttosto Kurt presentami la tua amichetta."

Non ho il tempo di replicare che ci pensa lei.

"Sono Raven piacere."

"Ah la solita puttana del mercoledì!"

"Come prego?"

"Pensavo lo sapessi! Kurt se ne fa una al giorno e a quanto ho capito tu devi essere quella del mercoledì, piacere!"

Oh mio dio.

"Che bei tempi quando ci divertivamo insieme Kurt, tutte le sere in discoteca. Certo che potevi scegliertela meglio però-"

Un secondo dopo Jason è  accasciato sul pavimento in seguito al calcio nelle palle da parte di Raven.
Meritato devo dire.

La vedo mettersi le scarpe e prendere la borsa e appena capisco le sue intenzioni la afferro per il braccio cercando di fermarla.

Riesce a liberarsi dalla mia presa strattonandomi il braccio e cammina in fretta verso la porta.

"Raven aspetta."

"Fanculo stronzo."

Non riesco a dire nulla che è già andata via sbattendo la porta dietro di sè.

Vengo invaso da una strana sensazione di nausea.
Mi sento così idiota in questo momento.

Torno dietro al bancone della cucina e osservo Jason ancora intento a lamentarsi sul pavimento. Mi verrebbe da prenderlo a schiaffi.

"Puttana del mercoledì? Ma quanto sei coglione?"

"Scusa amico ma per essere una di loro mi sembra anche troppo suscettibile."

"Non è una fottuta puttana Jason ed è esattamente per questo che se l'è presa. Come cazzo si fa a non capirlo?"

Un interminabile silenzio cala in cucina.







"Ma allora la puttana del mercoledì se n'è andata prima?"

"Ma non c'è nessuna puttana del mercoledì idiota!
Ho smesso di fare lo stronzo Jason."

"Va bene mi dispiace non pensiamoci più. Passiamo al vero motivo per cui sono qui.
Chi è la psicopatica serial killer che ti seguiva ieri?"

"Se proprio ci tieni a saperlo era la famosa puttana del mercoledì."

"Ma allora esiste davvero!"

"No rincoglionito ero sarcastico. La psicopatica serial killer di cui parli è la stessa ragazza che ti ha dato un calcio nel coglioni meno di cinque minuti fa."

Appena sentita quella frase tutto il latte che aveva in bocca finisce magicamente per terra.
Ci sono più sputi sul mio pavimento che cammelli nel deserto.

"Quella ti vuole uccidere e tu ci scopi pure?"
"Ma non siamo andati a letto! Stavamo solo...dormendo."

"Ed eravate anche piuttosto carini, guarda vi ho scattato anche una foto."

"Ci hai scattato una foto mentre dormivamo? Ma sei scemo?"

"Non volevo svegliarvi."

Gli tolgo il telefono dalle mani cercando la foto e quando la trovo rimango davvero sorpreso, così do voce ai miei pensieri senza nemmeno accorgermene.

"È bellissima."

"Che?"

"La foto! Intendevo dire la foto!
Sai è davvero tardi devo andare a scuola."

Faccio per andare in camera quando Jason caccia un urlo di dolore davvero raccapricciante.

"Ma perchè devi sempre urlare."

"Mi sono fatto male."

Guardando a terra mi accorgo che ha pestato un coccio di ceramica e poco dopo ne trovo altri tutti intorno.

Evidentemente ieri presi dalla foga io e Raven abbiamo rotto un vaso.

Cerco di raccogliere i pezzi che trovo e li raduno con la scopa. La stessa di ieri.

Provo a distogliere la mente da questo pensiero e inizio a vestirmi.
Merda sono già in ritardo.

Black RoseWhere stories live. Discover now