Capitolo 17 "Halloween"

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"Kurt."

Raven.
La pistola.
Richard.
Lacrime.

Delle immagini confuse si susseguono nella mia mente come se stessi facendo un riepilogo dell'accaduto.
E a un tratto ci sono.

"Kurt, alza il culo dal divano e guarda cos'ho qua!"

Aprendo gli occhi mi trovo davanti la faccia sorridente di Jason e una grossa foto incorniciata.

"Cos'è?"

"Il mio diploma!"

"Finto."

"Esatto!"

Ignoro il mio amico rigirandomi dall'altra parte del divano cercando di riportare alla mente quel piccolo dettaglio che ero finalmente riuscito a trovare, ma è inutile.

Sento il telefono vibrare accanto alla mano e lo prendo in mano distrattamente.

Anne

Ti va di uscire domani? Possiamo andare al cinema.

Scusami ma domani non posso. Sarà per un'altra volta.

È almeno la quarta volta che rifiuto, in questo momento non mi interessa uscire con lei. Inizia a darmi fastidio.

Guardando l'orologio mi accorgo che sono quasi le otto.
Mi alzo a fatica dal divano con un leggero mal di testa.
Mi preparo in fretta e prendo le chiavi dal tavolo.

Fuori fa molto freddo per essere ottobre.

Jason ha preferito rimanere a casa mentre io mi dirigo spedito alla festa di Al.

Davanti alla casa si nota una scia di carta igienica che avvolge l'intero giardino e l'antifurto di un'auto verdognola risuona per il quartiere.

Anne e Michael mi salutano dalla finestra e mi invitano ad entrare sorridendo.

Varcata la porta, la prima cosa che vedo sono dei lunghi capelli scuri che ondeggiano da una parte all'altra di una sedia. Raven è seduta al tavolo della cucina a parlare con Al. Con le sue scarpe basse e il vestito chiaro mi pare di riconoscere l'innocente e fastidiosa ragazza del primo giorno di scuola.

Un ragazzo mi porge un bicchiere che non rifiuto e lentamente cerco di raggiungere Michael che mi chiama da lontano.

"Hai visto Anne?" mi chiede.
"Pensavo fosse con te,
vado a cercarla."

Sento le scale scricchiolare sotto i miei passi e arrivato in mansarda mi guardo intorno.
L'odore dell'alcol che aleggia nell'aria inzia a darmi alla testa.

La stanza consiste in uno stretto corridoio pieno di porte tutte ancora aperte. Doveva trattarsi di una festa in maschera ma non c'è quasi nessuno di travestito.

Sento un dito picchiettarmi sulla spalla e mi volto per capire di chi sia.

Raven mi guarda con un sorriso che non le avevo mai visto prima. Si alza sulle punte e si avvicina al mio orecchio sfiorandomi i capelli con la mano.

"Balliamo?" sussurra.

Non ho neanche il tempo di risponderle che mi prende per mano e mi trascina al piano di sotto correndo.

Si guarda intorno finchè non scorge un angolino nascosto da tutti e ci si avvicina tenendo salda la presa sulla mia mano.

Oggi è diversa.

Allaccia lentamente le mani dietro al mio collo e appoggia la testa sulla mia spalla. Il suo profumo delicato mi spinge a tenerla stretta tra le mie braccia accarezzandole i capelli con la mano.
Sicuramente ha bevuto più di me, in altre circostanze non avrebbe fatto nulla di tutto questo.
Adesso però non mi importa. Voglio solo rimanere così finchè posso.
Raven mi piace e non posso più negarlo.

Alza la testa per rivolgersi verso di me e i nostri nasi quasi si sfiorano.

"Devo dirti una cosa." dichiara a bassa voce.

"Anch'io."

In fin dei conti non deve aver bevuto così tanto, continua a mantenere il suo sorriso timido e imbarazzato senza guardarmi mai.

Poi però, alza i suoi grandi smeraldi verdi nella mia direzione e mi allontano di scatto spingendola via.

Era quello il pezzo che mancava.

Raven e Richard.
Due ragazzi quasi coetanei entrambi con un passato indecifrabile coinvolti in circoli di droga e sparatorie varie.

E avevano gli stessi identici occhi.

"Richard era tuo fratello, giusto?" chiedo con una voce che risulta troppo strozzata.

Raven continua a guardarmi negli occhi accelerando il respiro e rimanendo in silenzio, finchè cede e abbassa lo sguardo.

"Hai ucciso tuo fratello, giusto?" grido con le lacrime agli occhi, consapevole del fatto che sarà solo lei a sentirmi.

Ancora una volta non ricevo risposta ma non posso rimanere lì un minuto di più.

Corro all'impazzata urtando chiunque mi passi vicino ma quando mi sembra di arrivare all'unica via d'uscita della casa, due mani mi trattengono per il cappuccio della felpa.

"Raven cazzo lasciami!"
urlo dimenandomi da quella presa, ma quando mi giro non sono gli occhi di un'assassina che mi ritrovo davanti.

Sono i pozzi blu e i soffici capelli rossi dell'unica ragazza che mi è sempre stata vicina. L'unica ragazza che ha scelto di prendersi cura di me anche quando non lo volevo. L'unica ragazza che lo sta facendo anche adesso.

Anne è confusa.
Mi asciuga le lacrime con il dito e mi attira verso di sé. In un attimo le sue labbra sono sulle mie, ma non mi oppongo.

Sul momento non ne capisco il perchè, ma va bene così.
La musica troppo alta tutto d'un tratto mi piace e chiudo gli occhi oer assaporare il momento.

Con un ultima occhiata al mondo incontro lo sguardo di Raven che è puntato sul mio.

Gli occhi lucidi le le labbra socchiuse definiscono la sua espressione scioccata, ma non mi interessa.
Voglio solo che lei sparisca.



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