Capitolo 20 "Benvenuta A Casa"

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Kurt's p.o.v.

"Amore, me lo dai un bacino?" mi dice Anne ridendo.

La accontento subito e così rimaniamo fuori casa per un'altra ora. Con lei il tempo vola, Anne sembrerà una ragazza stancante ma ha il cuore grande.

Apro la porta di casa e rimango fermo all'ingresso.

"Allora ci vediamo domani amore?"
le dico.

"Ma non mi inviti a restare da te? Potrei rimanere un giorno o due se vuoi. Magari anche una settimana.
Non sarebbe carino far finta di vivere insieme, dolce pasticcino?"

"Purtroppo Kurt avrà da fare in questi giorni, Anne. Ci si vede." risponde Jason chiudendo la porta in faccia alla mia ragazza.

Faccio per riaprirla ma il mio amico mi prende per il braccio.

"Forse è meglio se vai in camera per un po'."

Jason è strano oggi. Noto che sta guardando in un punto alle mie spalle e girandomi scorgo una valigia grigia appoggiata al muro.

"Jas che sta succedendo? Hai invitato Michael a casa?" chiedo sorridente.

"Non esattamente".

Vado lentamente in camera girandomi di tanto in tanto a guardare il mio amico per tentare di capirci qualcosa.

Appena entrato in camera tolgo la maglietta e stropiccio gli occhi.

Quando lì riapro però, mi accorgo che il mio letto è occupato.

"Jason!" urlo tornando in cucina "ma che cazzo hai fatto?"

"A cosa ti riferisci?"

"Al fatto che Raven stia dormendo nel mio letto, cazzo."

"Non urlare, altrimenti la svegli."

"Falla andare via. Adesso."

"Non posso. Le ho detto che sarebbe potuta restare qui per un po'."

"Jas quella lì è una pazza criminale. È completamente fuori di testa. Ha ucciso suo fratello con le sue stesse mani, gente del genere dovrebbe essere arrestata all'istante e condannata all'ergastolo.
Vorrei non averla mai conosciuta."

A queste parole sento il rumore di un bicchiere frantumarsi sul pavimento e mi giro di scatto.

"Scusate." dichiara Raven con un filo di voce "Non volevo interrompere la vostra conversazione."

Dopodichè infila le scarpe ed esce di casa, in silenzio.

Guardo il mio amico senza dire una parola. Probabilmente ho esagerato.

"Sei proprio un coglione, fattelo dire." mi dice prima di uscire anche lui.

Blocco la porta prima che se ne vada, non ho intenzione di chiudere qui il discorso.

"Forse non ti è chiara una cosa. Non è lei la persona che devi difendere.
Mi ha tradito. Sapeva chi fosse Richard e non me lo ha detto, e sono sicuro che avrebbe continuato a mentirmi."

"A te invece non è chiara più di una cosa. Raven è una persona rovinata. Rovinata da sé stessa, e l'unica persona con cui ha intenzione di avere dei rapporti, per qualche strano motivo sembri essere tu.
Lei è innamorata di te, me lo ha detto personalmente.
Però in questo momento tu stai facendo esattamente la stessa cosa: ti stai autodistruggendo senza motivo."

"Il fatto che io adesso le piaccia non cambia assolutamente niente Jas. Io sono felicemente fidanzato e sto benissimo così."

"Fai come ti pare amico ma da adesso lei vive qua. Ci vediamo Kurt."

"Questa casa non è un albergo." urlo, ma ormai è troppo tardi. Il mio amico è già uscito.

Jason's p.o.v.

Mi fermo improvvisamente davanti a un cartello stradale. Non ho idea di dove sia andata ma non ho intenzione di fermarmi finchè non la trovo.

Prima ho detto a Kurt che Raven era innamorata di lui, l'ho detto senza pensarci. In realtà lei non me lo ha mai confermato e devo trovare un modo per capire se è vero.

Girando l'angolo mi ritrovo davanti a una fila di cassonetti rovesciati per terra e capisco di essere abbastanza vicino.

Decido di controllare in un vecchio magazzino della zona in cui apparentemente sono rimasti solo scatoloni vuoti.

Non credevo che fosse davvero lì, ma appena spingo il portone in legno me la ritrovo davanti intenta a prendere a calci il muro.

"Ma che fai?"

"Il tuo amico è un gran coglione." sussurra tra i denti.

"Lo so, gliel'ho detto anche io."

Non ricevo risposta, così provo ad avvicinarmi sedendomi su un muretto accanto a lei. Si scosta girandosi dall'altra parte, e da un lato lo capisco.

"Perchè sei venuta qui?"

Non mi risponde subito e inizio a pensare che non abbia intenzione di farlo.

"È il deposito del mio sogno."

"Sogno?"

"Sì."

Forse è meglio non indagare oltre, non devo metterla a disagio.

"Senti," sussurro cingendole la vita con le mani "io sono estremamente convinto che Kurt non ti meriti.
Ha fatto la sua scelta e si è condannato da solo.
Tu hai solamente bisogno di qualcuno che si prenda cura di te e che ti sostenga pienamente nelle tue scelte, qualcuno che si fidi veramente di te."

"Credo di si."

Ad ogni parola non faccio altro che avvicinarmi di più e i nostri nasi quasi si sfiorano.

"So che questo non è esattamente il migliore degli inizi, ma forse, se vuoi potremmo darci una possibilità."

Adesso anche le nostre labbra sono troppo vicine e improvvisamente un calcio allo stomaco mi fa scivolare a terra giù dal muro.

"Kurt sarà anche un coglione, ma in questo momento è lui che voglio."
borbotta imbarazzata. "Non te la prendere Jason."

"Oh grazie al cielo, avevo paura che stesse andando a finire male!
Raven io sono gay, ma avevo bisogno di capire se almeno quello stronzo ottuso sapeva la verità."

"Potevi semplicemente chiederlo, no?"

"Avresti mentito."

"Sicuramente."

"Ascolta, adesso però si è fatto davvero tardi. Dovremmo seriamente tornare a casa."

"Non posso tornare. Quella non è casa mia."

"E dove vorresti restare a dormire allora?"

"Qui. Non è così male e ho tutto quello che mi serve."

"No, non ti lascerò dormire in un magazzino abbandonato."

Però a pensarci bene, sono sicuro che neanche Kurt lo farebbe.
Se lo venisse a sapere si precipiterebbe qui immediatamente.

"Resto qui. Dico davvero."

"Ne sei sicura?"

"Certo."

"Bene. Allora ci vediamo domani mattina."

Black RoseDonde viven las historias. Descúbrelo ahora