Capitolo 10 "007"

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Guardo fuori dal finestrino in cerca di qualcosa di interessante ma l'unica cosa che mi si presenta davanti è un centinaio di lapidi conficcate in un terreno che sembra volerle risucchiare per farle sprofondare giù.

Questo posto mi fa letterlamente venire i brividi. Provo un'immensa sensazione di inquietudine e non ne capisco il motivo. Ci sono venuto già un paio di volte qui per venire a trovare mia zia Patty anche se ogni volta che ne parlavo con qualcuno ricevevo abbracci di conforto e condoglianze.

La verità è che quella stronza fa la fioraia per il cimitero da almeno vent'anni e mi ha sempre trattato come se fossi un bambino.

Da piccolo raccontava ai miei genitori tutte le mie marachelle giusto per farmi punire un po'.
L'ho sempre odiata con i suoi capelli arruffati e il rossetto rosso con cui mi stampava sempre dei baci sulla guancia.
Ovviamente subito dopo si puliva le labbra con il disinfettante pensando che io non la vedessi.

Mi ha sempre trovato ripugnante per qualche strano motivo ma dopotutto non aveva tutti i torti. Rimanevo pur sempre figlio di mio padre no?

Jason accosta la macchina accanto a una tomba gigantesca e pochi secondi dopo siamo fuori dall'auto.

Mi guardo un po' intorno cercando di orientarmi. Mi trovo davanti a un muretto pieno di graffiti e dediche d'amore risalenti a parecchi anni fa.

"Camila ti amo 15" diceva una.

Ho sempre pensato che questa roba fosse una perdita di tempo. La maggior parte delle persone non avrebbero capito il significato di quelle scritte, compreso me.

Quindi che senso aveva farle?

Un riflesso attraversa le lenti dei miei occhiali e mi volto di scatto.

"Porca puttana Jason il freno a mano!"

Neanche un secondo dopo la bella e imponente lapide di fronte a cui avevamo parcheggiato finisce in frantumi davanti ai nostri occhi.

Ed ecco cosa succede ad avere una patente falsa.

Guardo Jason con rimprovero ordinandogli di spostare l'auto. Spero vivamente che nessuno ci abbia visti e mi allontano il più possibile da lì.

Passo accanto a numerose lapidi senza trovare l'unica che mi interessa.

"Kurt!"

Mi volto di lato e intravedo Jason che corre preoccupato nella mia direzione.

È così affannato che non riesce neanche a parlare.

Poi però mi accorgo che sta puntando il dito verso una sagoma in lontananza.

Mi tolgo gli occhiali e provo a mettere a fuoco la persona in questione.

Oh cazzo.

Intravedo quelle labbra contornate dal solito rossetto rosso fuoco che imprecano e urlano dicendo cose senza senso.

"Chi è stato? Chi diamine è stato?"

La zia è a dir poco furiosa ma è troppo concentrata sui pezzi di pietra e marmo posizionati davanti ai suoi piedi per accorgersi di noi.

"Kurt, Patty ha visto la lapide."

"Lo so."

Trovo una grande tomba in granito dietro cui dovremmo essere al sicuro. Poi però rifletto su quello che ha detto Jason.

"Tu come conosci mia zia?"

"Tua zia?"

"Si la matta che urla."

"È tua zia?"

"Si Jason te l'ho appena detto. Come la conosci?"

"Io..."

"Jason."

"Me la sono fatta un paio di volte ok?"

"Ma sei scemo? È mia zia!"

"Ma non lo sapevo!"

"Abbiamo lo stesso cognome!"

"Senti. Vuoi rimanere qui a discutere di questi irrilevanti dettagli oppure vuoi trovare la tomba di Richard?"

Mi lascio scappare uno schiaffo che gli arriva dritto dietro la nuca e mi ritrovo costretto a tappargli la bocca per non far sentire le sue urla.

Ora che il pericolo sembra scampato usciamo lentamente dal nostro nascondiglio.
Anche questa è una tomba niente male.

Sulla facciata anteriore sono riportate le inziali:
R.E.

Richard Elben.

"Jason vieni l'ho trovata."

Oltre alla data di nascita e a quella di morte era riportata anche una frase incisa per volere di Richard.

"Ho perso la mia battaglia nella speranza che qualcun'altro un giorno possa vincerla al posto mio."

Bleah. Che frase smielata.
Quasi quanto quella scritta sul muro.

Forse era una specie di mago.
Questa frase sembra scritta da qualcuno che sa di dover morire.

A terra ci sono dei fiori. Devono averli lasciati ieri, non sono poi così freschi.

A un tratto sentiamo dei passi e concludiamo che sia meglio allontanarsi da lì.

Degli uomini in giacca e cravatta si avvicinano alla tomba e il più anziano di loro ci si pulisce le scarpe dopo aver notato la quantità di fango che c'era sopra.

Direi che è maleducazione se solo non ne avessi distrutta una simile meno di un'ora fa.

L'uomo in questione è sulla sessantina, ha i capelli brizzolati e un cenno di barba che copre parte delle rughe che ha sul viso. I suoi occhi sono di un colore simile alla sabbia. Un marrone così chiaro che sembra tendere al bianco. Non ne avevo mai visti di occhi simili.

Mormora qualcosa di incomprensibile al ragazzo di gran lunga più giovane al suo fianco. Nonostante abbia a malapena trent'anni sembra aver già perso tutta la gioia del vivere.  Indossa dei guanti di plastica e impugna un oggetto che mi risulta sconosciuto.

Si avvicina alla tomba e ci si inginocchia davanti. Inizia a passare l'oggetto di metallo sulla superficie di granito cancellando tutte le scritte incise sopra.

Avverto una strana sensazione. Quei tipi non mi piaccino per niente.

Il terzo uomo inzia a guardarsi intorno e sento che presto i suoi occhi incontreranno i miei.

D'istinto afferro Jason per il polso e cerco di correre in modo da fare meno rumore possibile.
Per una volta il mio amico capisce la situazione e cerca di essere cauto a sua volta.

Saliti in macchina inizio a pensare al perchè quegli uomini abbiamo voluto far sparire ogni traccia di Richard.

Forse dovrei smetterla di scherzare. Non sono affari miei.

Evidentemente quel ragazzo era un eroe mentre io sono soltanto uno stupido ragazzino idiota a cui piace giocare all'investigatore e che non ha alcun rispetto nei suoi confronti.

Stavo quasi per portarmi a letto la persona che lo ha ucciso e dopo aver fatto delle ricerche su di lui ho visitato la sua tomba pensando di poter scoprire qualcosa. A che scopo?
Non è la mia vita.

Mi sento così stupido.

Tornato a casa mi lascio avvolegere dalle coperte del mio letto e cerco di chiudere occhio.
Jason mi ha già chiesto un paio di volte se avessi bisogno di qualcosa ma in quel momento non volevo niente e nessuno.

Forse mio padre ha ragione.
Forse devo concentrarmi su cose più importanti.

Black RoseWhere stories live. Discover now