Capitolo 18 "Questioni da risolvere"

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Raven's p.o.v.

Le scale di metallo si fanno sempre più strette e ho poco tempo per scendere. Mentre cammino per la città illuminata solo dalla luna, non riesco a frenare le lacrime.

Arrivata al magazzino sento nuovamente quella voce che mi prega di aiutarla. Corro in direzione del grido e apro il portone in legno ritrovandomi per l'ennesima volta davanti a una ragazza legata con delle corde e seduta su una sedia.

Piange anche lei.

Presto Richard le si avvicina tentando di slegare i nodi che la tengono seduta, stavolta senza berretto.

Rimango immobile come se fossi consapevole di ciò che sta per accadere, ma non lo sono.

Per la prima volta dopo due mesi non è un vetro a calarsi davanti ai miei occhi ma un'enorme saracinesca in metallo.

Di scatto comincio a correre per la stanza provando a raggiungerne il lato opposto prima della chiusura del pannello.

Tutto d'un tratto però delle braccia mi cingono per la vita, impedendomi di andare avanti e per quanto mi dimeni non riesco a passare.

Mi ripeto di stare calma e di non lasciarmi prendere dal panico ma mi sento soffocata, in trappola.

Inclino il collo cercando di riuscire a vedere il mio aggressore, e Kurt è lì.

"Ti prego Raven non andare via. "   sussurra ripetutamente tra le lacrime e intanto i miei cari continuano a sparire davanti ai miei occhi.

Alzo il gomito per colpirlo sul mento e lui non prova a fare resistenza. Mi lascia andare e si copre la mandibola con la mano ma ormai è troppo tardi.

Loro non ci sono più.

E subito mi pento di aver colpito Kurt con così tanta rabbia.

È seduto sul pavimento nella stessa posizione in cui l'ho lasciato e mi dispiace. Mi dispiace così tanto.

Asciugo le guance con una mano e mi avvicino lentamente a lui.

All'improvviso inzia a tossire, prima una volta, poi due.

"Kurt tutto bene?"

Più lo guardo e più ho l'impressione che si stia sentendo male.

Corro per venirgli incontro ma mi blocco all'improvviso prima di andare a sbattere contro la mia immagine riflessa. C'è un altro vetro.

"No!"

Batto i pugni violentemente tentando di romperlo ma sembra non smuoversi neanche di un millimetro.

Kurt tossisce sempre più forte a tal punto di non riuscire a distinguere il suo dolore dalle mie grida.

Poi però tutto sparisce, e io mi ritrovo da sola, come lo sono sempre stata, tra due pareti dannatamente grigie.

Kurt's p.o.v.

Anche dopo due settimane, continuo a pensare che siano successe troppe cose in una sola sera.

Non ho ancora avuto notizie di Raven e non voglio averne. È come se non avessi realizzato quale fosse il vero significato della parola "omicidio" finchè non ho scoperto chi fosse Richard, come se cambiasse le cose.

Ringrazio Anne per la cioccolata calda e mi siedo al tavolo della cucina.

Stiamo insieme adesso, strano ma vero.
Non pensavo sarebbe andata a finire così.
Io però sono felice, mentre lei sembra esserlo più di tutti.

Mi ha confessato di essere innamorata di me fin dal primo giorno in cui mi ha visto.
Aveva notato gli sguardi che ci scambiavamo io e Raven, così aveva cercato di attirare la mia attenzione.

"Ho provato anche a legarmi i capelli come lei, tentando di farmi notare!" mi disse la settimana scorsa ridendo.

Forse però è vero che a volte le cose più belle le abbiamo accanto e non ce ne accorgiamo neanche.

Forse è vero che l'amore colpisce quando meno te lo aspetti.

Black RoseWhere stories live. Discover now