Capitolo 29.

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Capitolo 29.

Harry aveva insistito nel volermi portare fuori a cena domani ma l'avevo convinto a fare qualcosa di diverso. Non volevo nemmeno uscire io. Sentii il telefono squillare un paio di volte e notai che era Megan che mi stava chiamando. "Ehi, tesoro! Come stai?" sorrisi. "Meg, ciao. Va tutto bene, grazie." Per la prima volta dissi la verità. Stavo bene, bene davvero. "Cos'è tutta questa positività?" domandò. Le raccontai di Harry, di lei potevo fidarmi. "Quindi è lui uhm.." disse. "Avete già.. sai?" ridacchiò. Improvvisamente mi sentii abbastanza in imbarazzo e "Uhm n-no. Noi non.. accidenti perché vuoi mettermi in imbarazzo?" ridacchiai nervosamente. "Sono cose naturale Adele, non dovresti sentirti così chiusa o in imbarazzo nel parlarne o per fare qualcosa." Spiegò, il tono più dolce. Feci un respiro e le risposi. "Hai ragione, scusa, ma non sono ancora abituata a parlare di sesso e di tutto quello che lo riguarda." Ricominciai a sentirmi in imbarazzo. "Parlando di sesso.. sai, la mia vita sessuale non è più attiva come prima." Disse sbuffando. "Cielo, Megan! Non m'importa se tu.. insomma, hai capito." "Hai ragione, scusami!" rise divertita. "D'accordo, adesso devo andare in lavanderia." "Buon lavoro allora."

Avevo portato alcuni vestiti invernali e un piumone in lavanderia, io non ero per niente brava in questo genere di cose quindi le lasciavo fare a gente più esperta di me. Pagai in anticipo la signora anziana ed uscii. Avevo notato che qui a Richmond non c'era poi così molto da fare. Si, era una delle più belle città in America, era grande e tutto il resto, ma io non riuscivo a trovare niente da fare. Avrei voluto fare un bel viaggio. Non ero mai stata a New York, Central Park, Madison Square Garden.. Oppure Brooklyn, Manhattan.. C'erano tantissimi posti che non avevo mai visitato. Per i ventidue anni di Chris avevamo deciso di andare a San Francisco, di visitare il Golden Gate Bridge, Chinatown e tutto il resto della città, poi era successo tutto il resto e la vacanza era stata cancellata. Forse avrei potuto fare qualcosa per il prossimo mese o magari per l'estate, anche se l'idea di aspettare ancora sei mesi non mi allettava poi così tanto.

Zayn era andato a trovare la sua ragazza, sarebbe rimasto fuori per un paio di settimane e a me andava più che bene anche se già un po' mi mancava. Avevamo parlato alcune volte in questi giorni, poi per il resto non ci eravamo sentiti spesso. Non mi andava di disturbare o magari chiamarlo in un momento inopportuno. Harry continuava a studiare e lo stesso valeva per me. Non avrei saputo definire il nostro rapporto; stavamo insieme adesso, credo. Volevo fare le cose con calma, volevo godermi la felicità del momento. Non volevo pensare a cosa sarebbe successo in futuro, a quando si stancherà di me e a quando non vorrà più vedermi perché ormai sarà arrivato al limite.

Mi ripresi e risposi al messaggio che mi aveva inviato.

A Harry: Buon pomeriggio, semmai. Sono le cinque!

Aspettai la risposta e nel frattempo guidai verso casa sorridente. Il telefono prese a squillare di nuovo e stavoltai notai che mi stesse chiamando. Risposi e attivai il viva voce. "Posso spiegare." Rise. "La mia camera era al buio, credevo fossero le nove al massimo così mi sono riaddormentato." Continuò. "Sei una talpa." Lo accusai. "Ehi, a proposito di buio.. Preparati per domani sera." Disse mentre chiudeva una porta. Il rumore in soffondo non aiutava, ma risposi comunque. "Non voglio.." non mi lasciò finire. "Cosa c'è di sbagliato nel portare la propria ragazza fuori a cena? Non è quello che fanno tutti?" domandò mentre lo sentii maledire le scarpe. Sorrisi ampiamente. "Sto arrivando e per la cronaca, appunto. È una cosa che fanno tutti e che fa spendere un sacco di soldi. Va bene così, Harry. Solo io e te." Spiegai per poi attaccare senza dargli possibilità di rispondere. Stavo iniziando ad ambientarmi per le strade, finalmente. La familiare casa in stile rustico si fece spazio nei miei occhi. Parcheggiai e presi la borsa. Ne avevo comprata una due giorni fa, se non sbagliavo. Era carina, non troppo grande o piccola, comoda e aveva il logo americano. Il bellissimo ragazzo dagli occhi verdi mi aprì la porta di casa e un meraviglioso sorriso si fece spazio sul suo volto. Mi fece entrare e io lo ringraziai.

"Ecco cosa ti propongo: pizza, spiaggia, io e te." Disse. "Mi sembra più che perfetto." Annuii in approvazione. "Come la prima volta." Sorrise mentre portava il suo sguardo di nuovo su di me. Sorrisi e annuii. "Harry.." lo richiamai. Lui si avvicinò a me e "Qualcosa non va?" chiese. Potei dire che dal tono di voce che aveva assunto, fosse preoccupato. Ero seduta sul bancone della sua cucina così aprii le gambe in modo da poterlo fare avvicinare ancora di più. "Voglio la cioccolata." Risi. La sua espressione era indecifrabile. Forse l'avevo spaventato, ma continuai a ridere perché, accidenti, la sua faccia era davvero epica. "Tutto okay?" domandai trattenendo a stento le risate. "Tutto okay." Rispose mentre sorrideva. Lo abbracciai forte e non avrei voluto staccarmi per nessuna ragione al mondo se non fosse stato per la cioccolata calda.

"Qui dice che non ci vuole lo zucchero, Harry." Sbuffai mentre lui aggiungeva un cucchiaio di zucchero nel latte e la cioccolata. "A me piace dolce e poi l'avremmo sempre messo." Ribatté mentre continuava a mescolare il liquido ormai marrone dentro alla pentola. "Diventerà troppo dolce!" mi lamentai. "Aggiungeremo dell'altro cacao allora.. Uh, pronta!" esclamò mentre spegneva il fornello e versava la cioccolata in due tazze. "Assaggia." Disse. Soffiai sulla cioccolata ancora bollente e ne presi un sorso, dovetti ammettere che era stranamente dolce al punto giusto. Mi costò ammetterlo. "E'.. accettabile." Divagai mentre il mio sguardo si posava sui mobili dietro di lui. "Accettabile? Non vuoi ammettere che è perfetta!" esclamò mentre riportava lo sguardo su di me. "D'accordo è perfetta.." borbottai. Mi sorrise e io non potei far altro che ricambiare. Sottrasse la tazza dalle mie mani e la posò da qualche parte, mi sollevò fino a farmi sedere sul bancone e mi accarezzò la guancia. "Sei bella." Disse prima di baciarmi. Portai le mie braccia attorno al suo collo, le mie mani raggiunsero i suoi riccioli e non potei far altro che accarezzarglieli. Serrai le gambe attorno alla sua vita e lo attirai più vicino a me. Le sue mani scesero fino a fermarsi sui miei fianchi, disegnò piccoli cerchi invisibili e anche attraverso il tessuto potei sentire i brividi farsi spazio su tutto il mio corpo. Restammo così per quelle che sembrarono ore quando invece erano solo minuti. Mi lamentai per la mancanza delle sue labbra e lo attirai di nuovo a me. Lo sentii ridere e non c'era cosa più bella, mi unii a lui, ma non accennai a separami. Stavo davvero bene tra le sue braccia. "Non mi abbandonare." Sussurrai piano. Pensai non avesse sentito e invece mi sbagliai. Mi abbracciò più forte e mi baciò la fronte. "Non ti abbandono." Disse.

Ecco qui anche il capitolo 29! Si tratta di una pagina e mezza di word più o meno e anche se può sembrare corto devo contenermi. Altrimenti va a finire che scrivo 53498 cose nello stesso capitolo e di conseguenza la storia finisce subito ahah. Vi chiedo anche di seguirmi di Instagram, sono: Emptyfanfic

Tornando al capitolo: che ne pensate? Bho, secondo me questi due sono la dolcezza. Anyway adesso vi abbandono e ci vediamo al prossimo aggiornamento! Bye. Xx

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